In un post recente Odifreddi ha fatto notare che la concessione dei funerali a Priebke da parte della Chiesa avrebbe arruolato il criminale nazista nella lista dei "buoni", mentre Welby, cui furono negati i funerali, era stato messo nella lista dei "cattivi". Quindi la negazione dei funerali a Priebke ha di fatto arruolato il criminale nazista nella lista dei "cattivi" al fianco di Welby. Non entrerò nel merito delle contraddizioni della Chiesa e del piacere di Odifreddi di farle notare, non trovo stimolante né l'uno né l'altro argomento.
Tuttavia dall'acceso dibattito avviato dal post di Odifreddi si è alzato un polverone riguardo ad un commento dello stesso Odifreddi in cui afferma: "non entro nello specifico delle camere a gas, perché di esse “so” appunto soltanto ciò che mi è stato fornito dal “ministero della propaganda” alleato nel dopoguerra. e non avendo mai fatto ricerche al proposito, e non essendo comunque uno storico, non posso far altro che “uniformarmi” all’opinione comune. ma almeno sono cosciente del fatto che di opinione si tratti, e che le cose possano stare molto diversamente da come mi è stato insegnato, affinché credessi ciò che mi è stato insegnato."
Aggiungo che perché la propaganda funzionasse bene sono stati marchiati a fuoco migliaia di comparse tutte felicissime di farsi imprimere il numero sul braccio pur di testimoniare la vita e la morte nei campi di concentramento. Per non far trapelare la macchinazione sono state organizzate scuole di preparazione teatrale perché tutti gli attori, ma proprio tutti, riferissero la stessa versione. Pur di dare forza alla loro testimonianza alcuni soggetti, come Primo Levi, sono stati addirittura d'accordo a suicidarsi dopo aver scritto pagine che fanno torcere le budella ad una persona minimamente dotata di senso del dolore.
Pochi giorni fa Odifreddi è tornato sull'argomento con un altro post dove, con la lucidità che gli è consueta, pari almeno alla sua arroganza, spiega quello che ha voluto dire nel commento riferendo della gerarchia delle verità nelle discipline matematiche, scientifiche e storiche. "Si parte dalle verità matematiche, che sono dimostrate in maniera logica e controllabili da chiunque abbia un’alfabetizzazione adeguata. Si passa alla verità scientifiche, che non sono mai completamente assodate, e sempre sottoposte a continue verifiche sperimentali, spesso effettuabili solo da chi abbia adeguati mezzi tecnologici. Si arriva poi alle verità storiche, che si basano su testimonianze di varia mano, relative a fatti unici e non riproducibili, e che dunque non possono mai avere il grado di affidabilità delle verità scientifiche, per non parlare di quelle matematiche."
Ed è proprio qui il punto. Le verità storiche "si basano su testimonianze di varia mano" e per quanto abbiano differente statuto delle verità matematiche e scientifiche, se quelle testimonianze concordano e non hanno smentite ragionevoli allora rappresentano un accertamento di fatti avvenuti.
A differenza di Odifreddi quello che so dei campi di sterminio tedeschi, come di quelli dell'Italia coloniale, lo "so" grazie a quel tipo di testimonianze. Poiché Odifreddi dice chiaramente di non essere uno storico sono sicuro che "un’alfabetizzazione adeguata" possa guidarlo nella scelta delle letture storiche e non rimanere in balia del "ministero della propaganda". Potrebbe farsi consigliare delle letture da qualche attento storico, parlare con qualche vecchio sopravvissuto dei campi di sterminio, ancora ce ne sono, leggere i resoconti di testimoni diretti non più presenti ma che hanno lasciato una quantità enorme di sale da spargere su una ferita che deve rimanere aperta. Sono sicuro che in questo modo Odifreddi potrebbe farsi un'idea più compiuta e meno banale anche di verità non matematiche. Per farlo ci vuole tempo e Odifreddi potrebbe guadagnarlo evitando di rispondere frettolosamente ai diversi interlocutori del suo blog prestando tra l'altro il fianco ai vari Riotta e al mitico "popolo della rete" cui "interessa solo ripetere ciò che appare nei 150 caratteri che costituiscono ormai il limite massimo dell’attenzione e dell’approfondimento." (NdR, i caratteri concessi da twitter sono 140, ma questo errore non è grave, si possono scrivere minchiate anche superando 150 cartelle!)
Detto questo, il discorso che la storia è scritta da chi vince è un discorso antico come il mondo ma proprio per questo andrebbe affrontato con cautela, evitando di cadere nelle trappole di una comunicazione frettolosa e forse inconsciamente più asservita al piacere di rilevare le fallacie altrui che a colmare le proprie.
PS - Stavolta d'accordo con Odifreddi trovo una sciocchezza la proposta di una legge contro il negazionismo, per i motivi esposti in questo post, che peraltro riprende una lettera aperta del 2007 di diversi storici. Troverei più adeguato un invito a fare autocritica del nostro passato coloniale, in Italia pensiamo tutti di essere buoni e santi ma non è stato così e non è così.
Ma i documenti fotografici e cinematografici che mostrano riprese ove si notano scheletri che camminano e guardano con gli occhi impauriti sono forse esseri umani che hanno deciso di fare una dieta? E, a proposito del nostro passato coloniale, ci siamo dimenticati di aver usato gas in quelle guerre? Forse mi sarò inventato tutto.
RispondiEliminaQuesto personaggio è irredimibile. Lucido sì, ma esclusivamente nella banalizzazione. Con catastrofici scivolamenti in peculiari "vezzi estetistici", per fare propria un'espressione di Primo Levi.
RispondiEliminaSia chiaro, io non accuso Odifreddi di negazionismo, una lettura attenta del suo post e dei suoi commenti non lo consente, salvo essere intellettualmente disonesti come Riotta & C. Io accuso Odifreddi di superficialità del linguaggio, di inopportuna frettolosità su argomenti delicatissimi e di mancanza di contezza della responsabilità che scrivere comporta, almeno in questo caso. Ciò che mi preme mettere in evidenza è che le fonti storiografiche sono ben diverse dal "ministero della propaganda" e se questo Odifreddi lo sa, e lo sa, allora l'uso di quell'espressione, per quanto tra virgolette, denuncia un linguaggio superficiale e irresponsabile.
RispondiEliminaSono d'accordo con te nel distinguere la posizione di Odifreddi dal negazionismo, Odifreddi sarà semmai uno scettico inveterato, uno che attacca a testa bassa tutto ciò che sembra presentarsi in maniera tetragona e incontrovertibile (fosse pure dio) ... al punto che questo suo atteggiamento diventa tetragono e incontrovertibile anch'esso.
RispondiEliminaDa Platone, alla famosa diatriba medioevale sugli universali, fino a giungere al relativismo e al costruttivismo, ci si interroga su quale consistenza dare alla nostra conoscenza del mondo, sia essa storica, scientifica (a proposito, la differenziazione fra "scienze della natura", naturwissenschaften e "scienze dello spirito" geisteswissenschaften è stata molto sfumata negli ultimi tempi, mentre le verità matematiche dopo l'introduzione delle geometrie non-euclidee che hanno scompaginato il "mathema", sono viste alla stregua di tautologie o, se si preferisce, di auto-erotismo. Sulle "verità" religiose consiglio un ottimo post di Luigi Castaldi "Malvino" ( http://malvinodue.blogspot.it/2013/10/il-sogno-di-parlare-col-papa.html) che coglie bene l'atteggiamento dell'ateo alla Odifreddi. Trovo anch'io abbastanza ridicolo, se non proprio pericoloso, che ci sia una "verità" storica di Stato e che si proceda penalmente contro chi non la riconosca. I fascisti e i negazionisti di oggi non hanno conosciuto direttamente i fatti che negano, non hanno la minima idea di ciò di cui stanno parlando; in gran parte nutrono le loro convinzioni di "opposiività", di "bastiancontrarietà", e dello stesso scetticismo elevato a sistema che è condiviso da Odifreddi. Se Hitler e Mussolini (o anche Stalin) non fossero circonfusi di quell'alone di maledettismo e di proibito, molto del loro carisma cesserebbe immediatamente ... in fondo furono e rimangono degli individui molto mediocri e banali, anche nel male.
Ciao
Intanto grazie per la perla del blog di Castaldi, non lo conoscevo, direi che fa un ritratto perfetto dell'ateo bramoso di convertire il Papa ma poiché con il successo dell'impresa perderebbe gran parte della propria ragione di esistere s'accontenta di farsi "dare pubblicamente del coglione da Ratzinger", come scrive Castaldi.
EliminaSugli onanismi matematici et alii potremmo discutere per secoli e direi che la storia del pensiero filosofico e scientifico ne ha già messa tanta di carne al fuoco. Odifreddi fa spesso finta di non sapere (mi auguro si tratti di finzione) che non tutto può essere interpretato con gli strumenti della logica matematica.
Per quanto riguarda la cosiddetta legge sul negazionismo, si tratta dell'ennesimo uso strumentale delle leggi (o delle proposte di legge abortite) in un paese fascista fino all'osso (ma con il cuore di panna all'occorrenza) per lavarsi l'anima nei giorni di festa. Riguardo invece a fascisti e negazionisti che “non sanno quello che fanno”, dico giusto due cose, la prima è che probabilmente non erano presenti neanche all'accoltellamento di Giulio Cesare ma non mi pare di aver sentito qualcuno reclamare una revisione di quella faccenda, la seconda è che in questo paese sono previsti i reati di apologia del fascismo, di istigazione a delinquere, incitazione alla violenza, all’odio razziale e compagnia bella che sono solitamente associati a tesi negazioniste e fasciste, tutti reati mai considerati e relative sanzioni mai applicate. Ecco, penso che il quadro normativo a disposizione sia sufficiente per affrontare questi problemi senza ricorrere ad una legge idiota che di fatto sancirebbe il riconoscimento dell'autorità dello Stato nel dominio delle discipline umanistiche aprendo una falla grossa come un continente nel discorso della libertà di pensiero, motivo per il quale tale legge se non agganciata ai reati di cui sopra sarebbe incostituzionale ma allora se deve contemplare quei reati è del tutto inutile... insomma la solita manfrina di chi usa la testa solo per separare le orecchie.
Ciao