Se il nuovo pontefice curerà la strada della carità mettendo in secondo piano quella della dottrina, allora la Chiesa ritroverà la sua voce, altrimenti si barcamenerà tra due immagini desolanti, l’immagine di un papa schiacciato tra la modernità che preme da fuori e l’avido arrivismo di antica stirpe che preme da dentro e l’immagine di un papa felice per una comunità di osannanti papaboys che il giorno dopo le immense adunate del giubileo lasciano sul campo una distesa di preservativi.
Sta al nuovo pontefice decidere!
In prima battuta io mi aspetterei qualche parola sulla connivenza della chiesa argentina nella dittatura di Videla.
si sarebbe bene che raccontasse qualcosa sugli anni della dittatura... per il resto penso che sarà davvero difficile che la chiesa si sposti in qualche direzione
RispondiEliminaA quel che mi risulta, ha già detto la sua sulla connivenza con la dittatura nel libro-intervista “Il Gesuita” di Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin.
RispondiEliminaCioè su casi specifici: ha tentato di opporsi ma di nascosto; per il resto lui non si è reso conto di quel che il regime faceva sino a che il regime è finito.
Insomma: io non c'ero e se c'ero dormivo.
La strada della carità mi pare che la Chiesa abbia deciso di non percorrerla sin dall'editto di Costantino, se non prima.
Ieri sera, casualmente, mi sono trovata in Piazza Risorgimento proprio nel momento esatto in cui c'è stata la fumata bianca. E mi sono assai sorpresa, per non dire spaventata, delle manifestazioni di pubblico delirio subito avviate: fiumane di genti che si riversavano verso piazza San Pietro, motorini e macchine abbandonati sotto la pioggia dove capitava, sensazione di impazzimento collettivo. Ho pensato che dobbiamo davvero vivere in tempi molto bui per avvertire un senso del sé talmente minacciato da aver bisogno di accorrere, come pecore sbandate alla ricerca di un padrone, ora qui ora là, appresso al primo totem che incontriamo - Grillo, Berlusconi, il Papa - per stringerci agli altri individui, anche estranei, per ricevere la consolatoria carezza di un fugace senso di appartenenza ad una collettività, di unione ad una rete di relazioni motivanti l'esistenza.
RispondiEliminaPoi però mi sono incuriosita e ho acceso la radio: volevo almeno sapere se, nel braccio di ferro del potere, i curiali avessero vinto anche stavolta, eleggendo Angelo Scola, il peggio del peggio. E confesso che, sentendo il nome di un cardinale sudamericano, pastore di un popolo che ha conosciuto una crisi economica senza precedenti, gesuita, che si imponeva il nome di Francesco, ho pianto lacrime di incredulità, di sollievo e di commozione(io mi commuovo facilmente...).
Mi hanno introdotta nelle fila attive del cattolicesimo militante all'età di cinque anni, ne sono uscita a trentacinque nauseata, ma se c'è un ordine a cui sono rimasta idealmente legata da stima e affetto è quello dei gesuiti, a cui apparteneva, oltre a Carlo Maria Martini, anche il mio professore di religione del liceo, giornalista di Civiltà Cattolica, morto qualche anno fa: ordine illustre, colto, progressista, mondano nel senso alto del termine, che ha annoverato tra le sue fila coraggiosi esponenti della Teologia della Liberazione - tra gli altri Jon Sobrino, perseguitato tutt'oggi, e i suoi compagni, uccisi in Salvador nell'attentato a cui lui sfuggì -, fondatore di università che sono stati centri vivi del dibattito culturale e teologico cattolico fino a che la loro feconda influenza, anche nello scambio e nel dialogo con pensatori atei e agnostici, non venne completamente esautorata dal pontificato del retrogrado Wojtyla in favore della progressiva ascesa al potere della famigerata Opus Dei, e di Comunione e Liberazione in campo nazionale.
Ho già sentito partire il tamtam delle critiche a questo nuovo Francesco: la sua presunta vicinanza, o comunque non belligeranza, alla dittatura di Videla, le sue posizioni oscurantiste nel campo della morale. Staremo a vedere. Per ora io respiro enormemente sollevata, da laica agnostica quale sono divenuta, al pensiero che comunque il Conclave ha voluto dare un segnale di netto cambio di direzione: sarà stato anche fatto a scopo conservativo, ma è senz'altro motivo di speranza per i nuovi assetti mondiali comunque condizionati dallo stile di un papato. Mi auguro che, come l'elezione di Giovanni Paolo II propiziò la caduta del comunismo sovietico, l'elezione di Bergoglio saluti una nuova visione, incisivamente critica, nei riguardi del capitalismo feroce e disumano che da quella caduta emerse come un orrido leviatano che ha creato una crisi mondiale senza precedenti sia per la profondità della tragedia che per la vastità del numero delle popolazioni coinvolte, e insozzato pesantemente anche i palazzi vaticani (non è un caso, credo, che i Cardinali abbiano fatto appello perché lo IOR, acronimo di Istituto per le Opere Religiose!, ritrovi la sua originaria missione). E anche che questo papa, venuto da così lontano e così disgustato dagli orpelli del prestigio e del potere, si tenga finalmente al di fuori delle vicende della nostra povera democrazia sgangherata.
io non ci spero, anche se l'ho scritto, e se spero di sicuro non sarà per tanto: sistemeranno un po' di cosette dentro casa, qualcos'altra in giro per il mondo, ma non so se riuscirà a dare una chiesa ai suoi fedeli come dovrebbero da sempre.
RispondiEliminase lo facesse sarebbe il primo anche in questo, ciao laura
Le voci riguardo al periodo di Videla sono contrastanti e difficili da valutare, staremo a vedere. Come ha detto Roberto Saviano sarebbe un gran gesto da parte sua invitare a San Pietro le Madri di Plaza de Mayo. Sul fronte della teologia della liberazione da quel poco che so sembra abbia fatto di tutto per contrastarla ma anche qui avremo tempo per saperlo. Confesso che la sua vaga somiglianza con Giovanni XXIII mi ha fatto fare un salto sulla sedia. C'è una piastrella nella cucina di mia nonna che ritrae il papa buono e per me quella figura è il papa per antonomasia, spero sia un buon auspicio. Al di là della speranza però non mi aspetto grandi imprese e temo di dover essere d'accordo con Laura. Ho l'impressione che questo pontefice sia salito al soglio di Pietro con la funzione di curatore fallimentare, se si atterrà solo a questo mandato allora sistemerà le diatribe interne senza ricucire veramente lo scollamento della chiesa con il mondo.
RispondiEliminaCri, ho poco da aggiungere alle tue considerazioni riguardo alle manifestazioni di adesione alla figura di un leader, salvo dire che non è un fenomeno recente, anzi è antico come l'uomo, ma è nei tempi bui che si acuisce, quando le certezze svaniscono e vengono meno le forze per affrontare la faticosa strada per rifondarle di nuovo. E' in questi periodi che si imboccano le strade apparentemente facili dell'uomo che ha capito come risolvere i problemi.
Ho appena letto il messaggio di Laura-Blindsight per Papa Francesco, leggetelo, ne vale la pena. Grazie per averlo scritto.
RispondiEliminaPenso che si possa fare un piccolo sforzo per non perdere di vista il positivo e seguire una via d'uscita dal disincanto.
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