L'epilogo della vicenda di Marino rivela come Roma e l'Italia, nella misura in cui la politica nazionale emana da Roma, siano assoggettate ai vecchi arcana imperi vaticani. Una repubblica a autonomia limitata, una democrazia azzoppata dove qualsiasi ducetto 2.0 può sventolare il vessillo della novità fino al successivo rimpiazzo.
Marino non è mai stato gradito al suo stesso partito. Con Renzi lo scontro, pure dissimulato, era evidente anche ai sassi. Tutto però è collassato quando il papa ha detto di non avere invitato Marino al suo tour negli USA, "io non l'ho invitato, chiaro?" Oggi Marino non è più sindaco di Roma e nessun media menziona questo decisivo episodio nella "rottura" dei rapporti dell'ex sindaco con la città, rottura forse avvenuta da tempo ma senza che questo fosse sufficiente per far decadere un sindaco regolarmente eletto. Nessuno parla di Francesco perché il papa è infallibile e poi questo papa è tanto simpatico!
A Roma, oggi come 150 anni fa, regna il papa re. Renzi ne ha approfittato per sbarazzarsi di Marino. L'Italia resta la stessa provincia dello stato pontificio di sempre, con una borghesia postfascista che ha sostituito la vecchia aristocrazia, una borghesia postfascista da sempre di cui il fascismo non è stato origine bensì culmine. Irretiti nell'autorità pontificia sono quanti non capiscono che questa vicenda prescinde da ogni partigianeria per la persona di Marino e per la sua azione politica ma inficia i fondamenti della democrazia e dell'autonomia delle istituzioni da ogni potere esterno alle stesse. Evidentemente il potere di cui parlo non è esterno alle istituzioni laiche bensì consustanziale, perché di laico resti solo l'etichetta.
Oggi il papa intervistato sulla caduta di Marino potrebbe rispondere irritato: " io non l'ho votato, chiaro?"
come ho già detto altre volte non amo particolarmente Marino... questo però mi consente di dire che l hanno chiaramente fregato, ha toccato i santi e non è mai stato ben visto dal omino che parla di ripresa... il risultato lo abbiamo davanti ai nostri occhi
RispondiEliminaSe poi pensiamo che le spese del Giubileo le dovrà sostenere lo Stato italiano,bisognerebbe dire libera chiesa di sfruttare uno stato ad essa assoggettato.
RispondiEliminaViva i Patti!
Cri
Cristiana qualcuno direbbe che dei proventi del giubileo ne beneficia la città di Roma e in effetti è così, ed è con questo mercimonio che il cappio continua a stringersi intorno al collo di Roma e dell'Italia.
EliminaUniamoci, amiamoci
RispondiEliminaL’unione e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore
(G. Mameli)
ahi serva vatikalia, dove con grande gioia dei cani pastori si considera un "valore" l'essere Pecorelle...
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