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venerdì 6 giugno 2014

Scegli la tua natura

Sempre natura, se fortuna trova
discorde a sé, com'ogne altra semente
fuor di sua regïon, fa mala prova.

E se 'l mondo là giù ponesse mente
al fondamento che natura pone,
seguendo lui, avria buona la gente.

Ma voi torcete a la religïone
tal che fia nato a cignersi la spada,
e fate re di tal ch'è da sermone;

onde la traccia vostra è fuor di strada.

Dante Alighieri, Divina Commedia, Paradiso, VIII, vv. 139-148.


Tilda Swinton

Enrico Procentese.

Roma pride 2014

7 commenti:

  1. Fatti non foste a viver come bruchi .... io credo che ciascuno debba essere libero di seguire ciò che è, le sue inclinazioni, le sue scelte ... questo è una grande conquista della civiltà, contro tutte le ideologie, i totalitarismi, e le follie paranoidee che annullano ogni differenza e aspirano ad una uguaglianza fittizia che da a chi è al potere l'illusione di essere il padrone del mondo e a chi aderisce una falsa impressione di sicurezza, perché i ha paura del diverso, ma se siamo tutti uguali la paura si annulla.
    Buona manifestazione :-)

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  2. Mi chiamo Xavier, ho 17 anni, sono uno studente, sono sordomuto, studio a Parigi, mi piace leggere, mi piace fotografare il mondo che mi circonda, sono curioso, SONO UNA PERSONA e sono anche omosessuale ma non sono UN DIVERSO, questo è il messaggio che voglio che arrivi a chi pensa che l'omosessualità faccia di me un "diverso".
    Un abbraccio

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  3. Garbo, Xavier è stata una bella manifestazione, c'era tanta gente, il corriere della sera dice 200.000, c'erano tante famiglie ed era davvero triste vedere i pochi manifesti della contromanifestazione organizzata da forza nuova, una marcia per la famiglia. Anche noi marciavamo per la famiglia, pensa un po'. Le famiglie erano al pride, tante e alla cosiddetta contromanifestazione dovevano essere davvero pochi.
    Garbo purtroppo sappiamo bene che anche i principi più alti vengono corrotti, dall'uguaglianza dei diritti per sviluppare la propria identità si degenera all'uguaglianza omologante e rassicurante per chi un'identità non è in grado di costruirsela e la prende in prestito dalla massa. Xavier, hai ragione a dire "sono anche omosessuale", io sono tante cose, ho tanti interessi ma ogni mia caratteristica mi rende diverso da altri come chiunque altro. Il tema è se la diversità è considerata un marchio di infamia o un elemento costitutivo dell'individualità. Nel primo caso si prende una caratteristica e la si fa diventare totalizzante, perdendo di vista tutto il restante universo di ogni persona, nel secondo caso si ha una società di individui uguali nel diritto di essere sè stessi e unicamente sé stessi. Non è l'omosessualità a fare di una persona un diverso, è tutta la sua storia e la sua biografia a renderlo unico.
    Un abbraccio a entrambi.

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  4. Per me la diversità è sempre un valore, tutti siamo diversi e unici nel nostro genere perchè siamo persone distinte, non esiste uno migliore o più importante di un altro, siamo tutti un potenziale arricchimento, dipende da che uso facciamo del nostro potenziale.
    Se lo usiamo come fa forza nuova allora sì che la diversità diventa uno spreco e la stupidità regna sovrana.
    La famiglia non è quella stile mulino bianco, come pensano tante persone, famiglia è quel gruppo di persone che sceglie di stare insieme perchè vuole condividere affetto, amore, esperienze, gioie e dolori, vuole crescere insieme.
    Per me anche gli amici del blog fanno parte della mia famiglia, anche tu.
    Un abbraccio

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    1. Caro Xavier quello che dici in chiusura al tuo commento mi commuove e mi inquieta. Ti confesso che mi risulta molto difficile associare il termine famiglia alle conoscenze in rete, personalmente fatico molto anche a usare il termine amico. Per me questi termini sono carichi di emotività e soprattutto di responsabilità che difficilmente ravviso nella rete. E' il prendersi cura dell'altro che definisce una differenza precisa tra le relazioni intime e quelle della rete. E' vero che a volte capita il miracolo di incontrare anche in rete persone speciali, di rara sensibilità e in questo post ci siete tu e Garbo. In questi casi mi interrogo a lungo su come scrivere un post o un commento, quale parola usare per incontrare la sensibilità dell'altro, per sollecitare uno scambio di idee. Forse è questo il “prendersi cura” che per me è possibile avere in un blog, che può essere un circolo di amici, sia pure virtuali, ma non una famiglia caro Xavier. In una famiglia non c'è post che si possa ignorare, commento cui sia possibile non rispondere, ci sono post belli e post orrendi e quelli più importanti sono quelli non scritti. Una famiglia ha sintassi e grammatica che non appartengono al mondo dei blog mio giovane amico. Un abbraccio e grazie dei tuoi commenti.

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  5. Antonio condivido in parte quello che dici, la famiglia ha sintassi e grammatica ma anche nel mondo del blog si può creare una "famiglia" perchè in questo spazio ci si racconta e si condividono pensieri ed emozioni.
    Non sono i legami di sangue o la presenza fisica costante che fanno una famiglia, ci sono famiglie che ignorano i post, belli o orrendi che siano, ci sono famiglie che non comunicano e sono incapaci di amare e non sono famiglie virtuali.

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    1. Vero che nei blog si possono condividere pensieri e emozioni ed è altrettanto vero che ci sono famiglie incapaci d'amare ma quello che intendo è che ci sono "sintassi e grammatica" specifiche e diverse nei due contesti. Usare la stessa "sintassi e grammatica" in entrambi potrebbe riservare problemi di comprensione e sgradevoli sorprese ;-)

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