"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
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martedì 20 ottobre 2015
Poche considerazioni e alcune domande
La peculiarità della democrazia è il continuo interrogarsi sui limiti e punti deboli di tale forma di governo, sulle fallacie degli stessi presupposti. A differenza delle altre forme di archia, per assurdo compresa l'anarchia, la democrazia si sostiene sul crinale delle incertezze e si dà da sé i pilastri della propria sussistenza. Da qui la necessità di interrogarsi continuamente se ciò che chiamiamo e consideriamo democrazia sia effettivamente tale e quanto ciò che chiamiamo e consideriamo democrazia approssima quell'ideale che pare aleggiare nei pensieri e nei discorsi.
La vicenda di Erri De Luca pone questi interrogativi in maniera palese. Indagato per istigazione a delinquere per aver detto che la TAV va sabotata, infine assolto perché il fatto non sussiste. Poche brevi considerazioni al riguardo e alcune domande, appunto.
Il reato di istigazione a delinquere viene sollevato raramente quando l'atto di istigazione danneggia le persone, vedi casi di razzismo e discriminazione di ogni tipo, ma non si esita a sollevarlo quando si toccano interessi economici che calpestano la volontà popolare e decisioni politiche prese senza considerare le realtà territoriali, con processi consultivi farsa e studi di impatto inutilmente voluminosi.
Nella rete delle relazioni economiche i grandi interessi economici coinvolgono inevitabilmente e funzionalmente i piccoli interessi economici che entrano a far parte della maglia sociale. Inevitabilmente e funzionalmente per ragioni strutturali di organizzazione delle reti, una rete con molti buchi è debole. I piccoli interessi economici servono da cuscinetto di sicurezza ai grandi interessi facendo “percolare” la ricchezza utile a contenere gli impatti sociali. Da qui lo scontro delle comunità della Val di Susa con le aziende che lavorano nei cantieri della TAV. Evidentemente la percolazione della ricchezza non è un buon metodo per assicurare la tenuta della maglia sociale!
Congelare i movimenti sociali di opposizione nelle regole stabilite(*) significa congelare la storia e significa tradire lo stesso concetto di democrazia se si prescinde dalla dinamica che ha originato i movimenti sociali. L’opposizione delle comunità della Val di Susa alla TAV può dirsi lesiva di un’opera realizzata negli interessi, non solo economici, della collettività? Tale opera, fin dalle sue fasi progettuali, è stata “indirizzata e coordinata a fini sociali”? Oppure è legittimo chiedersi se l'opera è realizzata “in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”?
Sussumere i movimenti sociali di opposizione nel terrorismo, come ha fatto a suo tempo Caselli, è un atto di miopia intellettuale sconcertante.
Ieri Del Rio ospite a 8 e 1/2 della Gruber ha detto che “una cosa è buttare un fiammifero sulla sabbia, altra cosa buttarlo su una tanica di benzina”. Vero, ma chi ha ammassato le taniche di benzina senza rispettare le regole della sicurezza?
Quali azioni restano disponibili alle comunità quando la politica si inchina all’economia e la democrazia diventa mero puntello procedurale al servizio di interessi economici imposti dall'alto? Resta il boicottaggio e in ultima analisi resta il sabotaggio, perché e solo perché non resta altro. Ecco perché la parola contraria di Erri De Luca sussiste e con lui abbiamo atteso di sapere se costituisce reato.
(*) L’articolo del codice penale per cui Erri De Luca è stato processato risale al 1930. La democrazia non godeva di buona salute in quegli anni!
Ottimo post Anto'. Sto dalla parte di Erri De Luca e contrario milioni anni luce dalla TAV.
RispondiEliminaUn salutone,
aldo.
Giustissime e interessanti considerazioni.
RispondiEliminaErri De Luca:
Il pubblico ministero che mi accusa di istigazione alla violenza ieri ha dichiarato al Corriere della sera :"Al barbiere di Bussoleno possiamo perdonare se dice di tagliare le reti,a un poeta,a un intellettuale come lui,no".
Fino a oggi non sapevo che tra i poteri di un pubblico ministero ci fosse anche la facoltà del perdono.
Aldo, un salutone a te e bentornato da queste parti ;-)
RispondiEliminaAlberto, da tempo ormai in questo paese si confonde reato e peccato, inevitabile che il perdono entri nelle aule di tribunale.
Saluti