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domenica 3 marzo 2019

Parole

Ci sono parole di sapore intenso, parole che mastico lentamente in ogni angolo della bocca. Sono parole aghi di bussola per trovare sentieri perduti nelle notti senza stelle, magneti che scrivono i campi di forza da percorrere. Sono parole altare, per inginocchiarsi e pregare chi le ha pronunciate, mappe per camminare le strade di ieri e di domani, luoghi da abitare in silenzio per non disturbare i muri intrisi di voci. Parole che arrivano dagli altrove dove le parole creano parole. Parole con il crepacuore, sole e abbandonate agli angoli di strade desolate, invase dai rifiuti lasciati dopo feste roboanti, parole forti come certe donne che chiudono dolori antichi in scrigni incastonati di sorrisi e tarsie di sogni, parole fragili di vetro soffiato da vento caldo e lungo tramonto nelle piazze imbiancate di calce dove vecchie sentinelle ruminano tempo, sputano malasorte e hanno parole buone per parlare con i morti, volti solcati da canali secchi d'acqua dove impetuose scorrono storie di miracoli e di prodigiosa povertà. Ci sono parole intrise di umidità notturna appese ad asciugare al filo di un sibilo assordante. Parole strozzatura di clessidra per contare il tempo nella notte, grano a grano, in attesa di un'alba che non lascia scampo.

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