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mercoledì 23 dicembre 2020

Del movimento e del tornare

Il dilemma del movimento è che non sai mai se sei tu ad andare avanti oppure il resto a correre indietro. Prendi per esempio le ombre che scorrono lungo il finestrino di un treno in corsa. Sei sicuro di essere tu a muoverti. Perché? Perché hai pagato un biglietto! Perché nella stazione di partenza e in quella di arrivo c'è gente, nello stesso istante, che è pronta a giurare di non essere altrove! Basta? Il dubbio ti sfiora e le certezze restano impigliate tra i rami degli ulivi che non hanno fatto in tempo a comparire da un lato del finestrino che sono già scomparsi dall'altro lato. Nell'incertezza Parmenide dice, acido, che Eraclito non è mai entrato in un fiume. Eraclito, piccato, attende che Parmenide passi, per dirgliene quattro.

***


Preso al volo, dal treno mentre tornavo a Roma...tornare a Roma. Che strana espressione! Il mio tornare è solo nei paesi dove sotto gli alberi d'ulivo si tracciano cerchi per accogliere le olive, "arie" si chiamano quei cerchi, preparati con cura, spazzati con le scope. Si torna davvero solo dove i contadini stendevano un velo nelle "arie" sotto gli ulivi, un velo da sposa per celebrare il loro matrimonio con l'albero. Si torna davvero solo nei paesi dove la terra si misura in are, altari all'ombra degli ulivi che ci ricordano.

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