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venerdì 4 luglio 2025

Elogio dell'imperfezione


Sarà la malinconia dell'ultima parola, sarà l'emozione che prende davanti ad ogni confine, sarà quel che è ma le lastre tombali mi hanno sempre parlato. Più di ogni altra mi toccano quelle con errori. Sono quelle che più di tutte mi affascinano. Testimonianze di imperfezione, quasi un inconsapevole elogio all'imperfezione. Incise con amore, con nessuna voglia di sbagliare che a far notare l'errore la gente se ne vergognerebbe ed è per questo che quell'errore è letteratura e va conservato.
Nel cimitero del mio paese sono quelle lastre le più preziose per me. Su quella del mio bisnonno manca una r nel suo cognome. C'è chi sarebbe vissuto 700 anni per una D in meno - i numeri romani fanno questi scherzi - accenti incisi con generosità, perché le anime siano accolte nel regno "che solo amore è luce ha per confine." Quando vado in giro e scorgo qualcuno di questi errori ne resto ammirato, proprio perché li leggo come un elogio dell'imperfezione. Mai avrei pensato di trovarne in una delle basiliche maggiori di Roma e proprio sulla lastra di un Papa.
Le lettere del nome, la loro distanza così irregolare. Quella A, sola, distante dalla R e dalla N, come a dover tenere il braccio teso verso FR e con l'altro tentare di aggrappare il resto del nome. Lo avevano già notato, ne avevano già discusso ma vederlo è tutt'altro. Davanti a quella A che cerca di tenere insieme i frammenti di un nome lacerato, una unità squarciata, ho la conferma che questi non sono errori. Sono letteratura, una delle più alte.

PS - uscendo dalla basilica mi sono chiesto se il successore di Francesco lo hanno eletto. Fatemi sapere.
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