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mercoledì 29 agosto 2018

La cattura del gatto [Note (16)]

Se la risposta teologica alle richieste di senso del vivere è sicuramente criticabile e da rifiutare per i suoi aspetti dottrinali, non può essere rigettata la domanda dell’umanità con tutto il terreno emotivo che la genera. Gli aspetti della sensibilità umana toccati da questa domanda, sia di ordine antropologico sia di ordine etico, sono troppo importanti e vanno ben oltre la dimensione teologica per essere lasciati solo alle religioni.
Hanno perfettamente ragione quanti affermano che i non riconosciuti limiti della cultura laica e liberale, che ruotano intorno alla presunta totalità della razionalità e dell’individualità, non fanno altro che cedere l’esclusività del discorso morale alle religioni. Tuttavia non hanno ragione quanti non riconoscono che alla cultura laica e liberale non può e non deve competere la prescrizione dei comportamenti all’interno del contesto definito dal diritto, ma compete unicamente la netta de-finizione di quei limiti invalicabili che la comunità si dà con il diritto stesso, anch’esso mutevole sotto la spinta delle categorie che emergono nel divenire storico.
Fatto salvo l’originario insegnamento all’amore, tradito e dimenticato dalle religioni quanto dalla cultura laica, la “morale” delle Chiese, che si leva a colmare spazi lasciati vuoti, si diletta in prescrizioni di imbarazzante banalità che entrano all’interno di quel limite virtuale quanto concreto definito dal diritto laico dov’è il territorio più intimo della persona, occupato dalla più recondita gioia e dal più segreto dolore. La banalità dell’etica del pettegolezzo emerge in tutto il suo squallore a fronte della reale perdita del collante umano che non fa più scorgere la comune sorte del genere umano al di là di ogni epoca e di ogni geografia.
Eppure a molti basta quel ricordo ormai stinto del messaggio di amore e perdono, ma se il tradimento dell’amore è cominciato nel momento in cui è stato necessario presentarlo come un comandamento, il perdono non è più sufficiente a tracciare la differenza tra cultura religiosa e cultura laica poiché se questa non lo conosce quella lo ha barattato per il potere e adesso parla di un perdono ormai dimenticato dall’alto di una balaustra, ad una folla osannante che tornata a casa benedirà Dio pensando al papa.

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