Pagine

venerdì 31 dicembre 2021

Lasciamo scorrere...

- Lasciamo scorrere gli ultimi minuti di quest'...

- Cosa vuoi lasciare scorrere? Scorre senza il tuo permesso... 

- Sì sì, è un modo di dire.

- Un modo di dire! È un modo di pensare e un modo di vivere.

- Vogliamo aprire per gli auguri di buon anno lo stesso discorso affrontato per il buon Natale?

- No per carità, sono stanco ma se invece del politically correct parlassi del sentimentally correct e ti dicessi che anche il laico buon anno può essere insensibile?

- Non capisco.

- Ogni anno nuovo ci allontana da un qualche anno che abbiamo nel cuore e per qualcuno l'augurio è quasi una beffa.

- Gli auguri vanno accolti con lo spirito di chi li fa, non di chi li riceve e in definitiva lasciare che gli anni scorrano è proprio l'augurio che ci serve. Ogni anno lascia tracce, come l'acqua, e il nuovo anno è altra pioggia che scorre sulle stesse tracce. Auguriamoci di continuare a essere il muro su cui l'acqua scorre.

venerdì 24 dicembre 2021

Appunti per un diario odeporico

Sotto Natale è facile trovare i treni colmi, soprattutto se si ha l'imprudenza di non prenotare un posto per tempo. Quest'anno ho avuto quell'imprudenza. Restano posti in prima classe. Costano di più, un bel po' di più ma pazienza. Non rinuncio certo a ritornare al mio paese. Non è la prima volta che capita ma ogni viaggio è unico e merita qualche appunto per aiutare la memoria a venire.

Sedili in pelle, più larghi di quelli in seconda, chi viaggia in prima classe ha il culo ampio, accogliente. Ospiterebbe l'universo intero nel culo se non ci fosse quel fastidioso movimento delle galassie periferiche che si agitano...e poi nello zaino ho trovato un pocket coffee.
Offrono acqua, snack e succo di frutta. Ovvio, con quello che paghi! Non sarebbe meglio offrirli a chi viaggia con i vecchi intercity? Ho preso solo l'acqua perché l'addetto l'ha messa sul tavolino.
Dopo poco meno di due ore di viaggio abbiamo 16 minuti di ritardo, incredibile! Ritardo anche in prima classe😳 
Siamo fermi in aperta campagna, la nebbia copre un paesaggio da brughiera, gli Appennini si intravedono sullo sfondo. Sono fantasmi che si lasciano appena intuire. La voce dell'altoparlante dice che siamo fermi in un punto in cui non si può scendere dal treno. Peccato! Avrei fatto volentieri una passeggiata nella nebbia che comincia a diradare.
Siamo ripartiti, il treno va spedito e il ritardo è sceso di tre minuti. In seconda classe saranno sicuramente fermi a sedici minuti di ritardo. Dagli altoparlanti parte una versione al piano di resta cu me di Modugno, bella interpretazione ma il volume non è per niente gradevole e, diciamolo pure, la qualità del suono non è proprio da Hi-fi. Non lo avrei mai detto. Gli addetti corrono per spegnere la diavoleria elettronica ma per dieci minuti abbondanti il suono gracchiante resiste con l'aggiunta dell'intermittenza di musica e silenzio, segno della strenua resistenza che il guasto oppone ai solerti operatori che lottano al limite delle loro forze per riportare la quiete nel convoglio... 
È tornata la pace, possiamo tornare ad ascoltare le suonerie dei cellulari e le notifiche di messaggi!
Il ritardo è stato completamente recuperato nella mia carrozza.
Sono arrivato a Lecce in orario, le carrozze della seconda classe saranno sicuramente nei paraggi di Monopoli.
Auguri di buone feste. Auguriamoci che un Natale dopo l'altro anche le carrozze della seconda classe arrivino in orario.

giovedì 9 dicembre 2021

Deliri e imitatio

Ho ingaggiato una guerra chimica per sfuggire un dolore e prigioniero sono stato scaraventato in un girone di deliri ammantati di mille notti, non serve dormire con i chiodi conficcati nelle unghie, basta voltarsi per riaddormentarsi un secondo dopo l'altro, dissezionati ognuno, come animale macellato che ancora vivo sgocciola lento sangue altrui. In famiglia ci piace ricordare ma non ci basta evocare immagini, muoviamo tempeste della carne che vuole essere altra carne. Ho dormito in un letto di spine per somigliare a mia madre in una goccia di sangue, ho arrampicato pietraie taglienti e infuocate per svegliarmi con il fegato provato di anni in una notte di imitatio Christi. Il delirio più difficile è convincere mia madre che non è stata colpa sua.
 

sabato 4 dicembre 2021

La stazione

Dalla pensilina cadono gocce d'acqua sulla banchina dei treni, cadono lente, senza impazienza. Sembra quasi che oppongano resistenza alla caduta e staccandosi dall'ultimo lembo della tettoia ogni goccia si allunga, come voltandosi indietro,  per aggrapparsi al filo d'acqua che a malincuore cede alle forze fisiche che lo costringono alla forma destinata alla caduta. Quattro ragazze di cinquant'anni, allegre e ignare dello stillicidio alle loro spalle, a turno immortalano in un selfie i loro sorrisi coperti dalle mascherine e verificano quale sia venuto meglio per ripetere l'operazione con la naturale finzione della prima volta. Il sole si infila a stento lungo i binari tra un treno che arriva e un altro che parte. L'ultima stella ha lasciato da più di un'ora la scena con l'illusione di essere qui e adesso, proprio mentre la guardo, e invece è viva perché la sua luce ha percorso distanze siderali con un ritardo che nell'impasto della notte piega il passato sul presente. Questa vertigine fa presto a diventare delirio. Potessi fuggire lontano da una stella a velocità inimmaginabili la farebbe vivere in eterno? È questa l'eternità? Una inarrestabile fuga alla velocità della luce. Perdiamo le stelle a cui siamo troppo vicini, quelle stelle da cui non è  possibile allontanarsi. Sapessi farlo, forse...

Il mio treno è sui binari, si prepara a percorrere distanze meno siderali da un passato a un presente che non possono separarsi, come le gocce che non vogliono cadere dalla pensilina.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...