Nel Quarto Stato la folla che avanza ha tratti netti, ogni figura ha un suo peso, una sua consistenza. Nella fiumana alcune figure sono appena accennate, alcune sono ombre trasparenti.
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
domenica 28 aprile 2013
Senza titolo
Giuseppe Pellizza da Volpedo dipinse nel 1898 la fiumana, una tela enorme che restò incompiuta. In quella tela stava sviluppando il tema che poi trovò piena realizzazione tre anni dopo nel Quarto Stato, una tela ancora più grande della prima. Nella fiumana le figure, di dimensioni reali quelle in primo piano, non sono ancora delineate e i contorni restano indefiniti.
Nel Quarto Stato la folla che avanza ha tratti netti, ogni figura ha un suo peso, una sua consistenza. Nella fiumana alcune figure sono appena accennate, alcune sono ombre trasparenti.
E' sconcertante come, a poco più di un secolo di distanza, sembri che il Quarto Stato anziché succedere alla fiumana sia il quadro che la precede. Le figure dapprima definite perdono consistenza, sbiadiscono e alla fine non resterà di loro più alcuna traccia.
Nel Quarto Stato la folla che avanza ha tratti netti, ogni figura ha un suo peso, una sua consistenza. Nella fiumana alcune figure sono appena accennate, alcune sono ombre trasparenti.
mercoledì 24 aprile 2013
25 aprile tradito
Dal sito Libertà e Giustizia. Testo di Sandra Bonsanti
«25 aprile 2013: difficile festeggiare, oggi che sentiamo, dentro di noi, la consapevolezza di averla tradita quella giornata del nostro riscatto. Comunque andranno a finire le cose, chiunque saranno i ministri di questo governo, rimane il fatto che una parte, quella che credevamo essere anche la nostra o almeno lo era di tanti italiani, oggi è al governo con italiani avvezzi a irridere la Liberazione (volevano addirittura abolirla come festa di tutti gli italiani o cambiarle il nome), a sostenere che Mussolini e il fascismo non furono poi così male, a stravolgere la nostra Costituzione inseguendo una Repubblica presidenziale che non è la nostra. Scompariranno dal sacro testo le firme di De Nicola, Terracini e De Gasperi, sostituite da quelle di chissà chi, magari di Gaetano Quagliarello e Silvio Berlusconi.
Questa è la posta in gioco.
Questo vuole il Pdl vincitore non delle elezioni, ma del dopo elezioni, e verso questo risultato siamo incamminati, dopo l’orrenda prova che ha dato il Parlamento di non essere in grado di eleggere un Capo dello Stato. A dir la verità si è deciso molto in fretta che nessun altri sarebbe stato eletto se non Giorgio Napolitano.
Oggi è amaro ripensare a tutto questo, a una politica e a dei partiti incapaci di governare e di lavorare con dignità e onore per il bene degli italiani.
Oggi è dunque difficile festeggiare: ci sentiamo tutti un po’ complici del tradimento, anche chi si è opposto in questi anni; anche noi che non abbiamo saputo evitare il ritorno di Berlusconi.
Ripenso a Ennio Flaiano e a quello che scrisse alla figlia appena nata il 25 luglio del ’43: “Un giorno tu ti sorprenderai quando ti racconteranno quello che si è sofferto in ventun anni di miseria morale. Non vorrai crederci e forse ci rimprovererai dicendo: perché non l’avete cacciato prima?… non sappiamo quel che l’avvenire ci riserva. Ma una cosa è certa: che Dio s’è svegliato. Il piffero di Manet suona per te e per noi la dolce canzoncina della Libertà. Suonala in eterno, Piffero!”.
E mi viene da piangere.»
«25 aprile 2013: difficile festeggiare, oggi che sentiamo, dentro di noi, la consapevolezza di averla tradita quella giornata del nostro riscatto. Comunque andranno a finire le cose, chiunque saranno i ministri di questo governo, rimane il fatto che una parte, quella che credevamo essere anche la nostra o almeno lo era di tanti italiani, oggi è al governo con italiani avvezzi a irridere la Liberazione (volevano addirittura abolirla come festa di tutti gli italiani o cambiarle il nome), a sostenere che Mussolini e il fascismo non furono poi così male, a stravolgere la nostra Costituzione inseguendo una Repubblica presidenziale che non è la nostra. Scompariranno dal sacro testo le firme di De Nicola, Terracini e De Gasperi, sostituite da quelle di chissà chi, magari di Gaetano Quagliarello e Silvio Berlusconi.
Questa è la posta in gioco.
Questo vuole il Pdl vincitore non delle elezioni, ma del dopo elezioni, e verso questo risultato siamo incamminati, dopo l’orrenda prova che ha dato il Parlamento di non essere in grado di eleggere un Capo dello Stato. A dir la verità si è deciso molto in fretta che nessun altri sarebbe stato eletto se non Giorgio Napolitano.
Oggi è amaro ripensare a tutto questo, a una politica e a dei partiti incapaci di governare e di lavorare con dignità e onore per il bene degli italiani.
Oggi è dunque difficile festeggiare: ci sentiamo tutti un po’ complici del tradimento, anche chi si è opposto in questi anni; anche noi che non abbiamo saputo evitare il ritorno di Berlusconi.
Ripenso a Ennio Flaiano e a quello che scrisse alla figlia appena nata il 25 luglio del ’43: “Un giorno tu ti sorprenderai quando ti racconteranno quello che si è sofferto in ventun anni di miseria morale. Non vorrai crederci e forse ci rimprovererai dicendo: perché non l’avete cacciato prima?… non sappiamo quel che l’avvenire ci riserva. Ma una cosa è certa: che Dio s’è svegliato. Il piffero di Manet suona per te e per noi la dolce canzoncina della Libertà. Suonala in eterno, Piffero!”.
E mi viene da piangere.»
martedì 23 aprile 2013
Corsi e ricorsi
Era l'8 maggio del 1794 quando la testa di Antoine-Laurent de Lavoisier rotolò per terra tra le urla della plebe. Il matematico Joseph Lagrange, che aveva assistito all'esecuzione, guardò l'orologio e disse: "E' bastato un secondo per staccargli la testa, ma non basterà un secolo perché nasca un altro come lui." Nel 1780, quando Lavoisier faceva ancora il giornalista, Jean Paul Marat (quello che finirà accoltellato nel bagno), aveva fatto domanda d'ammissione all'Accademia Francese delle Scienze, presentando una documentazione non valida. A respingere quel "pallone gonfiato" è proprio Lavoisier, che non sa di firmare in quel momento la propria condanna a morte.
Ancora più emblematica è la storia di Marie-Jean-Antoine-Nicolas de Caritat, marchese di Condorcet che cade vittima del Terrore pochi mesi prima di Lavoisier. Emblematica perché se Lavoisier era un rampollo dell'ancien regime, Condorcet aveva partecipato attivamente alla rivoluzione francese nel partito dei girondini, inoltre aveva fatto parte degli enciclopedisti ed era stato amico di Voltaire e d'Alembert. Il pensiero di Condorcet rappresenta un cardine dell'illuminismo francese. Si opponeva alla pena di morte e per questo si espresse contro l'esecuzione di Luigi XVI alla Convenzione, ma questo comportò un insanabile contrasto con Robespierre che costò la vita a Condorcet.
E' una vera fortuna che la pena di morte non sia più in voga e soprattutto che nel M5s non ci sia neanche l'ombra di un Lavoisier o di un Condorcet!
Ancora più emblematica è la storia di Marie-Jean-Antoine-Nicolas de Caritat, marchese di Condorcet che cade vittima del Terrore pochi mesi prima di Lavoisier. Emblematica perché se Lavoisier era un rampollo dell'ancien regime, Condorcet aveva partecipato attivamente alla rivoluzione francese nel partito dei girondini, inoltre aveva fatto parte degli enciclopedisti ed era stato amico di Voltaire e d'Alembert. Il pensiero di Condorcet rappresenta un cardine dell'illuminismo francese. Si opponeva alla pena di morte e per questo si espresse contro l'esecuzione di Luigi XVI alla Convenzione, ma questo comportò un insanabile contrasto con Robespierre che costò la vita a Condorcet.
***
E' una vera fortuna che la pena di morte non sia più in voga e soprattutto che nel M5s non ci sia neanche l'ombra di un Lavoisier o di un Condorcet!
Vignetta di ellekappa. Grillo: in autunno Italia in bancarotta. E' il terzo punto del suo programma, dopo colpo di Stato e Repubblica morta. |
domenica 21 aprile 2013
Confidiamo nella memoria.
Sono molti a dire che questa sarà una legislatura costituente per giustificare il clima di unità nazionale che ha sempre più l'odore di un gioco al massacro sulle spoglie della Costituzione. Spero che questa sia anche una legislatura costituente per la sinistra intorno alle figure di Fabrizio Barca per il PD e di Nichi Vendola per SEL, entrambi nel nome di Stefano Rodotà, come apre l'articolo di oggi di Stefano Cannavò sul Fatto Quotidiano.
Almeno a una cosa, questi giorni tristissimi, sono serviti.
Sono serviti a chiarire una volta per tutte che nella sinistra parecchie persone odiano la sinistra. Nel senso che la combattono e forse la temono. Nel senso che ogni vero cambiamento degli assetti di potere, degli equilibri sociali, della distribuzione del reddito, metterebbe a rischio il loro potere, le loro aspirazioni, i loro interessi. Purtroppo questo pezzo della sinistra è un pezzo di Pd: quel pezzo di Pd che ha sparato su Prodi (cioè uno dei propri padri fondatori) e con gusto se possibile maggiore avrebbe sparato su Rodotà (cioè uno dei propri uomini migliori). Importa relativamente sapere se esistano, a monte di questo odio di sinistra per la sinistra, comitati d’affari o intelligenza col nemico o semplice amore per le trame sottobanco o addirittura la lecita convinzione politica che non esista, in Italia, uno spazio politico per il cambiamento. Importa moltissimo, però, capire che avere votato Pd, nelle presenti condizioni, non significa avere speso il proprio voto per una sinistra possibile (mediocre, ma possibile), come credono da molti anni milioni di elettori riformisti come me. Significa averlo dato a una sinistra impossibile. Sel è stata molto più leale con Bersani, e con il Pd, del Pd stesso. Quando si tratterà di tornare al voto ce ne ricorderemo. Eccome se ce ne ricorderemo.
L'amaca di Michele Serra. Da La Repubblica del 21/04/2013.
***
Almeno a una cosa, questi giorni tristissimi, sono serviti.
Sono serviti a chiarire una volta per tutte che nella sinistra parecchie persone odiano la sinistra. Nel senso che la combattono e forse la temono. Nel senso che ogni vero cambiamento degli assetti di potere, degli equilibri sociali, della distribuzione del reddito, metterebbe a rischio il loro potere, le loro aspirazioni, i loro interessi. Purtroppo questo pezzo della sinistra è un pezzo di Pd: quel pezzo di Pd che ha sparato su Prodi (cioè uno dei propri padri fondatori) e con gusto se possibile maggiore avrebbe sparato su Rodotà (cioè uno dei propri uomini migliori). Importa relativamente sapere se esistano, a monte di questo odio di sinistra per la sinistra, comitati d’affari o intelligenza col nemico o semplice amore per le trame sottobanco o addirittura la lecita convinzione politica che non esista, in Italia, uno spazio politico per il cambiamento. Importa moltissimo, però, capire che avere votato Pd, nelle presenti condizioni, non significa avere speso il proprio voto per una sinistra possibile (mediocre, ma possibile), come credono da molti anni milioni di elettori riformisti come me. Significa averlo dato a una sinistra impossibile. Sel è stata molto più leale con Bersani, e con il Pd, del Pd stesso. Quando si tratterà di tornare al voto ce ne ricorderemo. Eccome se ce ne ricorderemo.
L'amaca di Michele Serra. Da La Repubblica del 21/04/2013.
sabato 20 aprile 2013
Eterogenesi dei fini
Napolitano ha accettato la ricandidatura al Quirinale, quasi sicuramente sarà rieletto.
Alle scorse elezioni gli italiani hanno votato di tutto ma certo non c'è stato un tripudio per Monti e la sua destra beneducata. Da una prima lettura è parso che il suo governo di tecnici alias di responsabilità alias del presidente fosse uscito perdente dalle urne, invece guarda cosa riserva l'eterogenesi dei fini della storia. Il vincitore delle scorse elezioni è stato proprio Monti. Chi l'avrebbe detto!
Adesso nascerà un governo del presidente alias di responsabilità alias dei tecnici. Stavolta Monti si chiamerà Amato. Adesso si riscriverà la Costituzione tutti insieme appassionatamente, chi l'ha difesa insieme a chi l'ha calpestata. Chi ha votato perché le cose cambiassero si ritroverà fianco a fianco con chi le vuole stravolgere. Chi ha votato per un altro condono tombale sarà affratellato con chi ha votato per l'equità sociale e il rispetto della legge. Sarà una legislatura costituente indimenticabile.
Siate maledetti. Siate maledetti voi che avete guidato le sorti del Pd e voi che avete guidato le sorti del M5s. La storia avrebbe potuto imboccare un'altra strada, ma l'arroccamento delle vostre classi dirigenti ha determinato questo risultato. L'arroccamento di Bersani e del vertice del Pd che subito dopo le elezioni avrebbero dovuto capire che i risultati imponevano una presa di coscienza e che il governo andava condiviso con il M5s e guidato da una personalità al di sopra delle parti. L'arroccamento di Grillo e del vertice del M5s che hanno sempre dichiarato di non voler accordare nessuna fiducia a nessun governo, hanno sempre cianciato di democrazia e di popolo della rete ma si sono guardati bene dal consultare quel popolo sulla fiducia al governo. E poi di nuovo l'arroccamento di Bersani e del Pd con l'assurda trattativa per il Quirinale e il rifiuto di Rodotà solo perché candidato dal M5s.
Il Pd pagherà il suo pegno alle prossime elezioni. Il M5s stava perdendo consensi fino a pochi giorni fa ma intorno alla proposta di Rodotà ha ritrovato la compattezza e l'apprezzamento del suo elettorato e non solo. Alle prossime elezioni incasserà il dividendo dell'opposizione contro la casta ritornata unita. Non mancherà di ringraziare quella storia dai fini così imprevedibili che non disdegna di premiare lo sciacallo che si nutre di cadaveri o il caimano che uccide le sue prede.
Alle scorse elezioni gli italiani hanno votato di tutto ma certo non c'è stato un tripudio per Monti e la sua destra beneducata. Da una prima lettura è parso che il suo governo di tecnici alias di responsabilità alias del presidente fosse uscito perdente dalle urne, invece guarda cosa riserva l'eterogenesi dei fini della storia. Il vincitore delle scorse elezioni è stato proprio Monti. Chi l'avrebbe detto!
Adesso nascerà un governo del presidente alias di responsabilità alias dei tecnici. Stavolta Monti si chiamerà Amato. Adesso si riscriverà la Costituzione tutti insieme appassionatamente, chi l'ha difesa insieme a chi l'ha calpestata. Chi ha votato perché le cose cambiassero si ritroverà fianco a fianco con chi le vuole stravolgere. Chi ha votato per un altro condono tombale sarà affratellato con chi ha votato per l'equità sociale e il rispetto della legge. Sarà una legislatura costituente indimenticabile.
Siate maledetti. Siate maledetti voi che avete guidato le sorti del Pd e voi che avete guidato le sorti del M5s. La storia avrebbe potuto imboccare un'altra strada, ma l'arroccamento delle vostre classi dirigenti ha determinato questo risultato. L'arroccamento di Bersani e del vertice del Pd che subito dopo le elezioni avrebbero dovuto capire che i risultati imponevano una presa di coscienza e che il governo andava condiviso con il M5s e guidato da una personalità al di sopra delle parti. L'arroccamento di Grillo e del vertice del M5s che hanno sempre dichiarato di non voler accordare nessuna fiducia a nessun governo, hanno sempre cianciato di democrazia e di popolo della rete ma si sono guardati bene dal consultare quel popolo sulla fiducia al governo. E poi di nuovo l'arroccamento di Bersani e del Pd con l'assurda trattativa per il Quirinale e il rifiuto di Rodotà solo perché candidato dal M5s.
Il Pd pagherà il suo pegno alle prossime elezioni. Il M5s stava perdendo consensi fino a pochi giorni fa ma intorno alla proposta di Rodotà ha ritrovato la compattezza e l'apprezzamento del suo elettorato e non solo. Alle prossime elezioni incasserà il dividendo dell'opposizione contro la casta ritornata unita. Non mancherà di ringraziare quella storia dai fini così imprevedibili che non disdegna di premiare lo sciacallo che si nutre di cadaveri o il caimano che uccide le sue prede.
giovedì 18 aprile 2013
Il giocattolo si è rotto
A questo punto la cosa migliore che possa accadere è che il PD si scinda, almeno in tre blocchi. Da una parte i più confessionali dell'area cattolica, magari capeggiati da Fioroni, dall'altra i neoliberal che hanno in Renzi il loro giovane supereroe e la terza parte mi auguro raccolga il meglio della visione laica, di cultura socialista o cristiana che sia, intorno alla figura di Fabrizio Barca.
Il manifesto di Barca di pochi giorni fa è un documento che va letto con attenzione, non è un programma di partito, è un metodo, un invito al dialogo. E' l'avvio di un dibattito intorno all'organizzazione di un partito e al ruolo dei partiti nella democrazia. Se i simpatizzanti del M5s mettessero da parte la loro furia iconoclasta potrebbero trovare in quella riflessione molte cose interessanti e scoprire che la democrazia non è un monologo collettivo ma dialogo, un fottuto, estenuante dialogo.
Il giocattolo del PD si è rotto, non vedo modi per ripararlo, forse alla quarta votazione potrebbero convergere su un nome poco gradito a b., come Prodi, ma questo non cambierebbe più il loro destino. Metà del disegno di Grillo, distruggere PD e PdL, è realizzato, l'altra metà accadrà solo quando il PdL non avrà più b. al comando, finiranno per consunzione. Poi non tarderanno neanche nel M5s le rivolte, prima o poi alcuni scopriranno che pensare è bello, anche se faticoso a volte.
Come dice Elfobruno "bastava semplicemente dire due sì: ieri al governo di Pd e SEL e oggi a Rodotà presidente. E invece." Invece non abbiamo né un governo né Rodotà.
Ho solo un consiglio per Grillo, per Bersani e per i dirigenti del PD e l'ho affidato alla straordinaria voce di Sua Maestà Monserrat Caballé nel precedente post.
Il manifesto di Barca di pochi giorni fa è un documento che va letto con attenzione, non è un programma di partito, è un metodo, un invito al dialogo. E' l'avvio di un dibattito intorno all'organizzazione di un partito e al ruolo dei partiti nella democrazia. Se i simpatizzanti del M5s mettessero da parte la loro furia iconoclasta potrebbero trovare in quella riflessione molte cose interessanti e scoprire che la democrazia non è un monologo collettivo ma dialogo, un fottuto, estenuante dialogo.
Il giocattolo del PD si è rotto, non vedo modi per ripararlo, forse alla quarta votazione potrebbero convergere su un nome poco gradito a b., come Prodi, ma questo non cambierebbe più il loro destino. Metà del disegno di Grillo, distruggere PD e PdL, è realizzato, l'altra metà accadrà solo quando il PdL non avrà più b. al comando, finiranno per consunzione. Poi non tarderanno neanche nel M5s le rivolte, prima o poi alcuni scopriranno che pensare è bello, anche se faticoso a volte.
Come dice Elfobruno "bastava semplicemente dire due sì: ieri al governo di Pd e SEL e oggi a Rodotà presidente. E invece." Invece non abbiamo né un governo né Rodotà.
Ho solo un consiglio per Grillo, per Bersani e per i dirigenti del PD e l'ho affidato alla straordinaria voce di Sua Maestà Monserrat Caballé nel precedente post.
PD: atto finale.
In pochi punti.
Il Presidente della Repubblica non è carica per cui possa valere "tu non hai appoggiato il governo e io non voto il tuo candidato". Rodotà è stato proposto da migliaia di persone di sinistra prima ancora che venisse proposto dalle consultazioni del M5s. Questo è l'ultimo atto per il PD. Da tempo il PD si è mosso in una direzione per cui molti elettori come me non potevano più votarlo, oggi molti elettori come me decideranno se in futuro potranno votare partiti di sinistra che faranno alleanza con il PD.
“Il momento è ora, votate Rodotà”. Appello di Barbara Spinelli, Michele Serra e altri (MicroMega)
Chiediamo ai deputati e alla direzione del Partito Democratico di rompere ogni indugio e di votare fin dal primo scrutinio, per la Presidenza della Repubblica, Stefano Rodotà. Beppe Grillo ha annunciato che sarà lui il candidato del Movimento 5 Stelle, e allo stesso modo si è pronunciato Sel, organicamente legato al Pd e il cui parere non può in alcun modo esser trascurato dai Democratici. Stefano Rodotà è per la maggior parte degli italiani, e certamente per il vostro elettorato, un punto di riferimento ideale. Ha come bussola costante la Costituzione italiana e la Carta dei diritti europei, ha sempre avversato i compromessi con la corruzione, è uno dei più strenui difensori della libertà dell'informazione, compresa la libertà conquistata ed esercitata in rete. È un segno altamente positivo che il Movimento 5 Stelle l'abbia scelto come proprio candidato, ma Stefano Rodotà non è una sua invenzione. Il suo profilo è improntato a massima indipendenza, e le sue radici sono anche nella storia migliore della sinistra italiana. Non abbiate paura, votatelo con convinzione e fin da subito: sarete molto più credibili e forti se non tergiverserete, presi da timori di varia natura, e non accetterete in nessun caso candidati che dovessero nascere da un accordo con Berlusconi. Ve lo chiediamo da cittadini, convinti che non sia ancora troppo tardi: non riconsegnate l'Italia al tragico ventennio dal quale cerchiamo faticosamente di uscire. Abbiate il coraggio di cominciare a costruire un futuro diverso. Il momento è ora.
Remo Bodei, Sandra Bonsanti, Roberta De Monticelli, Paolo Flores d'Arcais, Tomaso Montanari, Antonio Padoa Schioppa, Michele Serra, Salvatore Settis, Barbara Spinelli
(18 aprile 2013)
- Il paese è diviso in tre grandi blocchi. Il PD, il PdL e il M5s più un pattuglia di liberisti beneducati.
- Il M5s rifiuta ogni dialogo con il PD perché il M5s non sta a sinistra e non sta a destra. Il M5s sta in alto!
- Il PD cerca l'unità nazionale per eleggere il Presidente della Repubblica con il PdL. Una trattativa tra due blocchi condizionata dalla ricerca disperata dell'impunità da parte del capobranco di uno dei due blocchi.
- Il PD si appresta all'abbraccio mortale con la peggiore destra del paese.
Suicidio. La Gioconda di Ponchielli. Monserrat Caballé.
Il Presidente della Repubblica non è carica per cui possa valere "tu non hai appoggiato il governo e io non voto il tuo candidato". Rodotà è stato proposto da migliaia di persone di sinistra prima ancora che venisse proposto dalle consultazioni del M5s. Questo è l'ultimo atto per il PD. Da tempo il PD si è mosso in una direzione per cui molti elettori come me non potevano più votarlo, oggi molti elettori come me decideranno se in futuro potranno votare partiti di sinistra che faranno alleanza con il PD.
***
“Il momento è ora, votate Rodotà”. Appello di Barbara Spinelli, Michele Serra e altri (MicroMega)
Chiediamo ai deputati e alla direzione del Partito Democratico di rompere ogni indugio e di votare fin dal primo scrutinio, per la Presidenza della Repubblica, Stefano Rodotà. Beppe Grillo ha annunciato che sarà lui il candidato del Movimento 5 Stelle, e allo stesso modo si è pronunciato Sel, organicamente legato al Pd e il cui parere non può in alcun modo esser trascurato dai Democratici. Stefano Rodotà è per la maggior parte degli italiani, e certamente per il vostro elettorato, un punto di riferimento ideale. Ha come bussola costante la Costituzione italiana e la Carta dei diritti europei, ha sempre avversato i compromessi con la corruzione, è uno dei più strenui difensori della libertà dell'informazione, compresa la libertà conquistata ed esercitata in rete. È un segno altamente positivo che il Movimento 5 Stelle l'abbia scelto come proprio candidato, ma Stefano Rodotà non è una sua invenzione. Il suo profilo è improntato a massima indipendenza, e le sue radici sono anche nella storia migliore della sinistra italiana. Non abbiate paura, votatelo con convinzione e fin da subito: sarete molto più credibili e forti se non tergiverserete, presi da timori di varia natura, e non accetterete in nessun caso candidati che dovessero nascere da un accordo con Berlusconi. Ve lo chiediamo da cittadini, convinti che non sia ancora troppo tardi: non riconsegnate l'Italia al tragico ventennio dal quale cerchiamo faticosamente di uscire. Abbiate il coraggio di cominciare a costruire un futuro diverso. Il momento è ora.
Remo Bodei, Sandra Bonsanti, Roberta De Monticelli, Paolo Flores d'Arcais, Tomaso Montanari, Antonio Padoa Schioppa, Michele Serra, Salvatore Settis, Barbara Spinelli
(18 aprile 2013)
mercoledì 17 aprile 2013
Appello: Stefano Rodotà Presidente della Repubblica
Firma l'appello: Stefano Rodotà Presidente della Repubblica.
E' il terzo nome votato dalle consultazioni del M5s, la sua storia testimonia la sua altissima levatura e competenza. Il miracolo è possibile, se il Pd o parte del Pd avesse il coraggio di immaginarlo allora il voto segreto potrebbe cambiare le sorti di questo paese.
PS delle 18:28. Dopo la rinuncia di Gabanelli e Strada il candidato del M5s alla Presidenza della Repubblica è Stefano Rodotà.
@a_caputo: Se il metodo Boldrini-Grasso del PD ha funzionato con il M5s spero che il metodo Rodotà del M5s funzioni con il PD
lunedì 15 aprile 2013
Grillo si è ritirato!
Grillo ritira la sua candidatura dalla Presidenza della Repubblica...bontà sua...ma vaffanculo!
Solitamente non amo post brevi e poco argomentati ma ho deciso che va più che bene per tutte le teste di cazzo che pensano che si stia giocando a conquistare il palazzo d'inverno facendo a gara a chi spara la cazzata più grossa.
Solitamente non amo post brevi e poco argomentati ma ho deciso che va più che bene per tutte le teste di cazzo che pensano che si stia giocando a conquistare il palazzo d'inverno facendo a gara a chi spara la cazzata più grossa.
giovedì 11 aprile 2013
Il Capo dello Stato non ostile!
Cosa significa un Presidente della Repubblica non ostile? Significa un Presidente amico? Amico di chi? Che io sappia il Presidente della Repubblica deve essere amico solo della Costituzione della Repubblica Italiana e i suoi unici nemici sono e devono essere i nemici della Costituzione. Il concetto di Presidente della Repubblica non ostile è un concetto bizzarro che sta circolando in questi giorni nelle solite teste vuote bipartisan che forse sperano in una qualche grazia a orologeria o in una nomina a senatore a vita per qualche impresentabile compagno di venture!
Il PD ha i numeri per eleggere un presidente di cui l'Italia possa essere orgogliosa. Di nomi illustri con un alto senso delle istituzioni ce ne sono: Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Salvatore Settis, tra le donne Barbara Spinelli, la stessa Laura Boldrini, Anna Maria Cancellieri solo per fare alcuni nomi. Il PD faccia uno di questi nomi e anche il M5s avrà difficoltà a tirarsi indietro.
Il PD non faccia la solita messa in scena per tentare di salvare capre, cavoli e compagni di merende consegnando l'Italia per l'ennesima volta agli avvoltoi.
Il PD ha i numeri per eleggere un presidente di cui l'Italia possa essere orgogliosa. Di nomi illustri con un alto senso delle istituzioni ce ne sono: Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Salvatore Settis, tra le donne Barbara Spinelli, la stessa Laura Boldrini, Anna Maria Cancellieri solo per fare alcuni nomi. Il PD faccia uno di questi nomi e anche il M5s avrà difficoltà a tirarsi indietro.
Il PD non faccia la solita messa in scena per tentare di salvare capre, cavoli e compagni di merende consegnando l'Italia per l'ennesima volta agli avvoltoi.
lunedì 8 aprile 2013
sabato 6 aprile 2013
Rom
Camminano in fila
ai bordi di strade rombanti
e case sbarrate, argini al futuro,
temibile più del passato.
Camminano in fila
dietro carrelli della spesa
rubati ai supermercati,
colmi di rifiuti accuratamente selezionati.
Camminano in fila
carovana di formiche cariche di foglie
da portare in riva al fiume
che bagna la città deserta all'ora di pranzo.
Intanto tutto scorre
intorno a una chiesa diruta,
angolo di tempo fermo da sette secoli,
in attesa che la città si stanchi.
giovedì 4 aprile 2013
Se non puoi essere un pino...
"Abbiamo conquistato il cielo come gli uccelli e il mare come i pesci, ma dobbiamo imparare di nuovo il semplice gesto di camminare sulla terra come fratelli." Martin Luther King, 15.1.1929 – 4.4.1968
Se non puoi essere un pino in cima alla collina,
sii una macchia nella valle, ma sii la migliore,
piccola macchia accanto al ruscello;
sii un cespuglio, se non puoi essere un albero.
Se non puoi essere un cespuglio, sii un filo d’erba,
e rendi più lieta la strada;
se non puoi essere un luccio, allora sii solo un pesce persico-
ma il persico più vivace del lago!
Non possiamo essere tutti capitani, dobbiamo essere anche un equipaggio,
C’è qualcosa per tutti noi qui.
Ci sono grandi compiti da svolgere e ce ne sono anche di più piccoli,
e quello che devi svolgere tu è li, vicino a te.
Se non puoi essere un’autostrada, sii solo un sentiero,
se non puoi essere il sole, sii una stella;
non è grazie alle dimensioni che vincerai o perderai:
sii il meglio di qualunque cosa tu possa essere.
Douglas Malloch, 5.5.1877 – 2.6.1938
Martin Luther King citò molte volte e in numerose variazioni le parole di questa poesia, tanto da esserne considerato erroneamente l'autore. Del resto neanche l'attribuzione a Douglas Malloch è certa, diverse fonti dicono che il suo autore resta anonimo.
Se non puoi essere un pino in cima alla collina,
sii una macchia nella valle, ma sii la migliore,
piccola macchia accanto al ruscello;
sii un cespuglio, se non puoi essere un albero.
Se non puoi essere un cespuglio, sii un filo d’erba,
e rendi più lieta la strada;
se non puoi essere un luccio, allora sii solo un pesce persico-
ma il persico più vivace del lago!
Non possiamo essere tutti capitani, dobbiamo essere anche un equipaggio,
C’è qualcosa per tutti noi qui.
Ci sono grandi compiti da svolgere e ce ne sono anche di più piccoli,
e quello che devi svolgere tu è li, vicino a te.
Se non puoi essere un’autostrada, sii solo un sentiero,
se non puoi essere il sole, sii una stella;
non è grazie alle dimensioni che vincerai o perderai:
sii il meglio di qualunque cosa tu possa essere.
Douglas Malloch, 5.5.1877 – 2.6.1938
Martin Luther King citò molte volte e in numerose variazioni le parole di questa poesia, tanto da esserne considerato erroneamente l'autore. Del resto neanche l'attribuzione a Douglas Malloch è certa, diverse fonti dicono che il suo autore resta anonimo.
Iscriviti a:
Post (Atom)