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venerdì 25 novembre 2016

In piedi, signori.

In rete la trovate attribuita a Shakespeare ma il linguaggio del testo non consente di attribuire questo testo al grande poeta inglese. Ad oggi è anonima.


domenica 20 novembre 2016

Compere

Ricordo da bambino la merceria dove mia madre comprava gli articoli che le servivano per i lavori di cucito. Mi piaceva andare con lei alla merceria perché era un negozio particolare, diverso da tutti gli altri. Entravo in un mondo incantato con cassetti colmi di gemme di bottoni dalle mille forme e colori, cataste di gomitoli di lana e rocchetti di cotone, rotoli di tessuti ricamati e scampoli di stoffa. Ripiani alti e fitti di oggetti che serviva una scala per raggiungerli e una memoria prodigiosa per ricordarli tutti. Alla richiesta di una sigaretta di cotone di un preciso colore o di un rotolo di tessuto la negoziante dietro il bancone non aveva esitazioni, indirizzava la sua mano nel cassetto che conteneva l'oggetto richiesto oppure andava immediatamente alla scala per raggiungere il ripiano giusto. Era come se l'intera merceria fosse contenuta nella sua mente o, ipotesi ancora più stupefacente, come se gli infiniti oggetti della merceria fossero il frutto della sua mente. Lei immaginava che l'oggetto richiesto fosse esattamente dove sarebbe andata a cercarlo ed ecco che il bottone della più improbabile forma si trovava proprio nel cassetto che avrebbe aperto. Accadeva anche che il bottone giusto non fosse nel primo cassetto ma questo accadeva per uno scopo preciso, certo non perché la venditrice avesse dimenticato dove trovare quello che cercava. Apriva il primo cassetto e diceva "qui no", apriva il secondo e con un sorriso diceva "qui no", quasi mai andava oltre il terzo cassetto e quei "qui no" ero certo li dicesse per me. Lo faceva per portarmi fuori strada e per cancellare dalla mia immaginazione la possibilità che gli oggetti fossero proprio dove lei li cercava.
Negozi affascinanti le mercerie, non ne vedo più tante oggi. Sembrano essere sparite e forse continuano a esserci solo nella memoria o nei sogni.


- Buongiorno signora. Cosa le do oggi?
- Buongiorno a lei. Dopo tutto quello che ho comprato da lei è venuto il momento di prendere un rotolo di tempo.
- E' sicura? Ci ha pensato bene? E' una decisione importante.
- Lei sa benissimo che non è questione da pensarci e non si tratta neanche di una vera decisione. Quando arriva il momento, volente o nolente, tocca prendere il rotolo di tempo.
- Lo so. Lei sa anche che del rotolo non può scegliere nulla. Non il peso, il colore, la tessitura o altro.
- Sì, lo so e questo mi rincresce.
- Lei lo può srotolare solo quando è a casa sua. Se non le piace può gettarlo via, se decide di tenerlo potrà cucirsi il suo abito. In entrambi i casi non può chiedere altri rotoli e noi non ci vedremo più.
- Anche questo mi rincresce.

La signora prende il suo rotolo di tempo e va via ansiosa di arrivare a casa per srotolarlo. Dietro al bancone uno sguardo pieno di tenerezza e comprensione la accompagna mentre esce dal negozio per l'ultima volta.

lunedì 14 novembre 2016

Sondaggi


- Buongiorno, vuole partecipare a un sondaggio sulle prossime elezioni?
- Vattene affanculo, ho altro da fare.
- E lei che sembra più distinto, vuole partecipare?
- Certo, mi faccia pure le domande.

In brutale sintesi è tutta qui la "capacità predittiva" dei sondaggi!
Un po' quello che accade per altri studi sociali che risentono della raccolta di dati esclusivamente tra soggetti cosiddetti WEIRD, Western, Educated, Industrialized, Rich, Democratic: occidentali, istruiti, industrializzati, ricchi e democratici.

Insomma, ci diciamo quello che vogliamo ascoltare e le voci che vengono da fuori non arrivano. I salotti le attutiscono!

martedì 8 novembre 2016

Brevi note sulla riforma costituzionale e il referendum

Approfitto di uno scambio con un caro amico per condividere alcune brevi note sulla riforma costituzionale e sul referendum. Premetto che trovo la classe politica a sostegno del no imbarazzante quanto quella a sostegno del sì, quindi per le mia decisione di votare no al referendum mi accompagno alle considerazioni che potrete trovare in rete di autori come Zagrebelsky, Onida, Rodotà, Settis, Canfora, De Siervo, Pace, La Valle, Carlassare, ecc. ecc. A quanti decidono il proprio voto seguendo i suggerimenti di questo o quel partito dico che con una riforma costituzionale non si vota questo o quel partito ma si votano tutti, quelli presenti e quelli futuri.
Questa riforma è la più grande mai fatta, 47 articoli se non ricordo male, quindi richiederebbe condizioni di convergenza politica che non sono presenti né nel panorama sociopolitico del paese né nel parlamento, perché eletto con una legge incostituzionale. Questa riforma è nata con voti di fiducia e altre amenità simili, tutte sotto il segno della demagogia come ridurre i costi della politica e accelerare il processo normativo. Nessuno di questi argomenti reggerebbe un minuto sotto i colpi di critiche serie. Le riforme costituzionali toccano la nervatura di un paese e non si fanno per sottrarre argomenti all'avversario, vedi l'assillo dei costi per i grillini che tanto varrebbe si facessero pagare di più pur di fare qualcosa di concreto! Nel 2005 fu fatta una riforma meno incisiva di questa per sottrarre l'argomento federalismo alla Lega e ne è venuto fuori un pasticcio in cui non si sa bene chi cavolo deve occuparsi di cosa e quando guardiamo fuori dalla finestra non sappiamo se vediamo un paesaggio, l'ambiente, un territorio o un bene culturale e via e via, ovviamente ognuno con le sue competenze specifiche e conflittuali. Poi abbiamo visto che regioni e province producono corruzione e conflitti normativi. Adesso si ritorna al caro vecchio centralismo, prima tanto vituperato. Allora, dov'è il conflitto normativo e la lungaggine burocratica? Nell'assetto costituzionale o in qualcos'altro? I costi si riducono con leggi ordinarie, la corruzione si riduce con leggi ordinarie. La riforma costituzionale è fumo negli occhi come fumo negli occhi sono gli argomenti di quanti chiedono riforme all'Italia, i cosiddetti osservatori esteri che tanto osservatori non sono se intervengono a gamba tesa! Le radici di questa riforma sono solo in parte nella necessità di rivedere la Carta, necessità che Renzi & co hanno sprecato perché se passa è una pessima riforma che avremo per anni con altri conflitti normativi. Le altre ragioni della riforma sono in un documento di JP Morgan di qualche anno fa in cui si auspicava una serie di riforme nell'aera euro per smantellare quelle fastidiose costituzioni che ancora conservano uno spirito socialista che impedisce la liberazione delle meravigliose e progressive sorti che solo il liberismo può scatenare!