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giovedì 16 aprile 2020

Strategie e contorno

Se c'è una cosa che mi ha sempre dato sui nervi è il primo della classe. Sia chiaro, non quello che studia per capire e per questo diventa primo della classe ma quello che è sempre pronto a dare lezione a tutti senza ricordare di dare il giusto tributo alle contingenze che in qualche modo lo hanno favorito anche se ha studiato più degli altri. Un omaggio alla dea Fortuna avrebbero detto gli antichi romani. In questi giorni il "primo della classe" per come l'intendo io è il presidente della regione Veneto per il quale ormai si parla di modello Veneto senza fare un po' di considerazioni sul contesto. Come al solito si prende il vincente di una situazione e si dice che bisognava fare come lui. Ma il vincente in quali condizioni operava?
Cominciamo a dire che va a merito di Zaia aver puntato sui tamponi anche per gli asintomatici e fin da subito ha eseguito più tamponi per unità di popolazione.


All'inizio sono stati eseguiti anche più tamponi in assoluto rispetto alla Lombardia, poi successivamente la Lombardia ne ha eseguiti di più in assoluto ma molti meno per unità di abitanti.


Isolare il numero più alto di contagiati, anche asintomatici è decisamente il modo migliore per rallentare il contagio ma chi non ha applicato questa strategia ha dovuto fare presto i conti anche con la disponibilità di tamponi e sul modo più opportuno di utilizzarli. I consigli che il prof. Crisanti ha dato a Zaia sono gli stessi che i virologi di altre regioni hanno dato ai rispettivi amministratori ma non dappertutto si sono verificate le stesse condizioni. Gli errori (e i reati) vanno sicuramente perseguiti e sanzionati e sta ad altri valutarli, per parte mia faccio considerazioni in libertà sul contesto della "strategia vincente".
Nella diffusione di una epidemia le condizioni iniziali, l'isolamento dei focolai, sono condizioni decisive. In Veneto il 24 febbraio (inizio della serie di dati della Protezione civile) si registravano 33 casi positivi, in Lombardia 172, più di 5 volte. In Veneto i positivi rilevati per 100.000 abitanti erano 0,67 mentre in Lombardia erano 1,71 (e probabilmente anche di più visto che i tamponi per unità di popolazione erano di meno), 2 volte e mezzo di più. Dati che mostrano un effetto moltiplicativo spaventoso per i giorni successivi, visto la crescita esponenziale dei contagi. Il Veneto ha continuato ad avere molti meno casi positivi della Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte, non solo perché sono stati identificati e isolati tutti i casi positivi, sicuramente è stato un fattore importante, ma anche perché ha avuto tempo per organizzare la strategia migliore quando altrove il pandemonio era già scoppiato. Sarebbe pronto Zaia a giurare di non dover nulla alla dea Fortuna?

Va a merito di Zaia aver dato ascolto a Crisanti fin da subito ma quando si parla di strategia vincente vanno anche considerate le condizioni al contorno. Altrimenti al sud qualcuno sarà tentato di prendersi tutto il merito di una diffusione del contagio pressoché trascurabile rispetto alla Lombardia.

A scanso di idioti equivoci. Questo non è un post in difesa della Lombardia, non sono solito sparare sull'autoambulanza e la Lombardia ha già avuto in punizione i suoi amministratori. Per loro quello che c'è da fare lo farà la magistratura.

3 commenti:

  1. Veramente interessante il tuo post, con i grafici che spiegano bene la situazione. Da normale cittadino, non esperto in virus e similari, ho avuto da subito la sensazione che la strategia portata avanti da Zaia aveva molti aspetti positivi. Tuttavia condivido ciò che hai scritto quando dici "Sarebbe pronto Zaia a giurare di non dover nulla alla dea Fortuna?".

    In Lombardia hanno fatto tante cose e tante altre cose non sono state fatte. Sono a Milano dalla mia compagna, ma dal 22 febbraio al 2 marzo eravamo in Liguria (io sono di Genova e non posso tornare in Liguria). Si è vista subito l'impreparazione al virus anche perché nessuno si aspettava una situazione così, ma questa non può essere una scusante. Gaffe di vario genere di sono avvicendate una dietro l'altra da parte del Presidente della Regione, ma poi devo dire che si sono dati da fare. Tuttavia a Milano la regione ha speso 26 milioni di euro per mettere in piedi un ospedale di emergenza nella vecchia fiera in cui, oggi come oggi, vengono curate non più di 10 persone...mah! E tutti gli altri che hanno bisogno? Poi l'ennesimo caso del Pio Albergo Trivulzio...questo posto deve aver un "karma" negativo perché era già entrato nelle cronache con mani pulite. Adesso scopriamo che il personale medico, in pratica, è stato mandato allo sbaraglio senza adeguate protezioni, hanno mandato il quella casa di cura persone che sembravano guarite, ma non lo erano, ed ecco poi i morti (e lì vai con la diffusione del virus...). Poi sono sparite non so quante cartelle cliniche, insomma adesso indaga Gherardo Colombo messo a capo di una commissione d'inchiesta. E' andata così anche in altre case di cura in Lombardia. Le mascherine gratis della regione? Non si trovano perché ogni farmacia ne riceve 100 e 30 per ogni edicolante. Uno di questi mi ha detto che le mascherine arrivano e in mezz'ora sono finite...
    Un salutone e alla prosima

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    1. In Lombardia il contagio ha avuto inizio e questo è un elemento decisivo per la dinamica di diffusione di una epidemia. Questo è un fatto rilevante per chi si occupa di epidemiologia ovviamente, non per chi si occuperà dei ritardi, delle leggerezze e dei reati che spero vengano perseguiti. Al solito si dà per scontato di trovarsi sempre a favore di vento e questo non fa sentire il peso e la responsabilità del governo di situazioni drammatiche, delle competenze che servono per venire fuori dalle secche o dalle sabbie mobili. Al di là del fattore sorpresa, chiamiamolo così, è quello che è capitato in Lombardia dove gli amministratori si riempiono la bocca della regione più produttiva, più eccellente, più quello che ti pare… tutto vero fino a quando tutto va bene, poi nelle situazioni tragiche scopri, si fa per dire, che la regione ha un sistema sanitario che fa acqua, amministratori fantoccio che puntano sul marketing degli ospedali da 600 posti che poi diventano di 400, poi 24 effettivi, poi 1 che però rappresenta tutti i malati lombardi!
      Per tornare al post, quello che a me dà fastidio in questa come in altre situazioni è l'emersione del merito dell'uomo solo al comando! E' una cosa che proprio non digerisco. E' l'intelligenza collettiva che dobbiamo perseguire, la partecipazione di competenze. Invece emerge sempre il vincitore o, sul versante opposto, il capro espiatorio. Roba antica e neanche questo cambierà il coronavirus alla faccia di tutte le menate che ci stiamo raccontando a proposito del "saremo migliori". Un saluto a te.

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  2. Concordo in pieno. Anch'io non sopporto l'uomo solo al comando e spero proprio che questa dura esperienza che stiamo vivendo ci permetta di superare l'idea sbagliata che un solo uomo risolve i problemi di tutti.
    Un salutone

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