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martedì 15 luglio 2014

Tempo incerto

Odisseo scendeva nell'oltretomba per consultare Tiresia, noi non usciamo di casa senza consultare il meteo. Quotidiane divinazioni che ultimamente faticano ad avverarsi per una imprevedibilità che sfugge ai calcoli.
Oggi si attendono piogge moderate, è consigliato andare al lavoro con i mezzi pubblici e lasciare a casa lo scooter. Non è caduta nemmeno una goccia d'acqua.
Oggi ci sarà cielo limpido e sole torrido, invece il cielo s'annuvola e minaccia temporale.
Una volta c'erano le registrazioni delle temperature nelle principali località ma c'era sempre qualche località non pervenuta. Pochi anni fa ne parlava il grande marziano. Leggetelo attentamente quel post, è il ritratto della transizione tra due epoche. Da un mondo dove c'era ancora qualcosa di non pervenuto, qualcosa da scoprire ad un mondo dove non c'è più ospitalità per il non pervenuto, un mondo dove tutto è calcolato. Ma i calcoli non sono più affidabili. I cambiamenti climatici hanno fatto saltare gli algoritmi basati su serie storiche che non hanno più valore predittivo e noi non sappiamo più come tornare al non pervenuto.
Io continuerò a fare come i contadini che mi hanno preceduto e come i loro fratelli pescatori. Ogni mattina apro la porta del terrazzo, attraverso la soglia lentamente e dopo un respiro profondo guardo il cielo.

4 commenti:

  1. Io purtroppo ho constatato che l'avanzare dell'età mi giova almeno in questo.
    I cambiamenti climatici possono confondere i meteorologi e i fisici dell'atmosfera, con i loro modelli che non calzano più, ma non la mia artrite cervicale. Il cui morso sui miei nervi del braccio sinistro ha preso ad allentarsi in esatta concomitanza con la prima goccia di pioggia, mirabilmente senza soluzione di continuità.
    (Ma il rito di aprire la porta del terrazzo ogni mattina, di guardare il cielo e respirare profondamente, non me lo nego comunque)

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  2. Aprire la porta e guardare il cielo...non solo fa bene al cuore,ma ci dice cosa fare...ed è bellissimo prendersi quel momento!

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  3. Ciao Cri, c'è una cognizione del dolore, nel senso di una conoscenza attraverso il dolore. E' l'ultimo scoglio di umanità che ci fa entrarein consonanza con quanto ci circonda. Senza i reumatismi non sapremmo neanche di essere corpo.
    Benvenuta in questo blog upupa, nel tuo blog ho letto la tua storia e quella di Niki, sono senza parole...dimentichiamo troppo in fretta gli orrori di questo paese civile. Sì, è bellissimo prendersi quel momento, annusare l'aria, guardare se gli uccelli volano alti, se volano bassi pioverà, i loro algoritmi sono ancora perfetti.
    Vi saluto.

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  4. ah ah e secondo me fai bene... poi qui a Genova credo sia davvero impossibile azzeccare i tempo quindi attendiamo a guardiamo in alto :-)

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