Sulla scia degli scandali della Lega in questi giorni i leader dei principali partiti stanno discutendo una riforma del finanziamento dei partiti, quello che, da quando il referendum popolare del '93 bocciò il finanziamento pubblico, viene chiamato "rimborso elettorale"! Un dato su tutti per capire di che rimborsi parliamo: "Tra il '94 e il 2008 i partiti politici hanno speso in totale 570 milioni di euro, ma i rimborsi ricevuti per le campagne elettorali sono stati 2,25 miliardi di euro." (Il Messaggero). E' per questo che pensare la riforma del finanziamento pubblico dei partiti proposta dagli stessi partiti (ma come potrebbe essere altrimenti?) è come immaginare una manifestazione di cellule tumorali che invocano il chemioterapico.
Sia chiaro, ho una grande considerazione per i partiti, la stessa considerazione che assegna loro la Costituzione che all'art. 49 dice "Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale." Tuttavia questa considerazione non mi impedisce di osservare che i partiti politici anziché essere catalizzatori e motori della partecipazione democratica sono diventati enclavi affaristiche per gente che troppo spesso si distingue solo per la scarsa capacità di analizzare le dinamiche sociali, e più di tutte la propria decadenza. Non ho un atteggiamento antipolitico, io invoco più politica. Gli antipolitici sono quanti non si rendono conto dell'urgenza di riformare (non demolire) i partiti perché svolgano quel ruolo irrinunciabile e insostituibile nella vita politica che la Costituzione ha loro assegnato. Quindi i veri antipolitici sono paradossalmente gli attuali partiti politici.
I mutamenti richiesti per i partiti sono tanti e tali che la riforma del loro finanziamento/rimborso in confronto è poca cosa. Dal mio punto di vista su questo aspetto mi basterebbero due o tre punti essenziali. Una fedele adesione al significato delle parole: se si parla di rimborsi che siano rimborsi, rigorosamente rendicontati fino all'ultimo centesimo in entrata come in uscita; che le spese ed i finanziamenti siano divise in due parti entrambe con soglia, una quota con soglia identica per tutti i partiti, indipendentemente dalle loro dimensioni, e una quota proporzionale ai voti ricevuti; che non sia permesso alcun investimento finanziario; che la verifica dei conti sia tenuta dalla Corte dei conti e che tutte le spese siano rese pubbliche. Tutto qui, troppo semplice perchè venga fatta.
Ma, ripeto, la faccenda dei finanziamenti in fondo è il minimo. Del resto se pensate che questa voglia di riformare i finanziamenti è nata dopo quello che è venuto fuori con la Lega Nord, un partito che ha steso letame ideologico e normativo sull'intero paese per vent'anni e che rischia di spaccarsi per qualche spicciolo rubato da un cerchio magico di sfigati che proteggeva un altro sfigato che per salvare la faccia e la gloria sta cercando di capire cosa gli conviene dichiarare: o confessa di essere incapace o confessa di essere stato connivente. Questo da la cifra di questo paese, puoi fare di tutto ma se tocchi i soldi muori! Ad ogni modo queste miserie mi interessano relativamente poco.
Per vedere come io intenda un partito allora bisogna leggere il "Manifesto per un soggetto politico nuovo, per un’altra politica nelle forme e nelle passioni" tra i cui firmatari ci sono Paul Ginsborg, Ugo Mattei, Marco Revelli, Stefano Rodotà, Luciano Gallino, Guido Viale per citare alcuni nomi. E' una proposta per la formazione di un nuovo soggetto politico che riporti al centro la partecipazione informata alla cosa pubblica. Non voglio dilungarmi in commenti miei al riguardo, invito a leggere e sottoscrivere il manifesto del quale riporto solo qualche essenziale estratto che fa intuire la caratura della riflessione che sta dietro la proposta.
"La democrazia rappresentativa ha bisogno, dunque, sia di una sua riforma interna in senso proporzionale, sia di essere arricchita da nuove forme di democrazia partecipativa." ... "il sistema rappresentativo è l’unico che garantisce la partecipazione di tutti i cittadini in condizioni di voto segreto. Esso gioca di conseguenza un ruolo insostituibile. Ma per affrontare l’attuale crisi deve essere associato alla democrazia partecipativa." ... "l’attività costante della partecipazione alimenta e garantisce, stimola e controlla la qualità della rappresentanza e la qualità della politica pubblica." ... "Tra i cittadini è cresciuto il desiderio di riappropriarsi di ciò che è comune, non solo beni ma anche processi." ... "destrutturare una sovranità popolare totalmente fondata sulla delega" ... "Nei decenni del neoliberismo abbiamo assistito al trionfo del privato, declinato in vari modi: consumismo, chiusura nell’interesse personale, familismo, evasione fiscale; ma anche, sul versante opposto, solitudine, frammentazione, esclusione. Sarebbe ora di riattivare e riapplicare quella rivoluzionaria intuizione del movimento delle donne degli anni ’60 e ’70: ‘il personale è politico’. Le persone, uomini e donne, devono riflettere sul loro ‘privato’ – i loro valori, consumi, strategie individuali e familiari. Questa riflessione ha rilevanza per lo spazio pubblico di più grande emergenza – l’ambiente. Una visione ecologica del mondo incentrata sui beni comuni richiede una trasformazione qualitativa e relazionale del rapporto tra spazi pubblici e privati, così da perseguire la giustizia ambientale e sociale. I destini del pianeta non possono essere affidati esclusivamente ad interessi individualistici, guidati dal tasso di profitto a breve termine e dalla negazione della dignità del lavoro. In coerenza con una visione ecologica del mondo incentrata sui beni comuni, occorre invece coniugare i doveri e i diritti, per costruire relazioni equilibrate per l’insieme della collettività." ... "I partiti politici attuali sono così diventati organizzazioni completamente anacronistiche rispetto ad un modello di democrazia che non può più esaurirsi nella rappresentanza e nella delega. Il fondamento giuridico leggero che li intende quali libere associazioni di cittadini non riconosciute (Codice civile) risulta paradossale. Essi incredibilmente si trovano nella posizione di godere da un lato di tutti i benefici di un soggetto privato, dall'altro di avere accesso ad ingenti risorse pubbliche. Un mostro a due teste che si appella al diritto di riservatezza, proprio dei soggetti privati, mentre vive di risorse pubbliche in una dimensione opaca, espressione di corruzione e perversa contaminazione di interessi pubblici-privati." ... "La formazione, ormai assente nelle strutture partitiche (con gravi danni non solo a livello nazionale, ma anche nelle amministrazioni locali, con politici sempre più ignoranti) è un terreno su cui ritornare a impegnarsi." ... "Si riconosce l’importanza della sfera dei comportamenti e delle passioni, rompendo con le pratiche mai esplicitate ma sempre perseguite dal ceto politico attuale: la furbizia, la rivalità, la voglia di sopraffare, il mirare all’interesse personale. Al loro posto mettiamo l’inclusività, l’empatia, la mitezza coniugata con la fermezza."
Io credo che ci vogliano regole semplici e chiare e che non vadano poi cambiate con i soliti raggiri. I rimborsi ci vogliono ma devono essere bassi, non si possono fare spese folli per le campagne elettorali e non si possono togliere completamente i rimborsi altrimenti lasceremo la politica a chi ha i soldi e a chi detiene i mezzi di comunicazione (non faccio nomi) purtroppo il popolo non è più come quello di una volta che andava a sentire i comizi ora si vive attaccati al tubo catodico, ho ancora in mente gli spot di Berlusconi nel 94...
RispondiEliminaOfftopic!! vai a design, quindi clicca designer modelli e scegli quello che più ti piace. I nuovi modelli hanno l'opzione della risposta ad personam! Buon divertimento!!!:))
RispondiEliminaOntopic: Riforma possibile????!!!...cambiare la testa degli italiani, cominciando dal basso!!...impresa ardua visto il rimbambimento generale ma non vedo altra alternativa! Ciaoooo
Ernest sono d'accordo con te sul fatto che i finanziamenti ai partiti non possono essere lasciati solo ai privati, il modello americano a me non piace affatto e sull'onda isterica del "i soldi non si toccano" non si pensa al peso delle lobby private sui partiti e sulle loro decisioni, decisioni che hanno sempre valenza pubblica, non dimentichiamolo. Per un discorso serio su questa faccenda si dovrebbe pensare a come limitare drasticamente i finanziamenti privati e regolare quelli pubblici.
RispondiEliminaIntherainbow, Offtopic, grazie della dritta, ci ho provato, francamente il set di colori e caratteri dei nuovi modelli non mi piace e ci metterei troppo tempo a farlo di nuovo come piace a me. Rimango sul tradizionale e poi rispondere uno a uno mi sembra che si perda quel po' di carattere da tavola rotonda che vorrei si avesse in un blog. On topic, il manifesto per il soggetto politico nuovo di cui propongo la lettura nel post è una iniziativa nata dal basso ed organizzata dai comitati referendari che si sono occupati della promozione dei referendum per l'acqua pubblica. Gli argomenti sollevati e soprattutto la centralità della partecipazione nelle decisioni politiche mi sembra un ottimo punto di partenza. Neanche io vedo alternative a questo, soprattutto considerando la capacità dei partiti di riformarsi, pressoché nulla. Basti pensare alla vergognosa proposta di riforma della legge elettorale che hanno discusso ABC, spacciata per una conquista di democrazia. Leggete questo articolo di Fabio Sabatini per capire su che porcata si sono trovati entusiasticamente d'accordo questi tre miserabili.
Arrivo a questo post con qualche giorno di ritardo. Riguardo alla tua idea sul finanziamento concordo per la sua semplicità (aggiungerei che bisogna quantificare il quanto - non più di uno o due euro a voto). La proposta "per un nuovo soggetto..." mi pare metta giù buone basi per un buon impianto. Occorrerebbe una riflessione meglio definita sugli aspetti di democrazia diretta. Ci sono poi tante piccole cose che a volte sfuggono ma che sono importanti: ad esempio la presentazione delle liste, i partiti che già vivono hanno predisposto dei meccanismi che gli evitano la fatica di raccogliere le firme e creano difficoltà ai gruppi nascenti; la presentazione delle liste deve essere uguale per tutti come se si presentassero per la prima volta.
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