"[...] Chi non si reca alle urne, o annulla la scheda o vota scheda bianca si illude di «avergliele cantate» a quelli lì (sarebbero i politicanti della Casta, messi tutti nello stesso fascio), ma il risultato del suo «non voto», l’effetto pratico, è quello di aver votato in proporzione a come hanno votato gli altri italiani. Il suo «non voto» è il voto per eccellenza conforme alla media degli italiani votanti, un voto fotocopia, il massimo del conformismo, checché ciascuno racconti alla propria anima.
Il «non voto» avrebbe un effetto punitivo sui partiti solo se un numero di seggi proporzionali ai non voti o voti non validi fosse assegnato per sorteggio (proposta che ho avanzato ma che ovviamente nessun politico e nessun politologo d’ordinanza ha provato a discutere).
Votare è inevitabile, perciò. Si vota anche col «non voto», delegandolo a quelli che votano (compresi quelli che votano il lepenista Berlusconi, Bilderberg Monti e altri Calderoli). [...]" di Paolo Flores d'Arcais, Un salto nel voto, MicroMega 2/2013.
Anto' io VOTO e voto SEL.
RispondiEliminaSe fosse possibile voterei minimo tre volte.
Un caro saluto,
aldo.
tre quarti degli "itagliani" non voteranno perché preferiranno salutare il papa, che siccome s'è dato, adesso non è più santo.. ma sempre er papa è e va "salutato" all'ultimo angelus! in quanti torneranno in tempo a casa per votare?? mettici poi quelli che dicono "io non voto.. tanto che cambia?" che non sono solo tra quella porzione rimanente di itagliani a san pietro domenica, ma stanno pure tra tanti italiani! avevo optato per il voto schizofrenico, ma visti i fatti degli ultimi giorni ho deciso di votare rivoluzione civile anche al senato e alla regione lazio (almeno sarò sicura al 100% di non avere più fascisti e preti in mezzo!).
RispondiEliminaciao antonio, hai fatto bene a chiarire il non voto, vedrai.. lunedì in molti tra i soliti noti cammineranno a gambe larghe :)
ho linkato questo tuo post tra i commenti del mio ultimo post (ultimo angelus porcellum) così se tra chi legge c'è qualcuno che non sa.. allora sallo :)
RispondiEliminaForte e chiaro.
RispondiEliminaMa non credo sia un delitto andare a votare con le palle in giostra, altroché turandosi il naso come in un lontano passato.
Per intanto a gambe larghe ci stiamo camminando noi e, viste le premesse generali, temo che continueremo a farlo, chiunque la spunti.
Ciao.
Mi sarebbe venuto in mente uno slogan per quelli che non votano che è meglio se non lo dico. Penso che tanti non sappiano che anche il non voto influisce sugli effetti dei risultati. Bisognerebbe farglielo capire che è una deresponsabilizzazione la loro e che la protesta dovrebbe esplicitarsi con più impegno: si, insomma, troppo comodo starsene a casa o sotto la finestra del Papa!
RispondiEliminaCiao Antonio :)
Nou
Chiaro e tondo: il "non voto" è uno sbolognamento di responsabilità a qualcun altro. E va solo a vantaggio della forza politica che poi vincerà, che avrà il suo numero di voti inteso come valore assoluto, ma che come percentuale sarà maggiore di quella che sarebbe se gli astensionisti andassero a votare. (Lo so che è contorto: ma è il sistema ad esserlo, purtroppo.) Secondo me, chi si diverte tanto a fare l'astensionista:
RispondiEliminaa) venga privato del tutto del diritto di voto;
b) non si azzardi a protestare se quelli che hanno mantenuto il diritto di voto lo hanno esercitato in direzioni che l'astensionista non vuole.
qualche argomento per non votare
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=WMNI3atagWQ
Concordo perfettamente. Aggiungendo che, se voti scheda bianca, hai votato a tutti gli effetti, perché te la croceranno quasi sicuramente ;)
RispondiEliminaAldo anche io sono arrivato a quella conclusione, i miei motivi li ho detti in questo post.
RispondiEliminaBlindsight, saranno sempre troppi gli "itagliani". Se chi ascolta l'angelus è un fondamentalista religioso sono contento che non vada a votare, se invece ha una testa pensante spero che poi vada a votare.
gattonero, mi sa che chiunque legge questo blog, compreso l'autore naturalmente, va a votare con le palle che girano a giostra, oltre che in apnea...
Abram, le percentuali si fanno sui votanti e valgono per tutti. Alle elezioni politiche non c'è quorum per cui se vanno a votare in tre e due votano lo stesso partito quel partito ha la maggioranza dei voti degli italiani. Privare del diritto di voto è una misura piuttosto drastica, mi accontenterei di prendere a calci l'astensionista (o meglio chi predica l'astensionismo) appena parla di politica. Politica e astensionismo sono in antitesi.
franz, non conoscevo quell'autore, divertente, certo non ne farei un politologo ma divertente, interessante quando dice "garbage in garbage out"... il problema non sono i politici ma il pubblico, ma se il paese non ha persone intelligenti da candidare allora chi non vota lo fa perché si ritiene intelligente... dalle mie parti si chiama aporia e per ridere va benissimo, non per pensare.
Cri, io non mi lancerei in dietrologie troppo ardite, c'è già abbastanza marcio in bella vista.
Buon voto a tutti e che la Dea fortuna ce la mandi buona!
Io non voto. E ciò non perchè intendo favorire una parte o perchè dissento con l'altra. Io non voto perchè è con questo sistema che dissento profondamente ed in maniera inconciliabile. Quello nostro è un sistema perverso artamente strutturato per dare il potere ai più forti, ai più irresponsabili, ai più profittatori, ai più ruffiari, ai più ladri. Agli elementi peggiori della società italiana insomma. Secondo "NOU" io sarei un irresponsabile e dovrei esplicitare con più impegno la mia protesta. Lo ringrazio per avere riconosciuto che la mia è una protesta, tuttavia mi chiedo con quale maggiore impegno dovrei esplicitarla ? Forse riconoscerebbe un maggiore impegno se mi mettessi a far scoppiare bombe nei supermercati o davanti le scuole ? Molto ingenuamente forse, ma anche con molta sincerità, credo che se un giorno i non votanti raggiungeremo un numero importante allora sì che conteremo e manderemo a lavorare quella massa di delinquenti che occupano parlamento e senato.
RispondiEliminaSalvo, mi piacerebbe avere uno scambio con te, ma prima dovrei capire quale sistema intendi, il sistema democratico rappresentativo? Quello economico capitalista di stampo neoliberista? Oppure il potere in generale? Sono argomenti vasti e serve maggiore chiarezza per tentare di affrontarli. Prima ho detto che politica e astensionismo sono in antitesi, piu' correttamente avrei dovuto dire che l'astensionismo e' il fallimento della politica, l'incapacita' di intercettare critiche legittime. Io per politica intendo la gestione della cosa pubblica per cui mi riesce difficile capire come far parte di una societa' possa conciliarsi con l'astensione, salvo richiamarsi al pensiero anarchico ma a quel punto dovremmo rivedere anche il concetto di societa'. Riguardo all'indifferenza mi e' cara la lezione di Gramsci, ma nel tuo caso non noto indifferenza ma una tensione morale che io e gli altri ospiti di questo post condividiamo. Quale colletivita' immagini? Quale sistema alternativo, che sia piu' giusto, proponi? Come pensi di raggiungerlo con l'astensione? Tu dici "se saremo tanti", ma ci sara' sempre qualcuno pronto a governare dicendo che rinunciare al diritto di voto e' un diritto. Ci hai mai pensato a questo? Buona domenica.
RispondiEliminaAvevo ragione ad avvertire quella che ho chiamato "tensione morale" in Salvo, uno che scrive questo post ne ha da vendere. Ho scritto, in forma di battuta, che prenderei a calci un astensionista tutte le volte che parla di politica ma forse bisognerebbe prendere a calci un politico tutte le volte che parla dell'astensionismo.
RispondiEliminaDa più di trent’anni faccio il reporter. Immagini, amico mio, quanti politici ho conosciuto.
RispondiEliminaQuanto e cosa so riguardo al loro agire, pensare, valutare, rispettare, promettere, mentire, fare il loro lavoro insomma ? Io so perfettamente, al contrario di ciò che sarà poi divulgato, quale è il vero motivo per il quale si chiude o si apre quel certo reparto ospedaliero per esempio, o perché si costruisce o non si costruisce quella certa strada, o perché si sovvenziona o no quel progetto, o perché si tiene o no quel congresso, o perché si dimette o viene nominato il presidente di quell’ente pubblico, o perché si dimette o viene inserito in lista quel tale assessore ; e così via. Non voglio dilungarmi e spero di essere stato bene inteso. Ma sono abituato e so perfettamente che tutto ciò fa parte del gioco : ognuno fa il proprio lavoro certo e alcune cose sono forse necessarie per far funzionare la “macchina”. Una cosa però non sono mai riuscito a mandare giù. Il fatto cioè che quando un tizio qualunque viene eletto, qualunque cosa faccia, sia essa bene o male, che lavori o batta la fiacca, che venga preso con le mani nel sacco o no, pure se viene colto a stuprare bambini, bene, fai mente locale, rimane lì al suo posto. Te lo trovi sempre davanti : sarà ancora eletto e rieletto e rieletto sino alla sua morte. Ecco, è questo il perverso sistema a cui facevo riferimento. Il sistema economico, il sistema democratico rappresentativo, il capitalismo, il liberismo, il potere ? La perfezione non è di questo mondo certo, tutto è opinabile e comunque dipendente dall’umano pensiero ed io non mi sento sinceramente tanto colto ed abile da concepire un sistema perfetto. Ma montare sul carro del vincitore, prendere in mano la frusta e restare lì tutta la vita a discapito di qualunque peccato ed alla faccia di tutti e di tutto, questo no, questo proprio non è tollerabile. Qui non si tratta di errori, questa è perversione pura. Grazie per la considerazione che hai espresso nei miei riguardi sei stato molto generoso.
Con stima e rispetto, Salvo Saia.
Salvo, ognuno di noi ha avuto esperienze, a volte dirette, delle bassezze dell'agire politico ma è anche vero che ci sono espressioni di una politica alta. Le vedo nella società civile quando si mobilità chiedendo un'altra politica, le vedo nei cortei di lavoratori, nelle manifestazioni degli studenti. Non posso darti torto sull'indecenza della classe politica. Dove non vedo indecenza etica, vedo una sconfortante povertà di pensiero. Chi dovrebbe guardare da qui alle prossime generazioni non ha neanche la misura del dopodomani, ma le cose cambiano, lentamente, ma cambiano. Cambiano solo se c'è quella mobilitazione che, piaccia o meno, trova la sua espressione nel voto ma non si ferma lì. Il controllo dei governati sui governanti deve essere continuo e il fatto di aver inteso il voto come una delega in bianco ci ha portati a questo punto, pensare che il voto è inutile sarebbe ancora peggio. L'Italia non è un caso isolato, le democrazie sono in sofferenza dappertutto, anche se nel nostro paese tutto assume un colore più bizzarro. Come diceva Flaiano, in Italia la linea più breve tra due punti è l'arabesco.
RispondiEliminaMi auguro che prima o poi ci sia una classe politica che riesca a farsi apprezzare da persone come te e riesca a far votare senza mille ma persone come me.
Un saluto e incrociamo le dita per i risultati di stasera perché, caro Salvo, non sarà indifferente chi vincerà queste elezioni. I partiti non saranno quello che desideriamo ma non sono tutti uguali. Non sono tutti uguali. A presto.