Quel pomeriggio pioveva tempo, ne veniva giù tanto, più di quanto non ne cade in interi anni. Quel pomeriggio il tempo veniva giù a dirotto, il tempo di una o più vite. Non ebbi modo di sapere quante.
Il giorno era passato, fitto come pochi di incroci di possibilità e strade che non potevano essere percorse e che si aprivano come ferite nella carne che non sarebbero più rimarginate. Il tempo si comprimeva, come corpo stritolato da una macina, il succo amaro gocciolava, distillato di fiele da bere fino in fondo.
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Ricorre quel giorno che incredula chiedesti a una suora se davvero era tuo quel bambino che ti dormiva tra le braccia, "Benedetta ingenuità!", rispose la suora. Oggi le nostre incredulità si toccano e si capovolgono. Allora tu non riuscivi a credere che io fossi nato, oggi io non riesco a credere che tu sia