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sabato 20 novembre 2010

Dal barbiere

«Homo sum, humani nihil a me alienum puto», Publio Terenzio Afro («Sono un essere umano, non ritengo a me estraneo nulla di umano»).

- ...
- Come sta tu padre?
- Mejo, j'hanno messo a pompetta de morfina e co quella vai dappertutto.
- Ma magna?
- Poco, tocca menaje per fallo magnà. Giusto ieri sera ha magnato da cristiano normale.
- Se deve sforzà.
- Je sa tutto amaro, quella è la chemio.
- Ogni quanto la deve fà?
- Ogni ventuno giorni.
- E te come stai?
- Se va avanti.
- ...

La radio canta una canzonetta idiota e fuori il cielo si prepara per la pioggia.

***

Qual'è il limite del dolore che il mondo può sopportare? C'è un livello di saturazione per noi che ci chiamiamo vivi?

2 commenti:

  1. E qual è il limite della mancanza di empatia umana - motivata da intransigenze morali, cinismi politici, rozzezze mentali - che il mondo può sopportare? Di sicuro i cosiddetti "difensori del diritto alla vita" - in realtà difensori di un dovere alla vita imposto con la violenza - lo hanno superato da tempo...
    Certo, il dolore di certe situazioni non può essere capito sino in fondo, in tutta la sua enormità - per fortuna, perché è atroce - da chi non lo subisce sulla pelle propria o dei propri cari, ma è inumano chi neppure ne percepisce la portata e il dramma...

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  2. Non conosco la risposta alle tue domande, né alle mie, ma conosco il valore del silenzio di fronte alle tragedie umane.

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