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venerdì 26 ottobre 2018

La cattura del gatto [Note (72)]

Non possiamo prescindere dal relazionarci con altri, salvo incorrere nelle degenerazioni non a tutti evidenti di una “società individualista”, ossimoro mostruoso che bene descrive gli aggregati umani dei paesi sviluppati occidentali del XXI secolo. Ad ogni modo resta un fondo tipicamente umano, una reminiscenza della nostra insufficienza anatomica che sfocia nella necessità di fare affidamento sugli altri. Si tratta di una sorta di tendenza innata che, opportunamente concettualizzata, diventa desiderio.
In un sistema religioso il desiderio trova origine e compimento nell’autorità divina, passando attraverso il servizio pastorale. Qui trova espressione la volontà di condividere l’esperienza dell’altro perché questi non ne sopporti il carico da solo, desiderio lodevole, ma che difficilmente si sottrae alla tentazione di non ascoltare il desiderio dell’altro e di preferire all’altro le regole che questi dovrebbe rispettare perché, alla fine dei conti, in queste si estingue il desiderio originario. In un sistema laico il desiderio origina e muore nella collettività di individui che riconoscono di condividere lo stesso destino. Qui non ci sono regole imposte da autorità esterne alla collettività ma l’altro resta il soggetto in cui si compie la necessità di costituire un sistema e il suo scopo.
Per entrambi i sistemi assume un ruolo cardine la responsabilità, il dover rispondere a Dio o alla collettività delle proprie azioni nei confronti dell’altro. Per entrambi i sistemi la pietra dello scandalo è sempre e solo l’altro, per entrambi il fallimento è in prossimità dello scopo.

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