tag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post8563749478587864665..comments2024-03-24T13:33:11.040+01:00Comments on Cose che dimentico: Questa salsa è amaraAntoniohttp://www.blogger.com/profile/17716336436436778993noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-20706351126224336752017-01-17T09:34:21.147+01:002017-01-17T09:34:21.147+01:00grazie per esserti soffermata qui, a presto.grazie per esserti soffermata qui, a presto.Antoniohttps://www.blogger.com/profile/17716336436436778993noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-17576124089101788652017-01-15T16:47:53.532+01:002017-01-15T16:47:53.532+01:00Salsa amara,
salsa rossa,
rosso sangue.Salsa amara,<br />salsa rossa,<br />rosso sangue.Bericahttps://www.blogger.com/profile/01155909886266055671noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-54948121144351875622017-01-13T16:30:06.696+01:002017-01-13T16:30:06.696+01:00Caro Garbo, capisco il tuo non capire. Ti manca un...Caro Garbo, capisco il tuo non capire. Ti manca un elemento essenziale del mio dialetto e forse del mio lessico familiare. La salsa cui mi riferisco è quella sapida e leggermente piccante fatta dell'impasto di pomodori e peperoncino steso ad asciugare al sole caldo del Salento. Il nostro corrispettivo per piccante è "maru", alla lettera amaro. I nostri peperoncini piccanti sono pipirussi mari. Ecco perché il sapore della salsa è ingannevole, perché la lingua non può coglierlo se non con mezzi inappropriati, con un significato che non gli appartiene. E allora quella salsa, con quella lingua, diventano simbolo e sintesi dell'esistenza e monumento a più di qualche vita. Grazie della citazione Garbo e del commento.Antoniohttps://www.blogger.com/profile/17716336436436778993noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-60085793733391694722017-01-13T13:37:15.308+01:002017-01-13T13:37:15.308+01:00Mi vengono in mente, senza che io capisca il perch...Mi vengono in mente, senza che io capisca il perché, i versi che Cacciaguida dedica a Dante come presagio: «Tu proverai sì come sa di sale/lo pane altrui, e come è duro calle/lo scendere e 'l salir per l'altrui scale». (Paradiso, XVII, 58-60), Forse perché non riesco ad immaginare una salsa che sia amara prodotta dal concorso delle mani degli uomini che scavano la terra e ne raccolgono i frutti, con quelle delle donne, sapienti e stanche, che li trasformano in salse e pane. Persino l’odore, d’estate, che si spandeva nell’aria era dolce, e dolcemente il sole di luglio cuoceva i pomodori stesi al sole. <br />Per anni ho preso in giro i miei amici quando si lamentavano che non esistesse nessuna salsa più buona di quella di casa loro, mentre io ho sempre pensato che c’è sempre qualcosa di dolce in qualsiasi salsa, del miele più o meno nascosto in qualsiasi persona … un po’ come Pasqualino Settebellezze con Hilde, la grassa e laida comandante del lager nazista.<br />Ma una cosa era certa anche per me, nessuna salsa uguagliava quella che ero solito mangiare da bambino, di una dolcezza e squisitezza senza pari, che nevroticamente ho cercato di replicare senza alcun risultato … per questo è rimasta come archetipo nella mia mente, fantasma inseguito e mai raggiunto, consapevole che di questa salsa mai più ne mangeremo, ed è per questo che non colgo l’amarezza della salsa della tua poesia, mentre credo di riconoscermi in tutto il resto.<br />Ciao<br />Garbohttps://www.blogger.com/profile/01837468363807790150noreply@blogger.com