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mercoledì 22 febbraio 2012

Due poesie a caso


La Convergenza delle due Metà
di Thomas Hardy
(versi sulla perdita del ‘Titanic’)
traduzione di Gabriele Poole che ringrazio sinceramente

I
In una solitudine nel mare
profonda dall'umana vanità
E l’Orgoglio che la progettò
Immobile ella sta.

II
Comparti d’acciaio, un tempo pire
Dei suoi fuochi salamandrini
Sono percorsi da correnti fredde
e risuonano come ritmiche lire.

III
Sugli specchi progettati
per riflettere l’opulenza,
Il verme marino striscia,
grottesco, viscido, e indifferente

IV
Gioielli disegnati in gioia
Per estasiar sensuose menti
Giaccion bui, coi bagliori
smorti e ciechi e spenti.

V
Pesci dai deboli occhi a palla
I dorati ornamenti osservano
E pensosi si domandano:
“Codesta vanità, che fà, quaggiù?”

VI
Dunque: mentre forgiava
la creatura dalla tagliente ala
La Volontà Immanente
che tutto muove e guida

VII
Uno sposo sinistro preparava
Per lei – così gioiosamente immensa -
Una Forma di Ghiaccio, per il momento
lontana e dissociata.

VIII
E mentre cresceva l’elegante nave
In statura e grazia e luce,
Nel silenzio remoto e oscuro
Cresceva l’Iceberg, anche lui, nel buio.

IX
Estranei essi parevano
Non v’era occhio che vedeva
L'intima fusione
del futuro che attendeva.

X
O segno ch’eran diretti
Per rotta coincidente
A presto esser metà
di un solo augusto evento,

XI
Finchè la Filatrice degli Anni
Disse ‘Adesso’, e entrambi sentono.
L’amplesso si consuma
i due emisferi tremano.

***


Ogni caso
di Wisława Szymborska
traduzione di Pietro Marchesani, in Elogio del sogni, ed. Corriere della Sera, 2011

Poteva accadere.
Doveva accadere.
E’ accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
E’accaduto non a te.

Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.

Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.

In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.

2 commenti:

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