Ho ingaggiato una guerra chimica per sfuggire un dolore e prigioniero sono stato scaraventato in un girone di deliri ammantati di mille notti, non serve dormire con i chiodi conficcati nelle unghie, basta voltarsi per riaddormentarsi un secondo dopo l'altro, dissezionati ognuno, come animale macellato che ancora vivo sgocciola lento sangue altrui. In famiglia ci piace ricordare ma non ci basta evocare immagini, muoviamo tempeste della carne che vuole essere altra carne. Ho dormito in un letto di spine per somigliare a mia madre in una goccia di sangue, ho arrampicato pietraie taglienti e infuocate per svegliarmi con il fegato provato di anni in una notte di imitatio Christi. Il delirio più difficile è convincere mia madre che non è stata colpa sua.
E' sempre colpa di chi ci ha messo al mondo. Io questa assoluzione non gliela concedo.
RispondiEliminaE’ difficile commentare questa scia di pensieri dolorosi, le immagini sono piuttosto crude ed esplicative (anche se esplicativo non vuol dire comprensibile, per quest’ultima evenienza mi servirebbero molte informazioni e contestualizzazioni non presenti nel tuo testo), e i riferimenti a madre e famiglia mi suggeriscono un ascolto attento certo, ma rispettoso e non invasivo.
RispondiEliminaIl dolore, come la gioia, non hanno responsabili, e quindi colpe; è più utile dar loro un senso e comprenderne i meccanismi.
Passo dal tuo blog per augurarti Buone Feste.
Passo per farti gli auguri di Buon Natale e un Nuovo Anno che ci porti fuori da questa tremenda pandemia.
RispondiEliminaUn salutone e ci rileggiamo nel nuovo anno dopo il 7 gennaio.
Grazie degli auguri che ricambio di cuore, vi abbraccio anche se virtualmente che per ora è più prudente :)
RispondiElimina