Questo significa un risparmio annuo da 6 a 10 miliardi di euro.
In un altro giornale della famiglia del signor b., Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps, sostiene che "Elevando solo di un anno la soglia minima per accedere alla pensione di vecchiaia e a quella di anzianità, ad esempio, si potrebbero risparmiare almeno 6 o 7 miliardi di euro già nel 2012."
Insomma l'ordine di grandezza è quello.
Poi si sa, l'appetito vien mangiando, la curiosità cresce e mi sono chiesto anche di che entità è la spesa previdenziale in Italia per pensioni di vecchiaia e anzianità e, ancora più importante, come è distribuita la spesa pensionistica e cose di questo tipo. Del resto già altre volte in questo blog sono stato preso dalla frenesia di fare i conti della serva.
E allora sono andato a cercarmi qualcosa nel sito di ISTAT dove sono disponibili i dati delle pensioni del 2008 e ho trovato delle cose interessanti.
In questa tabella sono considerate le pensioni di vecchiaia e sono ripartite per classe di importo mensile lordo. Come potete vedere la spesa complessiva per queste pensioni nel 2008 è stata di quasi 191 miliardi di € con un importo medio annuo lordo di 16.733 €, ma quello che è più interessante è la distribuzione degli importi.
Ripeto, considerate che tutte le cifre sono al lordo delle trattenute fiscali.
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Giocando con questi numeri si vede che le pensioni sotto i 1.250 € mensili rappresentano poco più della metà di tutte le pensioni di vecchiaia, il 52,2% per la precisione, e che a tutte queste pensioni va il 28% dell'importo totale, mentre all'altra metà delle pensioni (47,8%) va il 72% della spesa pensionistica.
Ora, fatti salvi i casi di fannullismo che si accontentano di bassi compensi e che il ministro della funzione pubblica ha ormai brillantemente risolto, pare evidente uno squilibrio che risulta addirittura eclatante se si considerano le fasce estreme.
Guardate le pensioni sotto i 500€ mensili nella tabella (le prime due righe), rappresentano il 13,8% delle pensioni di vecchiaia e a queste pensioni corrisponde il 3,7% della spesa, mentre alle pensioni maggiori di 3.000 € mensili (l'ultima riga), che rappresentano il 5,1% di tutte le pensioni di vecchiaia, corrisponde il 16% della spesa totale.
Il grafico che ho fatto qui mostra la faccenda in maniera impietosa. Da notare come le barre verdi siano più alte di quelle arancione per le cifre sotto i 1.500 € e come la situazione si rovesci completamente dopo. Non so voi ma io trovo molto inquietante quel rovesciamento.
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Lo trovo inquietante perché mi parla di uno squilibrio sociale anche nella spesa previdenziale che non riesco a spiegare in termini di merito. Del resto non sto scoprendo niente di nuovo, che la forbice tra ricchi e poveri si sia allargata è cosa nota e la Banca d'Italia sostiene "che alla fine del 2008 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 10 per cento della ricchezza totale, mentre il 10 per cento più ricco deteneva quasi il 45 per cento della ricchezza complessiva.", La ricchezza delle famiglie italiane, 2009 (pp. 8-9)
Io non so dire se l'innalzamento dell'età pensionabile sia inevitabile per fare cassa, orientativamente penso che la variabile decisiva non sia per quanto tempo si può vivere ma per quanto tempo si può lavorare, ma non ho intenzione di affrontare questo aspetto, è tardi e ho fame. Dicevo, non so se è necessario alzare l'età pensionabile ma mi chiedo se questo innalzamento non si sarebbe potuto evitare qualora qualcuno avesse operato molto tempo fa una riforma per fare in modo che le barre verdi e arancione nel grafico in alto avessero altezze più simili tra loro.
Quasi me ne dimenticavo, all'inizio dicevo del risparmio di almeno 6 o 7 miliardi di euro all'anno dalla manovra, allora ho pensato che nei momenti difficili chi ha di più dovrebbe dare di più e guardando le fasce più alte ho immaginato dei prelievi a mio avviso ragionevoli. Cadrebbero sul 13% dei beneficiari di pensioni e permetterebbero un prelievo di 6 miliardi di € in un anno lasciando la media mensile nella stessa fascia di partenza.
Chiaramente questo è solo un esercizio che non può funzionare in un paese dove il contributo di solidarietà del 5% sulle eccedenze dei 90.000 € annui è stato salutato come una mannaia sulla "classe media". Lì io mi sono fatto due domande, la prima "ma quanto cazzo guadagna la classe media in Italia?", la seconda "Io in quale fondo classe sto?". Non ho trovato uno straccio di dato per tentare di dare una risposta a queste domande.