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domenica 28 agosto 2022

Via della luce


In via della luce c'è leggera maretta

la linea dell'orizzonte solleva il velo

il tuo occhio non squarci il cielo

cammina lento, non avere fretta.

sabato 27 agosto 2022

Quasi un divertissement

Mi piacerebbe renderla cantabile ma c'è da lavorarci un bel po'.

***


Nella baia della bufera oggi è caccia grossa 

pescatori di frodo, lunghi arpioni, punta d'ossa.

Nella baia della bufera muoviamo guerra a mostri e abissi,

fatale passatempo, liquore di magia nera e ordinarie apocalissi.

Quando nasce un bambino lo battezziamo nei barili di veleno,

copri la pelle di squame, lascialo dormire nel fieno,

tre immersioni dalla polena nella terza notte di luna piena.

Se il bimbo piange è brutto segno,

malaugurio per tutto il regno.

Correte gente, il bimbo è silente 

è nato nel mar della bufera

chi ha ingoiato tutto il veleno in una sera.

Verso di ramarro, sangue di fuggiasca,

al tramonto parliamo con i morti 

e andiamo di notte dove spinge la burrasca,

al buio pesto non vediamo scogli e torti,

navigare tra secche e ragioni di tutti è pratica antica,

approdare nei porti di una costa sconosciuta,

dove soffia fortunale toccare le tue coste è fatica.

Domani prenderemo di nuovo il mare,

ci guiderà il bambino che non pianse 

oggi è un uomo, sa cosa fare.

La zingara felice, faccia rugosa,

dice di partire alle prime luci dell'alba feroce.

Ai remi fratelli miei, 

l'orizzonte chiama a gran voce,

non torneremo come fa il salmone,

voleremo via in una bolla di sapone.

Nella baia della bufera c'è sempre tempesta

da lontano vedi calma piatta 

ma non è facile arrivare sotto costa.

Chi la vede dal mare aperto gode il chiar di luna

noi che navighiamo quelle acque 

per salvare la vita invochiamo fortuna.

Diffidiamo della felicità come di cosa insana 

sulle coste rabbiose cantiamo versi d'amore,

all'arrembaggio compagni d'onore, 

nella schiuma fitta di fata morgana.

mercoledì 17 agosto 2022

Ho visto la barca salpare


Ho visto la barca salpare 

dal porto delle rose,

ha preso il mare 

dopo il naufragio del mattino.

A bordo il nocchiere, 

una bambina e altri sopravvissuti.

Nessuno di loro sapeva andare per mare, 

il nocchiere meno di tutti.

Sono saliti in barca come capita,

Incastrando i corpi e le anime 

senza regole, senza cortesia,

con i gomiti piantati nei fianchi 

e volti doloranti.

Sono andati via ignorando la rotta,

"affondare è peccato", questo solo dicevano.

Hanno attraversato un mare nero

per svanire dall'orizzonte con un sorriso

e uno straccio per bandiera,

dorsi di animali fantastici affioravano dalle onde,

ossa d'altri tempi o pietre galleggianti.


Sulla soglia degli occhi del nocchiere

spuntava un diamante di sale 

e una domanda muta alla bambina:

Sei felice?

I panni appesi alle pleiadi


I panni appesi alle pleiadi

asciugano al vento sui fili 

stesi da un lato all'altro del buio.

Lampi di luce nelle notti d'estate

si schiantano negli occhi,

vetri cavi di clandestine distillerie.

Una sera in riva al mare

basterà a darci pace,

creature assetate di attesa.

***

La liquida incostanza del mare ci parla dei moti interiori, dell'assenza di un appoggio, di un terreno solido, di una base. In mare puoi solo nuotare o galleggiare, imparando a chiedere aiuto all'acqua. In mare le distanze ingannano e quello che vedi vicino non è mai così vicino come credi. Il mare è ciò che siamo davvero, il nostro ritratto più intimo. La casa più antica, quella da cui veniamo e che portiamo dentro, a prova di dimenticanza. Il mare di notte è il mare che confessa a sé stesso quello che di giorno non dice. Per questo il mare al buio fa paura.

lunedì 15 agosto 2022

Cosa so della luce


Della luce so che è un gomitolo di lana,

me ne servo con arte maldestra 

per lavorare ai ferri una maglia 

che scaldi sguardi infreddoliti.

Vedessi come sono diventato bravo

a intrecciare silenzi e spine.

Dai muri tenuti insieme da ragnatele

faccio nascere nuvole di rimorsi

con la liturgia antica dei sogni

di chi crea uomini di sale.

Da quando ho lasciato la mia casa

riconosco le campane che chiamano 

al matrimonio dei sensi con l'inganno,

lungo strade di tufo sgrano rosari di pietre,

e ad ogni grano auguro la buona notte alle rose

e ai vermi che conoscono la storia.

Con il mio occhio pigro guardo mia madre 

che non invecchia e mio padre di pochi anni,

vende latte fresco in bicicletta.

Dall'altra parte della strada

i bambini giocano a nascondino,

io scarabocchio fogli di carta.

Ognuno cerca un angolo

per lasciarsi scoprire e poi scappare

nel punto convenuto

di una tana che libera tutti.



lunedì 1 agosto 2022

Della redistribuzione

A proposito della proposta di Letta sulla dote ai 18enni e altro. Apprezzo ogni politica redistributiva. La ritengo uno strumento irrinunciabile di giustizia sociale. La destra si inalbera quando si parla di tasse di successione e patrimoniali. Nessuna novità, conoscessero Luigi Einaudi, illustre liberale, e cosa pensava delle tasse di successione direbbero che è un pericoloso bolscevico! Se la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi è un problema, e lo è, allora il solo modo per contrastarlo è la redistribuzione della ricchezza. Lamentarsi del problema senza imboccare la strada della soluzione è da ipocondriaci che stanno tanto bene a stare male. Non riconoscere che è un problema è da micragnosi con il conto in banca al posto del cervello. Benvenga la redistribuzione quindi, ma redistribuzione di cosa? Ma di soldi, ovviamente! Metti i soldi in tasca a chi ne ha bisogno e poi se la vedrà da solo a soddisfare i propri bisogni perché, seguendo il neoliberismo più schietto, nessuno conosce i tuoi bisogni meglio di te! Principio vero quanto inutile, se non dannoso, per costruire una società civile.

Da decenni non si fa che dire che la politica deve riprendersi il suo primato sull'economia. Mi chiedo se non è anche nella redistribuzione esclusivamente in denaro che si impone il primato dell'economia. Abbiamo parlato di reddito di cittadinanza e, correttivi a parte, nessuno sano di mente direbbe che non è stato uno strumento utile a contrastare la povertà ma non abbiamo mai parlato di servizi di cittadinanza. Così come non abbiamo mai parlato di quante povertà ci sono da contrastare. Discorso spinoso, da evitare lasciando al destinatario del reddito, come di ogni altro sussidio, il compito di vedersela da solo. Non ne abbiamo mai parlato perché quello che esula l'equivalente generale del denaro suona anacronistico e paternalistico, a destra e a sinistra. Non si ha più la forza e il coraggio di affrontare il discorso di una politica che concepisca di indirizzare gli investimenti nelle nuove generazioni. Il discorso sul primato della politica è un dispositivo vuoto, buono per qualche circolo di seguaci del postpensiero! Allora ben venga la dote ai 18enni, salvo non lamentarsi se una minoranza, si spera, conoscendo meglio di chiunque altro i propri bisogni, investirà la propria dote in i-phone e altri ninnoli.

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