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domenica 10 maggio 2020

La mia casa

Il vecchio mi disse: va a cercare la tua casa e poi torna da me per dirmi com'è.
Cercai a lungo. Trovai una casa, tornai dal vecchio che aveva un altro volto.
- ho trovato una casa ben arredata con ricco mobilio, sontuosi tappeti e un giardino lussureggiante.
Il vecchio mi guardò a lungo e disse: quella non è casa tua, torna indietro a cercare meglio e poi torna da me a dirmi com'è.
Il viaggio fu più lungo della prima volta, quando trovai una casa tornai dal vecchio. Non lo trovai e nessuno sapeva dirmi dove abitasse. Lo incontrai di notte, non ero certo di essere sveglio, aveva il volto di una donna.
- ho trovato una casa dai muri crepati e dai mobili tarlati, i fiori erano morenti, nessuno li innaffiava da molto tempo.
Il vecchio con il volto di donna mi guardò a lungo, sorrise e disse: quella non è ancora casa tua. Torna indietro a cercare la tua casa e torna da me per dirmi com'è.
Passarono molti anni o forse pochi giorni. Trovai solo un mucchio di macerie, tra le rovine affioravano pezzi di mobili, lacerti di lettere e vecchi album di foto strappate. Non ci fu bisogno di tornare dal vecchio con il volto di donna, era seduto tra le rovine e aveva il volto di mia madre. Mi guardò con dolcezza dicendo: figlio mio hai finalmente trovato la tua casa.

martedì 5 maggio 2020

Di plasma e vaccini

Da diversi giorni, smessi i panni di allenatori della nazionale, quelli di esperti di politica internazionale, di politiche fiscali e tributarie, nonché di strateghi militari e chissà cos'altro gli italiani hanno ripreso il vecchio abito di esperti epidemiologi e nelle ultime ore anche di esimi immunologi. L'italiano, aiutato dalle improvvide e logorroiche sfilate televisive di virologi (veri) assurti nell'occasione alla celebrità mediatica, si sente spinto a dare il suo contributo al dibattito pubblico e si avventura nel mare aperto del plasma sì/vaccino no. Come non capirlo!
Il dibattito, per chiamarlo così, è stato avviato dall'utilizzo strumentale di una notizia del tutto normale. Nell'ospedale Poma di Mantova e nel San Matteo di Pavia viene utilizzato il plasma per curare i malati di covid-19. La terapia funziona, i soggetti trattati guariscono. E' una vecchia tecnica, più o meno quello che si fa con l'antitetanica. Il plasma di soggetti guariti viene purificato e infuso in soggetti malati, in sostanza la cura consiste nella somministrazione degli anticorpi che il soggetto malato ha sviluppato. Dov'è l'utilizzo strumentale (e criminale direi)? La notizia viene presentata con la solita aurea del complotto del medico che non viene ascoltato dalle istituzioni che "sicuramente" vogliono boicottare la terapia per indirizzare l'attenzione verso attività con maggiore ritorno economico. L'ombra scura di big-pharma e dei vaccini si fa minacciosa! Un noto mentitore contribuisce a diffondere la menzogna dichiarando che "La terapia al plasma funziona ed è gratis. Ecco perché nessuno ne parla". Invece non è vero che la terapia è gratis, anzi è molto costosa e permetterebbe di curare poche persone. Non è vero che nessuno ne parla. La Fondazione Veronesi (nota organizzazione di vaccinatori ossessivo compulsivi) ne parla appunto, presentando vantaggi e limiti. Non è vero che la comunità scientifica è disattenta sulla cura. Quattro ospedali della Lombardia, i reparti covid della Puglia e altri stanno procedendo con la sperimentazione con plasma. Come sempre accade tra persone abituate alla sperimentazione, dalla stessa Emilia Romagna il direttore dell'unità malattie infettive del Sant'Orsola mette in guardia sui limiti della terapia. Insomma, nessun complotto per insabbiare la cura miracolosa. Normale confronto tra persone che conoscono i vantaggi e i rischi delle terapie. E tra gli uni e gli altri gli organi istituzionali (Ministero della Salute, Istituto Superiore della Sanità) non possono che avere una posizione di prudenza. Nessuna ingiustificata esultanza, nessun ostacolo alla cura.
In tutto questo c'è la falsa piega che il dibattito social, chiamiamolo così, sta prendendo, ovvero "plasma sì/vaccino no". Lo dico con calma, anche se diffondere menzogne consapevolmente lo considero un crimine contro l'umanità. Plasma e vaccino c'entrano niente l'uno con l'altro! Non si escludono. Non sono la stessa cosa. Servono a cose diverse. Contrapporre le due cose è un atto disonesto che può diventare criminale.
Prendete un diabetico. Quando finisce di mangiare deve iniettarsi l'insulina per abbassare il glucosio nel sangue. Una bella rottura ma senza l'insulina rischia il coma diabetico. Ora immaginate ci sia una cura per guarirlo definitivamente dal diabete, o almeno per un tempo piuttosto lungo. Non dovrebbe più fare insulina dopo ogni pasto. Ecco, l'ho semplificata parecchio ma la differenza tra plasma e vaccino è un po' come l'insulina e la cura che abbiamo immaginato per il diabetico. Avrei potuto dire più propriamente che la differenza è come il siero antitetanico che fai dopo un taglio con materiale sporco e il vaccino antitetanico. L'antitetanica la devi fare per non rischiare di morire ma se hai fatto il vaccino quel rischio non c'è. E con il coronavirus stiamo parlando di un rischio che non è connesso a un taglio ma a un contagio molto più facile da trasmettere, basta parlare con una persona infetta e asintomatica per un po' di tempo a distanza ravvicinata. Il plasma cura con anticorpi di un altro soggetto ma quando gli anticorpi vengono metabolizzati (leggi distrutti dall'organismo ricevente) puoi nuovamente infettarti. Il vaccino invece stimola la risposta immunitaria del ricevente e, se siamo fortunati, la risposta immunitaria è di lunga durata. Non è neanche sicuro che lo sia per cui c'è pure da incrociare le dita! Non è neanche sicuro che la risposta immunitaria ci sia in tutti, vista la quantità enorme di asintomatici che mi fa temere che il virus con molti soggetti intrattenga rapporti di simbiosi più che di parassitismo e se è così sono cazzi. Ma lasciamo perdere le mie speculazioni evoluzionistiche.
Chiudo con una preghiera. Capita spesso che dopo aver studiato una pila di libri alta come un bambino di dieci anni li chiudi dicendo "mamma mia quanto è difficile, meglio studiare ancora prima di dire fesserie". Ecco, questa è la mia preghiera, di sentire quel bisogno di capire e di ascoltare prima di entrare in un territorio che si conosce poco e che ha a che fare con la vita e la morte di migliaia di persone.
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