Questa conversazione è avvenuta oggi, su un treno in corsa. A parlare è una signora che risponde al proprio cellulare interrompendo la deliziosa suoneria che l'intera carrozza ha potuto apprezzare. La signora è amabilmente seduta di fronte a me che tento disperatamente di leggere qualche verso di Hardy. Dopo la terza volta che assisto, mio malgrado, ad una conversazione di questo tipo, sempre della stessa signora, ho deciso di trascrivere quello che ascoltavo per consegnarlo ai posteri. Magari stavo assistendo a qualcosa di illuminante e sulle prime non me ne rendevo conto.
Purtroppo manca quanto riferisce l'altro interlocutore, sapremo darci un motivo di questa gravissima perdita.
Pronto, pronto. Io ti sento, tu mi senti? Pronto, non prende, mannaggia. Cosa? Io ti sento, la pancetta? Sì, la pancetta e l'uovo. Pronto! Non ti sento, ma perché non mi senti? Da quando hai cambiato cellulare non si riesce più a parlare. Ti mando un messaggio, tranquillo neanche io pago, ho la wind. Pronto, che cosa? Dove sono? In treno. Sì, forse è per quello che non mi senti ma è questo cellulare che non prende. Io ti sento, tu mi senti?
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
:-D Bellissimo post!
RispondiEliminaGrazie, spero che nella rete si riesca a trovare la trascrizione dell'altro interlocutore, a quel punto avremo un dialogo che al confronto quelli di Platone saranno quisquilie.
RispondiEliminaTranquillo, Iddio li perdonerà entrambi, per essersi intrufolati nella tua auscultanza.
RispondiEliminaE' proprio l' ascolto, anche come ascultanza che si e' perso, quanti piu' cellulari, quante piu' suonerie e annunci all' altoparlante ci saranno, quanti piu' amici facebook (che poi amici non sono), tanto piu' diveniamo solipsisti, ab-surdi anche ad ascoltare noi stessi, cara signora/signori al cellularissimo. La tecnologia che ci usa senza ad essere noi a saperla usare e sopratutto a usare bene. Basta con le protesi! E tutto gia mediato, anche i sensi, non abbiamo bisogno di informazioni extra. Pronto? Forse e' la linea....
RispondiEliminaUn caro saluto a tutti gli ascoltatori,
Fabrizio (che scrive di getto)
P.S.: un altro bel post Antonio, per il tuo bel blog.
post originale! eh già se fa riflettere!
RispondiEliminasarà per questo che "ovunque" cerco sempre il posto più solitario che esista?
belle anche le parole di fabrizio.
buona giornata
:)
Marie
grazie per i vostri commenti, è bello vederne tanti, non mi capita spesso.
RispondiElimina@Riverinflood
Nessun problema, li ho già perdonati. ;-D
@Fabrizio
Hai fatto centro. Solo un rilievo, non possiamo rinunciare proprio a tutte le protesi, qualcuna dobbiamo tenercela, per forza!
@Marie
Benvenuta in questo blog e grazie perché in questo modo ho conosciuto il tuo. E' bello, di tanto in tanto, scrollarsi di dosso i silenzi e camminare alla periferia di qualche bel verso. Buona giornata anche a te.
si, sono d'accordo, e' importante non rinunciare a tutte le protesi, la storia umana e in qualche verso anche quella animale ce lo insegnano. E' bello questo scambio, grazie Marie.
RispondiEliminaFabrizio