tag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post2989510619372311308..comments2024-03-24T13:33:11.040+01:00Comments on Cose che dimentico: Santa TerraAntoniohttp://www.blogger.com/profile/17716336436436778993noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-32048473566892979252018-06-11T11:50:24.476+02:002018-06-11T11:50:24.476+02:00Non è un accostamento irriverente, è uno dei più b...Non è un accostamento irriverente, è uno dei più bei film che io abbia visto. La scena che mi suggerisci introduce una garbata dissonanza in quanto dico ma, a mio avviso, solo apparente, velata direi. Cogli il punto dicendo che è necessario supporre un volto, immaginare uno sguardo, un’emozione, un’attesa ed è proprio questo che accade nelle foto di Giovanna. Possiamo parlare di ellissi nelle immagini come in poesia? Le foto di Giovanna sono questo, ellissi nelle foto. Come in poesia si omettono elementi sintattici che pure continuano a esserci è possibile con le immagini omettere elementi visivi per renderli necessariamente presenti? Come nella poesia di Bertolucci l’assenza dell’immagine non è sottrazione ma un “artificio” che la rende ancora più presente perché quella presenza si manifesta non davanti agli occhi dell’osservatore ma dentro i suoi occhi, negli strati più profondi e quei volti assenti diventano volti universali. Un album di famiglia diventa così epopea contadina di un sud che ognuno ha sepolto nella propria anima perché, di questo sono convinto, il sud non è luogo geografico ma stato dell’anima. Nelle foto vediamo antiche sacerdotesse che donano al mondo i nipoti, bambini immobili, pietrificati da una medusa che li consegnerà ai posteri, giovani eroi pronti a uccidere il minotauro che li ucciderà, una galleria di eroi tragici e sconosciuti. Solo velando quei volti se ne intuisce la dimensione tragica e universale e, sono convinto anche di questo, probabilmente Kierkegaard si sarebbe interrogato anche della loro dimensione religiosa. <br />Sì, è davvero un peccato che tu non viva più vicino alla capitale. Un abbraccio e buona settimana.Antoniohttps://www.blogger.com/profile/17716336436436778993noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-48863338190762973372018-06-09T17:42:42.805+02:002018-06-09T17:42:42.805+02:00Perdona l’accostamento irriverente, dopo Gramsci c...Perdona l’accostamento irriverente, dopo Gramsci che cita Plinio e la poesia di Bertolucci, ma leggendo i tuoi ultimi due post ni è venuta in ente la scena del film L’attimo fuggente, quando il professor Keating porta la sua classe davanti alle foto ricordo degli ex allievi della scuola, e li fa leggere loro la poesia di Herrick che recita: “Gather ye rosebuds while ye may…” (Cogli la rosa quand’è il momento…), e sussurra loro, come se provenisse dalle foto degli allievi del passato: “Carpe diem!”.<br />https://www.youtube.com/watch?v=aCLI0HDM4FI<br />Ciò che “parla” dal passato è il volto di tutti quei ragazzi impresso nelle foto, i loro occhi, i loro sguardi, il fatto che sembrano guardare il loro futuro ed esprimere i loro sogni, le loro ambizioni, il loro sentirsi quasi onnipotenti, padroni del mondo e del loro domani.<br />Se togli loro un volto, sembreranno corpi inanimati, materia inanimata, cose inerti, persone senza identità e senza parola, la stessa sensazione che assale scendendo nella Cripta dei Cappuccini di Palermo, il volto di tutta quella gente non è del tutto cancellato, si è solo mummificato, e questo da la sensazione di avere a che fare con dei giocattoli appesi al muro.<br />E’ sul volto di nostra madre che cogliamo le sensazioni, le emozioni, le intenzioni, sue e quelle nostre; è su questo primo ancestrale canovaccio scenografico che impariamo a leggere il mondo e noi stessi, il viso umano ha più muscoli di qualsiasi altra parte del corpo ed è la zona più espressiva dell’uomo.<br />Ma se apparisse soltanto, se fosse sempre davanti ai nostri occhi, il messaggio che ci trasmetterebbe sarebbe l’input proveniente da qualcosa di animato, di vivente, ma non dotato di autocoscienza e, se dobbiamo credere ad Hegel, occorre un’autocoscienza di fronte a noi perché si sviluppi un’autocoscienza in noi.<br />Il messaggio diventa significativo per noi, diventa “umano” (e ci rende “umani”), solo se la coscienza di fronte a noi appare-scompare-riappare (come nel gioco del cucù, esattamente); soltanto così qualcuno di fronte a me può dirmi qualcosa. Questo stratagemma è usato al cinema, al teatro, in musica, ed è strausato nei rapporti umani.<br />Solo se possiamo supporre dei volti, degli sguardi, delle intenzioni, delle emozioni, dietro i visi coperti delle immagini di Giovanna Marsano, possiamo ritenere significativo tutto l’evento della mostra fotografica; togliere il volto alle antiche immagini è sospendere nell’aria il gesto altrui, solo così lo possiamo cogliere in relazione a noi.<br />Sul gesto di Agamennone, Kierkegaard esprime un parere a mio avviso riduttivo, nel momento in cui presenta l’antico eroe mentre fa un gesto dettato soltanto dall’etica antica (che il filosofo danese fraintende in toto), vale a dire che secondo lui Agamennone uccide la figlia Ifigenia perché così andava fatto, così fa un re, e nessuno di fronte al proprio destino può tirarsi indietro, Agamennone è solo l’esecutore materiale e non può avere esitazioni nell’uccidere la propria figlia per propiziarsi gli dei in vista della spedizione per Troia.<br />In realtà la questione no n è così semplice, nessun uomo può essere semplicemente un automa, un burattino del fato, Agamennone, al pari di Abramo con cui Kierkegaard lo paragona sfavorevolmente, deve fare quel doppio movimento che va dall’eseguire un ordine impartito dall’alto al volere fortemente ciò che quell’alto gli impone, a farlo suo, a virare verso l’amor fati.<br />Per questo Abramo necessita di tre giorni per salire sul monte Moriah, per questo Agamennone nel momento fatale è costretto a coprirsi il viso, per questo le varie Medee e le danzatrici pompeiane necessitano di velare e di svelare le loro intenzioni o il loro corpo, per vendicarsi o per sedurci.<br />E’ un vero peccato non vivere un po’ più vicino alla capitale …<br />Ciao, buon fine settimana <br />Garbohttps://www.blogger.com/profile/01837468363807790150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-73342727328484613332018-06-05T15:39:21.956+02:002018-06-05T15:39:21.956+02:00molto bella la tua foto, grazie.molto bella la tua foto, grazie.Antoniohttps://www.blogger.com/profile/17716336436436778993noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-12861399988336205152018-06-02T13:56:57.048+02:002018-06-02T13:56:57.048+02:00Perfettamente d'accordo. Anche perché quella v...Perfettamente d'accordo. Anche perché quella volta che avevo pure gli scatti dove appariva il volto preferii pubblicare <a href="http://albertocane.blogspot.com/2016/09/madonne-del-terzo-millennio.html" rel="nofollow">questa</a>.Albertohttps://www.blogger.com/profile/11636466338353249772noreply@blogger.com