Grazie a Mattia Santori, a Roberto Morotti, a Giulia Trappoloni, a Andrea Garreffa e a quanti insieme a loro hanno dato fatto suonare questa sveglia necessaria.
PS - Mi è capitato di leggere e ascoltare valutazioni di sufficienza per il movimento delle sardine, non a caso da ambienti di sinistra. Per chi trova quello che segue puerile, semplicistico e quant'altro ispira un gusto politico più raffinato del mio suggerisco che è possibile continuare a farsi del male in molti modi, non c'è solo quello di considerare con sufficienza i movimenti che nascono dalla piazza.
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Cari populisti, lo avete capito. La festa è finita.
Per troppo tempo avete tirato la corda dei nostri sentimenti. L’avete tesa troppo, e si è spezzata. Per anni avete rovesciato bugie e odio su noi e i nostri concittadini: avete unito verità e menzogne, rappresentando il loro mondo nel modo che più vi faceva comodo. Avete approfittato della nostra buona fede, delle nostre paure e difficoltà per rapire la nostra attenzione. Avete scelto di affogare i vostri contenuti politici sotto un oceano di comunicazione vuota. Di quei contenuti non è rimasto più nulla.
Per troppo tempo vi abbiamo lasciato fare.
Per troppo tempo avete ridicolizzato argomenti serissimi per proteggervi buttando tutto in caciara.
Per troppo tempo avete spinto i vostri più fedeli seguaci a insultare e distruggere la vita delle persone sulla rete.
Per troppo tempo vi abbiamo lasciato campo libero, perché eravamo stupiti, storditi, inorriditi da quanto in basso poteste arrivare.
Adesso ci avete risvegliato. E siete gli unici a dover avere paura. Siamo scesi in una piazza, ci siamo guardati negli occhi, ci siamo contati. E’ stata energia pura. Lo sapete cosa abbiamo capito? Che basta guardarsi attorno per scoprire che siamo tanti, e molto più forti di voi.
Siamo un popolo di persone normali, di tutte le età: amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero. Mettiamo passione nell’aiutare gli altri, quando e come possiamo. Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza (verbale e fisica), la creatività, l’ascolto.
Crediamo ancora nella politica e nei politici con la P maiuscola. In quelli che pur sbagliando ci provano, che pensano al proprio interesse personale solo dopo aver pensato a quello di tutti gli altri. Sono rimasti in pochi, ma ci sono. E torneremo a dargli coraggio, dicendogli grazie.
Non c’è niente da cui ci dovete liberare, siamo noi che dobbiamo liberarci della vostra onnipresenza opprimente, a partire dalla rete. E lo stiamo già facendo. Perché grazie ai nostri padri e nonni avete il diritto di parola, ma non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare.
Siamo già centinaia di migliaia, e siamo pronti a dirvi basta. Lo faremo nelle nostre case, nelle nostre piazze, e sui social network. Condivideremo questo messaggio fino a farvi venire il mal di mare. Perché siamo le persone che si sacrificheranno per convincere i nostri vicini, i parenti, gli amici, i conoscenti che per troppo tempo gli avete mentito. E state certi che li convinceremo.
Vi siete spinti troppo lontani dalle vostre acque torbide e dal vostro porto sicuro. Noi siamo le sardine, e adesso ci troverete ovunque. Benvenuti in mare aperto.
“E’ chiaro che il pensiero da fastidio, anche se chi pensa è muto come un pesce. Anzi, è un pesce. E come pesce è difficile da bloccare, perché lo protegge il mare. Com’è profondo il mare”.
LA CARTA DEI VALORI DELLE SARDINE
1. I numeri valgono più della propaganda e delle fake news, per questo dobbiamo essere in tanti e far sapere alle persone che la pensano come noi che esiste questo gruppo;
2. E' possibile cambiare l'inerzia di una retorica populista. Come? Utilizzando arte, bellezza, non violenza, creatività e ascolto;
3. La testa viene prima della pancia, o meglio, le emozioni vanno allineate al pensiero critico;
4. Le persone vengono prima degli account social. Perché? Perché sappiamo di essere persone reali, con facoltà di pensiero e azione. La piazza è parte del mondo reale ed è lì che vogliamo tornare;
5. Protagonista è la piazza, non gli organizzatori. Crediamo nella partecipazione;
6. Nessuna bandiera, nessun insulto, nessuna violenza. Siamo inclusivi;
7. Non siamo soli ma parte di relazioni umane. Mettiamoci in rete;
8. Siamo vulnerabili e accettiamo la commozione nello spettro delle emozioni possibili, nonché necessarie. Siamo empatici;
9. Le azioni mosse da interessi sono rispettabili, quelle fondate su gratuità e generosità degne di ammirazione. Riconoscere negli occhi degli altri, in una piazza, i propri valori, è un fatto intimo ma Rivoluzionario;
10. Se cambio io, non per questo cambia il mondo, ma qualcosa comincia a cambiare. Occorrono speranza e coraggio.
Si, anch'io ho letto la carta dei valori di questo movimento e anch'io sono solidale con loro. Condivido tanti punti della loro carta dei valori e gli auguro di fare un lungo e proficuo cammino. Fra l'altro ho letto che è in piena espansione e non solo in Italia....
RispondiEliminaUn salutone
Cominciassero a rispettare davvero l'opinione degli altri, sarebbe già un piccolo passo verso la normalità costituzionale. La sinistra purtroppo si arrogata il diritto di dire chi è democratico e chi no. Infatti la mancanza di valori e di vera identità delle attuali sinistre hanno portato a situazioni rocambolesche dove personaggi noti di destra sono diventali idoli della sinistra.
RispondiEliminaLe sardine stanno raccogliendo consensi e sebbene io continui a manifestare il mio interesse per questo movimento quei primi sondaggi che li darebbero al 15% qualora formassero un partito mi preoccupano. Dalle dichiarazioni degli organizzatori non pare esserci alcuna intenzione di formare un partito e direi che sarebbe bene per ora che fosse così visto le richieste in questo senso dei tanti partecipanti, tuttavia alcuni segnali meritano attenzione, come la registrazione del marchio che può essere letto in molti modi ma che ricorda quanto hanno fatto Grillo e Casaleggio con il loro logo. Mi preoccupa la velocità in cui si forma il consenso, non so se sia un fattore specifico di questo sciagurato paese ma la facilità con cui si forma e muta mi preoccupa. Quello che per vale per un movimento non vale per un partito e viceversa, anche al netto dei movimenti-partito e partiti-movimento che ultimamente occupano la scena politica. La critica di mancanza di proposte politiche rivolta un movimento può essere pretestuosa. Il movimento può contenere implicitamente le sue proposte. Un partito o un movimento che si fa partito no, le sue proposte le deve elaborare esplicitamente. Il suo quadro di riferimento deve essere chiaramente delineato. Il quadro di riferimento politico di un movimento può (per me deve) essere quello dei valori costituzionali che, ricordiamolo, deve valere per tutti i partiti. Il partito, dentro quel quadro di riferimento, ha un orientamento di parte, appunto. Una parte precisamente definita, esplicitamente elaborata. In mancanza di questa elaborazione, e soprattutto in mancanza di una qualche elaborazione razionale e collettiva di questo tipo la domanda è: cosa esattamente starebbero votando il 15% dei possibili votanti di cui parlano i sondaggi? Senza questa fase di elaborazione i consensi saranno aleatori, guidati da fiammate passionali destinate a spegnersi. Altra perdita di tempo per una politica già allo stallo. Un paese fermo al palo che guarda come tutti gli altri vanno avanti.
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