"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
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domenica 21 ottobre 2018
La cattura del gatto [Note (67)]
Nei frammenti postumi Nietzsche afferma che non esistono fatti ma solo interpretazioni, “noi non possiamo constatare alcun fatto «in sé»” . Non è possibile prescindere dall’elemento valutativo dei fenomeni nel loro accadere, il fatto accade per sé ma ci raggiunge perché c’è una valutazione, il fatto senza valutazione (fatto in sé) non esiste (per noi). Non è il fatto a essere negato ma la constatazione del fatto senza valutazione. Che un grave lasciato a una certa altezza in un sistema gravitazionale cada non si possono avere dubbi, ma non si possono avere dubbi neanche sul fatto che il nostro sistema percettivo deve essere predisposto a una valutazione di alto e basso per poterlo osservare. Da questo a dire che la caduta sia buona o cattiva, la cosa si arricchisce (o si impoverisce) di una valutazione e si complica ulteriormente. In definitiva il fatto (per noi) ha sempre una valenza morale ma il fatto morale è e resta un ossimoro. Il fatto morale è già una valutazione, per cui è chiaro che non si tratta più di un fatto.
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