La rosa dell'alba
non sboccia la mattina,
servono molte ore di luce
per sentire il suo profumo.
Chi le diede il nome
conosceva l'attesa
dei petali chiusi nella notte.
Scrigni di silenzio le spine.
Sguardi la schiudono
nei pomeriggi di aprile.
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
Veramente bella questa poesia e le parole che hai scritto. Complimenti per come scrivi e per il tuo blog che visito con piacere.
RispondiEliminaUn salutone e alla prossima
La foto con questa inquadratura è anche una poesia.
RispondiEliminabella bella
RispondiEliminaLe scritte sui muri, il carattere usato, la bordatura della porta, i calici sul tavolo e il mazzetto di fiori mi danno l'idea di un locale "tipico", ma poi ho pensato che niente impedisce di scrivere sui muri della propria casa, di usare i calici che ritieni più opportuni o di mettere un mazzetto di fiori di campo recisi nel proprio centro tavola.
RispondiEliminaLa poesia è molto bella, dolce e delicata ... la signora la cui sagoma vediamo di spalle, potrebbe essere la rosa dell'alba da te suggerita, la cui essenza non si rivela all'alba (dall'ingannevole nome che la descrive) ma nei pomeriggi d'aprile, dopo lunga e paziente attesa e dopo un'amorevole cura e premura di sguardi.
Ciao, un abbraccio