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giovedì 16 giugno 2022

Ritorni

Oggi il mare ha il colore del mare. Non sempre il mare ha il suo colore. A volte si colora di assenza e di distanza, le onde non sanno dove andare in un continuo rigurgito tra fondo e superficie. Noi lo diciamo ntraujatu, più inclini a comprendere i sentimenti del mare che le condizioni meteorologiche. Oggi invece il mare si è vestito del suo abito più elegante, un abito color mare, così vero da sembrare finto con un orizzonte fotomontaggio che dall'isola di Sant'Andrea bastano due bracciate per arrivare a riva dove affiorano le emergenze del tempo, scritte in un alfabeto Braille che solo il viandante cieco può comprendere, con dita rese sensibili dall'esercizio. Qui, nella macchia spinosa, invento sentieri, con grande disappunto delle mie gambe, mai disabituate alle sbucciature che collezionavo da bambino. Il profumo di erbe buone da mangiare si mescola alle voci dei rovi che cantano inni di benedizione e segnano chi passa. Ce ne vuole di tempo per capire che il luogo del mondo dove sei veramente a casa è quello dove sei pietra e sei vento, è quello dove il sangue si fa terra e acqua. Più tempo ancora serve per capire che non sempre è quel luogo dove vorresti vivere ma è certamente quello dove vorresti morire.


È entrata in casa, ha volteggiato, è andata via ed è ritornata più volte. Ha riempito casa di cinguettii e ci ha salutato. Mio padre, più razionale di me, dice che l'ha mandata mamma. 🌹

 

non ho vestiti:
indosserò abiti
frusti di luce.


Con il 1501 comincia il XVI secolo. Con il 1801 inizia il XIX secolo. Se dico che la peste che ha visto Boccaccio è del XIV secolo siamo nel secolo che va dal 1301 al 1400. Spesso, più giovane, questo mi ha creato qualche confusione di collocazione temporale dei fatti. Certamente non aiutato dalla mia naturale tendenza a mescolare passato, presente e futuro nel gioco mortale ingaggiato con il tempo, puerile risposta alle ignobili licenze che lui si prende con me. Questo disorientante conteggio delle soglie del tempo ricorre anche nei compleanni festeggiati nel sud. Chi compie 69 anni è quasi sicuro che dica che "entra nei 70", trascurando il numero 69 come un accidente di trascurabile importanza! Sarà la metafisica del numero tondo. Sarà la fretta di vivere per non rischiare di fermarsi prima di un immaginario traguardo. Non so dire. Da un anno papà dice che oggi entrerà negli 80. Faccio gli auguri a chi sono stato prima di nascere e a quello che sarò se avrò fortuna. Oggi papà varca la soglia degli 80, a breve mamma lascerà quella dei 70. 🌹 

 

Alla controra gli occhi partoriscono luce. La terra grida le doglie del giorno, nascono muri di pietra e strade bianche.
Qui passano i morti, lucertole tra i sassi, nell'ora stanca del riposo dopo l'affanno. In paese camminano volti nuovi senza faccia, i vecchi non sono più vecchi, giovani con visi rugosi sfrecciano in auto. Nessuno ricorda i piedi. Oltre il muretto non ci sono più giardini. Le pietre hanno smesso di parlare, le mani hanno smesso di ascoltare. La terra trattiene i suoi profumi.
Erano zappe le mani e forconi gli occhi per sollevare giorni e notti. Con altri passi mi muovo nelle stanze antiche, spolverando ritratti e bugie. Farfalle di rame volano in casa mentre fumi e rumori mi danno la nausea. Tronchi secchi di alberi secolari mi parlano ancora. La litania delle cicale chiama su questa terra arida l'ultima benevolenza del Dio assente.
Voci mi scorrono nel sangue.


3 commenti:

  1. Morire no, io vorrei viverci al mare, anche un mare non mio, come quello islandese; che poi sono convinto che sempre dello stesso mare si tratti, del mio mare: oceano, Grecia, Maldive o Ostia Lido. Basta che una risacca mi chiami, ed io riconosco il mio nome.

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