Compiti da fare a casa la sera, dopo il tramonto:
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
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venerdì 22 gennaio 2021
Compiti a casa
Compiti da fare a casa la sera, dopo il tramonto:
venerdì 15 gennaio 2021
Dialoghi di/versi
Passeggiando con un amico nelle campagne salentine ho proposto un gioco: uno scrive un verso, l'altro risponde con un altro verso, senza vincoli di tempo. Si risponde o meno secondo la disposizione del momento. Un verso ciascuno, come le mosse di una partita a scacchi. La scacchiera è whatsapp o, meglio, la scacchiera è il paesaggio geografico e emotivo e whatsapp è solo il mezzo di questo scambio epistolare. Una bandierina apre il primo verso. Una bandierina chiude l'ultimo, apposta da chi considera concluso lo scambio.
Niente di nuovo sotto il sole. La tradizione è lunga, a partire dalle ottave in rima per passare ai renga giapponesi e alle gare di stornelli salentini ma il gioco che propongo non ha regole se non quelle menzionate. Non c'è rima o metrica che non sia quella dettata dalle suggestioni suscitate dalle passeggiate, vere o virtuali, e soprattutto non c'è alcuna tenzone ma uno scambio di vedute. Non sono a conoscenza di esperimenti letterari di questo tipo tra i poeti, intendo quelli veri.
Quelle che seguono sono le passeggiate tra me e Fabrizio. I titoli sono l'iniziale dell'autore del primo verso e la data di inizio. Sono state ricopiate così come sono state scritte, senza badare alla punteggiatura o altro. Continueremo con questo gioco fino a quando non si deciderà di smettere.
Il gioco ha una sua portata terapeutica che in qualche modo richiama la diaristica psicoanalitica che molto spazio ha avuto nella letteratura del novecento. Qui più che cercare sé stessi in un diario si tratta di farlo in un dialogo. Un dialogo diverso dal solito.
giovedì 14 gennaio 2021
La preghiera dei campi
Le voci si alzano, si incrociano e restano sospese nell'aria gelida: muoviti, muoviti con quell'ascia che il vero padrone oggi non è quello con cento occhi ma quello cieco che vede tutto e appena ti fermi morde le gambe e le braccia che se lo lasci fare non ti muovi più. Oggi comanda il gelo, a lui dobbiamo obbedienza e lavorare senza sosta.
lunedì 4 gennaio 2021
Scherzi
A pochi passi da Macondo ogni tanto qualcuno spariva senza una ragione. Da un giorno all'altro non si faceva più vedere. Puff, come fosse un gioco di magia. Fino a ieri girava per il paese, salutava tutti, si informava delle ultime novità e poi niente, come se nessuna notizia potesse più interessare. Nei primi mesi di assenza gli abitanti del villaggio pensavano che si trattasse di uno scherzo e per non dare soddisfazione diventavano tristi e piangevano, convinti che questo avrebbe persuaso la persona scomparsa a smetterla con quel comportamento infantile e a ritornare a casa. Ma lo scherzo una volta fatto non prevedeva ritorni e serviva molto tempo, a volte diversi anni, per capire che le persone lo facevano per ritrovare chi aveva fatto prima di loro lo stesso scherzo e che il solo modo per ritrovarle era combinare lo stesso scherzo agli altri. A pochi passi da Macondo c'era un villaggio abitato da gente sempre pronta a fare scherzi.
***
Vieni via con me. Non posso, il mio posto è qui. Avremmo lo stesso cielo e la stessa luna. Lo so, il cielo è lo stesso ma il mio compito qui non è ancora finito. Finirà mai? Non lo so. Saremo mai davvero in un luogo che ci appartiene? Noi apparteniamo al luogo dove sono i nostri morti. È così.
sabato 2 gennaio 2021
Dilemmi
Per quanto ci si sforzasse non si riuscì mai a stabilire se il paese finiva dove cominciava la campagna o la campagna finisse dove cominciava il paese. È certo che la campagna aveva bisogno di uomini e donne per essere coltivata e un villaggio non poteva mancare nelle sue prossimità ma cosa venisse prima, se il paese o la campagna, era un problema più difficile da sciogliere del fatidico uovo o la gallina. Non era questo un problema che assillava chi era nato qui ma chi veniva da lontano non si chiedeva altro, come se fosse indispensabile sciogliere il nodo prima di poterci vivere.