tag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post8753931735038971108..comments2024-03-24T13:33:11.040+01:00Comments on Cose che dimentico: Roma, tra grande bellezza e sacro GRAAntoniohttp://www.blogger.com/profile/17716336436436778993noreply@blogger.comBlogger12125tag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-5175120489870936412015-09-02T14:36:24.422+02:002015-09-02T14:36:24.422+02:00Rispetto a quanto scrivo nel post è doveroso da pa...Rispetto a quanto scrivo nel post è doveroso da parte mia riportare il <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/01/migranti-la-germania-e-spaccata-merkel-cambia-rotta-e-apre-allaccoglienza-per-isolare-i-movimenti-xenofobi-e-neonazisti/1999091/" rel="nofollow">cambiamento della politica tedesca sull'accoglienza dei migranti</a>, notizia assolutamente positiva. Forse in Germania lo spettro del nazismo si è fatto vedere da vicino per rendere possibile tale iniziativa! Non è uno spettro che gira solo in Germania, da noi va in giro in camicia verde. Antoniohttps://www.blogger.com/profile/17716336436436778993noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-17764263328308047902015-08-27T15:27:34.670+02:002015-08-27T15:27:34.670+02:00Caro Gongolo, tu mi porti nelle sabbie mobili dell...Caro Gongolo, tu mi porti nelle sabbie mobili della storia della plebe (c'è una storia della plebe?). Roma fu la sola grande città a importare la lezione della democrazia dalla Grecia e, per quanto non sia corretto leggere il passato con occhi odierni, è significativo, anche per ciò che avviene oggi che la democrazia sia nata in seno a società che avevano la schiavitù nel loro ordinamento. Le istituzioni della Repubblica sono state tra le più grandi conquiste sociali dell'antichità ma le continue richieste di riforma e di annullamento dei debiti e soprattutto il declino ci parlano di giustizia sociale come equilibrio tra aristocrazia e "borghesia" di cui Cicerone fu il campione. Fa fede la memoria che abbiamo di Catilina, scritta dai suoi nemici e quindi infido e malevolo! Con Cicerone siamo prossimi al suicidio della Repubblica ma il processo covava da tempo nelle province, dove la plebe non era quella romana. Le guerre servili e le rivolte degli schiavi avevano i loro eroi ma finirono tutte nel sangue.<br />Quanto a Cola, più che tribuno fu un arruffapopolo, come ne abbiamo avuti tanti. Chiamato dal popolo a implorare il ritorno del papa da Avignone contro i nobili fu investito di quel potere redentore. Governò bene ma si fece prendere la mano, toccava disfarsene e il papa minacciò di togliere il giubileo a Roma, fonte di denari. La plebe scaricò il suo tribuno. Poco dopo ne assunse un altro, Baroncelli, che scaricò poco dopo per il ritorno di Cola, richiamato dal papà. Cola, come dici tu, durò poco!<br />Insomma, la plebe è materia scivolosa per farne storia. Sarà per questo che un eccelso rivoluzionario secoli dopo parlerà con disprezzo e disagio di lumpenproletariat che non può avere ruolo nella lotta di classe!<br />Invece riguardo alla schizofrenia dell'architettura normativa di oggi, concordo con te, forse le XII tavole, possono farci da modello! A presto.Antoniohttps://www.blogger.com/profile/17716336436436778993noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-60250643516267221442015-08-25T00:01:16.975+02:002015-08-25T00:01:16.975+02:00Nel 1344 a Roma spunta fuori un altro sedicente “t...Nel 1344 a Roma spunta fuori un altro sedicente “tribuno della plebe”, Cola di Rienzo, che prova a mettersi di traverso stavolta tra gli interessi delle famiglie potenti che, di fatto, controllavano settori della città, la curia e i cardinali che quando non erano espressione delle famiglie romane o emanazioni “pure” della curia stessa puntavano ad allungare le mani sulla città per tornaconto personale. Bè, oltre ad aver avuto l’innovativa idea di cercare proprio nel coinvolgimento del popolo le fondamenta e la forza del suo agire, non si improvvisò uomo della Provvidenza ma nel rispetto del mandato “legale” delle istituzioni allora vigenti riuscì ad ottenere la nomina a notaio della Camera Apostolica, carica che gli permetteva di intervenire in Campidoglio per denunciare malversazioni e degrado della città… ‘na cosa attuale. Poi però pensa che visto che il Papa e l’Imperatore non riescono a controllare la città, potrebbe essere cosa buona riproporre una amministrazione di tipo “comunale” (Ordinamenti dello buono stato): il problema allora era garantire una forma di amministrazione unitaria valida per tutto il territorio che sottraesse il popolo agli arbitrii dei baroni a seconda che si trovassero in questa o quella parte della città. Non si parlava di decoro, si parlava però già di stanziamento delle risorse per garantire il sostentamento del popolo per esempio (reddito minimo, alloggi popolari…). Vabbè, la faccio breve. Il popolo lo acclama, i baroni no. Cola diventa “tribuno del popolo romano” e Roma, per qualche mese, sembra risorgere. Poi il Tribuno si fa proclamare Cavaliere e quindi Tiranno… e dopo sette mesi di potenziale buon governo, nel 1347 deve fuggire in Boemia… Nel 1353, sei anni dopo (!), torna a Roma da “senatore”, ma ormai non ha più presa sul popolo, soprattutto punta ad esercitare da solo lo stesso tipo di potere che aveva denunciato sei anni prima. Viene quindi catturato, passato al filo di spada e già morto, trascinato per le strade di Roma, appeso in piazza e giorni dopo finalmente bruciato. Non è riuscito neanche a diventare un “padre” per la città, s’è fregato con le sue mani quasi da subito… chissà che lo sguardo disincantato dei romani non sia diventato fisiologico già da quella volta. Non cerco alibi nella storia, ma come ti dicevo, la storia a Roma continua a riproporsi e a riproporre vicende più o meno già vissute. Ma vediamo se ‘sta volta, si riuscirà a spezzare questa specie di ruota del Karma… A presto!Gongolo74noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-83543624169709608872015-08-25T00:00:09.040+02:002015-08-25T00:00:09.040+02:00Caro Antonio,
Da Romano de Roma, che ha deciso di ...Caro Antonio,<br />Da Romano de Roma, che ha deciso di restare in città tutta l’estate ti posso confermare quanto già ti ho detto a voce. Nonostante tutto ‘sta città è magnifica anche quando puzza e fa schifo. Nonostante tutto ‘sta città continua a far emergere nel corso della sua storia qualcuno che, ben lungi dal poter essere identificato come uomo della Provvidenza o “padre” della città, prova comunque a mettersi di traverso. Fino ad oggi l’impresa non è stata praticamente mai coronata da successo duraturo. Purtroppo. E’ un fatto che l’attuale stato della mia città, che è anche la tua, deve essere anche visto come risultato dello scontro tra i diversi livelli della amministrazione pubblica. Stato, Regione, Provincia, Comune (queste ultime due ora “fuse” insieme nella nuova etichetta “città metropolitana”). Competenze, gestione della cassa, stanziamenti ordinari o straordinari sono sempre stati al centro di cordiali scambi di vedute, utili confronti, dure contrapposizioni e posizioni divergenti che son sempre finiti con decretazioni d’urgenza… più o meno.<br />La popolazione non è stata sempre e comunque tagliata fuori nella storia di questa città. Non è sempre stato un “perché io so’ io e voi nun sete un cazzo!”. Facciamo un salto indietro fino all’epoca Repubblicana quando la “plebe” di Roma si ritirò in massa sul Monte Sacro, di fatto dicendo ai Consoli: riconosceteci qualcosa o la Roma delle Guerre ve la sognate, senza di noi non andate da nessuna parte. Spuntarono fuori i “tribuni della plebe” che, insomma a qualcosa servirono in fondo per un mezzo millennio per garantire i diritti del popolo e per dare voce al popolo di questa città. <br />Buio. (segue)<br />Gongolo74noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-34879820227839686282015-08-24T17:07:31.573+02:002015-08-24T17:07:31.573+02:00Caro Garbo, grazie di aver raccolto la mia solleci...Caro Garbo, grazie di aver raccolto la mia sollecitazione. Per me è importante avere altri punti di vista, mi servono per capire meglio. Hai ragione a dire che gli italiani non sono parricidi ma fratricidi, è la tesi di Umberto Saba. Per capire la natura "politica" degli italiani bisogna andare indietro all'Italia dei comuni! Questo è alla radice del provincialismo italico. A livello nazionale abbiamo avuto solo padri adottivi, perché "stranieri", Normanni o Svevi! Per il resto abbiamo avuto torme di signorotti, folle di cortigiani e eserciti di morti di fame, tutti in continuo conflitto/accordo con chi si è arrogato l'epiteto di padre e l'ha pure aggettivo con santo! Ma in questo scenario politico e sociale desolante è sorto un miracolo estetico senza pari e quando parlo di parricidio intendo l'uccisione di un passato che non è il frutto di una emancipazione bensì di un conflitto che ha lasciato fuori gran parte della popolazione e spesso si è consumato sulla pelle della gente. Parlo di un passato culturale che senza l'emancipazione politica e sociale raccoglie ostilità perché marchio dell'eslusione. La società del consumo di massa sta consumando la "vendetta" per una inclusione monca, fatta di prezzi più che di valori. Un vendetta inconsapevole ma una vendetta. Sono consapevole che quanto dico merita maggiore argomentazione ma confido di continuare questo discorso. Ti saluto.Antoniohttps://www.blogger.com/profile/17716336436436778993noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-62795160660560212542015-08-23T15:34:16.046+02:002015-08-23T15:34:16.046+02:00Suona anche come l’avvertimento figurato che don M...Suona anche come l’avvertimento figurato che don Mariano arena, il boss sciasciano de Il giorno della civetta, da al capitano Collodi, quando sapendosi osservato entra nelle sede del partito della DC e in chiesa, come a dire: “Ho amici molto potenti”.<br />Più che amici potenti, spesso è un’unica consorteria, il cattolicesimo romano, come dici tu, è la continuazione del potere assoluto, dell’impero governato da un unico uomo dotato di capacità straordinarie … Casare, Augusto … ma anche da un dissoluto, un inetto, un incapace, un ingenuo … Nerone, Claudio, Caligola, papa Alessandro VI, il sindaco di roma Ignazio Marino (ammesso che sia vero ciò che viene attribuito a costoro) … perché l’ingranaggio funziona da solo una volta azionato, una volta che questa forma di potere è diventata … “istituzione”.<br />CiaoGarbohttps://www.blogger.com/profile/01837468363807790150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-66101434851195831412015-08-23T15:33:53.108+02:002015-08-23T15:33:53.108+02:00Si lotta per i propri interessi personali, quelli ...Si lotta per i propri interessi personali, quelli della propria famiglia, quelli della propria fazione, chi vince gode e non si fanno prigionieri, non esiste alcuna idea di stato, di Nazione, di cosa comune, nessuno governa per il bene di tutti, appena conquistato il potere si occupano le cariche di rilievo e ci si spartisce il bottino.<br />Solo così, credo, possiamo comprendere cosa sta accadendo nel municipio di Roma, dove da decenni 8da sempre?) si costituiscono cartelli elettorali con gruppi coalizzati di amici, espressione di gruppi coalizzati di potere, chi vince si prende tutto, ottiene autorizzazioni a fare ciò che vuole, ha via libera per fare ciò che vuole.<br />Il resto raccoglie le briciole, sopporta, si rassegna (la rassegnazione è tipica dell’italiano e la noti quando nessuno protesta più per i disagi e per le inefficienze), si crea il suo sottobosco in cui si ritaglia piccole/grandi libertà di fare sostanzialmente ciò che vuole, spesso esercitando un’illegalità tollerata e finanche protetta (basti pensare ai costruttori abusivi o agli evasori fiscali), in attesa, forse, di una rivincita, dell’arrivo di un campione che possa sfidare e vincere quello in carica.<br />Nel frattempo, un po’ tutti esercitiamo l’arte della ruffianeria, in cui siamo campioni assoluti, avendo fatto tesoro del prezioso motto: “Se non sei capace di far niente, lecca il culo al potente!”; in particolar modo torna utile incensare il potente in carica ma, ancor di più, il potente il cui potere è sempre verde: la Chiesa.<br />Il potere politico passa, si trasforma, passano gli Andreotti, i Craxi, i Berlusconi, i Renzi … , ci trasformiamo da repubblica a impero, a frammentazione di tanti piccoli staterelli litigiosi, in dominazioni straniere, in regno unificato, in regime fas cista o di nuovo in repubblica, me nel frattempo il potere della chiesa non è cambiato di una virgola, perché morto un papa se ne fa sempre un altro e per la capacità straordinaria che ha la chiesa cattolica di allearsi sempre e comunque col potere politico in auge, fosse anche un potere autoritario, fosse anche quello che mette in atto lo sterminio di oltre sei milioni di ebrei, di avversari politici, di zingari, di omosessuali.<br />Solo da noi esiste la figura inconcepibile dell’ “ateo devoto”, solo da noi persino che si professa liberale, ateo, agnostico, si schiera a favore della chiesa in ogni occasione e in qualsiasi situazione; solo da noi se tocchi il papa avviene una levata di scudi quasi universale, perché non può esistere potere costituito che non abbia l’approvazione religiosa o che non sia in accordo con essa nel mantenere lo status quo e le dinamiche occulte di potere.<br />Non stupisce, in questo sistema di potere così ben collaudato, che Pippo Calò, il cassiere della mafia, fosse di casa in Vaticano con Marcinkus, non stupisce che Renatino De Pedis, uno dei capi della banda della Magliana, sia stato sepolto nella basilica di sant’Apollinare, con l’approvazione del cardinal poletti e di monsignor Piero Vergari , probabilmente come ricompensa per accordi innominabile e forse per loschi traffici in cui c’entra il rapimento di Emanuela Orlando, la pedofilia e l’uccisione di una scomoda testimone il cui corpo non è mai stato ritrovato.<br />Come non stupiscono nemmeno i tanti “inchini” di statue di santi durante la processione della festa a casa di qualche boss mafioso ai domiciliati, così come non stupisce un prete che difende non tanto la celebrazione di un funerale ad un mafioso, quanto lo sfarzo, la pacchiana esibizione di potenza, il: “lo rifarei” del prete o il: ”giudica Dio, non la politica” del capo clan, che suonano come intoccabilità, “nessuno mi può giudicare”, “noi semo noi e voi nun siete un cazzo”.<br />(segue)Garbohttps://www.blogger.com/profile/01837468363807790150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-73935690738525928012015-08-23T15:33:28.765+02:002015-08-23T15:33:28.765+02:00Concordo con Pasolini riguardo a ciò che scrive su...Concordo con Pasolini riguardo a ciò che scrive sull’istituzione in generale e sull’istituzione “chiesa” in particolare, la carità non è compatibile con nessuna istituzione; Francesco d’Assisi l’aveva capito qualche centinaio d’anni fa, e non voleva che il suo movimento diventasse istituzione, voleva solo che fosse riconosciuto, ammesso dalla Chiesa, non ritenuto eretico, ma non voleva strutture, gerarchie, divisione dei compiti e, soprattutto, non voleva assolutamente che il suo movimento possedesse dei beni, né a titolo personale né come collettore della carità. Perché, pensava, non è possibile arrogarsi il diritto di decidere a chi fare la carità e a chi no, chi aiutare e chi lasciare al suo destino, e questo non voleva dire che se un francescano incontrava un individuo più povero di lui non dovesse aiutarlo, ma in tal caso si trattava di un aiuto all’istante, fra persona e persona.<br />L’istituzionalizzazione della carità, nega la carità stessa, pone il religioso al di sopra di chi è più povero di lui e, soprattutto, accetta senza possibilità di modifica lo status quo, dove io che erogo la carità ho bisogno di una persona che sia eternamente bisognosa e grata per la mia carità, ho bisogno di chi abbia sempre bisogno di me, in uno scambio reciproco in cui io riconosco la difficoltà e il bisogno altrui e a mia volta mi vedo riconosciuto il mio status di persona buona che risponde positivamente al bisogno altrui.<br />Mi pare che nessuno degli ordini religiosi pauperistici, terzomondistici e impegnati nel sociale, dai domenicani e francescani fino alle Missionarie della carità di Madre Teresa esca da questo schema in cui sostanzialmente si conferma la povertà e il bisogno.<br />Roma è la sede della più estesa e ramificata istituzione religiosa, che paradossalmente, in quanto istituzione, e proprio attraverso l’aiuto che si prodiga a fornire, inconsapevolmente produce ciò da cui vorrebbe aiutare: bisogno, dipendenza, povertà, degrado, propensione al peccato.<br />L’istituzione, una volta affermatasi, diventa essa stessa una necessità ineluttabile, perché il primo compito di un’istituzione è quello di sopravvivere, anche e soprattutto quando ormai non c’è alcun bisogno di lei (allora è lei a produrre il bisogno) o produce frutti deleteri e dannosi.<br />Non sono d’accordo con te (e forse anche con Pasolini), invece, quando parli di padre ingombrante, da rimuovere o da uccidere; il “padre” storico noi italiani non l’abbiamo mai ucciso, l’abbiamo accantonato come cosa che non ci riguarda, Giulio Cesare e Michelangelo sono degli estranei, misconosciuti, come se avessero vissuto in un altro pianeta (prova a pensare al tasso di analfabetismo italico, praticamente gran parte del popolo italico non conosce la sua storia, la sua letteratura e la sua arte) , oppure la deforma per giustificare un qualche potere, come quando abbiamo scimmiottato l’impero romano con quella forma di demenza chiamata fascismo e con tutti i suoi ridicoli rituali.<br />Nella nostra storia non esistono padri ingombranti, semmai esistono padri assenti, e il padre assente è l’anticamera di ogni fascismo, di ogni autoritarismo, di ogni deriva mistica e religiosa: al padre assente/impotente, sostituiamo il padre sempre presente/onnipotente, quello che vigila, controlla, punisce chi rema contro, il disfattista, l’eretico, il non allineato, il padre che tutti ci invidiano, l’uomo della Provvidenza.<br />L’italiano non è parricida, è fratricida, non abbiamo mai avuto rivoluzioni, come in Inghilterra, in Francia o in Russia, non abbiamo mai tagliato la testa al padre (ecco perché ancora oggi molti, persino chi lo critica, sono affascinati dalla figura di Mussolini), abbiamo sempre avuto guerre civili: fratelli contro fratelli, un clan contro l’altro, interessi particolati contro altri interessi particolari, fazioni contrapposte che si scontrano aizzandosi contro ciascuno i propri accoliti, la propria banda coalizzata.<br />(segue)Garbohttps://www.blogger.com/profile/01837468363807790150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-42064045048836823622015-08-23T15:32:56.331+02:002015-08-23T15:32:56.331+02:00Caro Antonio,
anche tu ammetti che fare un ritratt...Caro Antonio,<br />anche tu ammetti che fare un ritratto di Roma è compito duro, e se è arduo per te che ci vivi da anni, figurati per chi come me non ci ha mai vissuto e ci viene per lavoro o per turismo, guardando qualcosa che è a metà strada fra ciò che Roma vuole mostrami come straniero e ciò che io voglio trovarci.<br />Potrei parlarti con più cognizione di causa di Treviso o di Padova, città in cui ho abitato ed abito e che ho vissuto più intensamente, potrei parlarti di Siracusa che ho conosciuto abbastanza bene perché sono nato in provincia, potrei parlarti di Venezia perché l’bo girata in lungo e in largo perché mi sono innamorato di lei appena l’ho vista, potrei parlarti di Milano, che frequento spesso e in cui ho molti amici.<br />Ma nonostante ciò, nonostante la mia consuetudine e la frequentazione tutte le volte che posso di queste città, nonostante il mio lavoro mi abbia messo in contatto co i segreti più intimi non solo dei miei pazienti, ma anche di molti loro amici e conoscenti, tanto da poter fare la mappa dell’occulto e dei desideri più reconditi della città, mi accorgo che molte cose mi sfuggono comunque, che molte dinamiche posso appena intuirle e non conoscerle, mentre posso supporre che di tante altre cose che accadono non ne sospetterò nemmeno l’esistenza. <br />La volta che mi sono sentito più in contatto con la tua città è stato quando ho preso alloggio non usando i soliti circuiti dei colleghi, degli amici che ci vivono o che ci sono stati e si sono trovati bene, ma ho deciso di vivere nella città come uno della città: così ho contattato un B&B a Porta Portese, praticamente un appartamento residenziale vicino ad altri appartamenti, che condividevo con giovani turisti, in un viale.<br />La sera, invece di andare nei locali alla moda di Trastevere, fra un’osteria tipica e un Lounge bar americano (chissà che diavolo ci fa un lounge bar a Trastevere e chissà perché le osterie sapevano un po’ da cartolina, come il film di Woody Allen To Rome with love, che ha ricostruito la Roma che gli americani si aspettano di trovare con tanto di cocktail manhattan con l’ombrellino e l’oliva) frequentavo i locali limitrofi dove i turisti erano rari e dove l’amatriciana era amatriciana e dove le fave e il pecorino erano fave e pecorino).<br />Mi piaceva, poi, che le persone uscissero la sera dai loro cubicoli chiamati appartamenti e si andassero a sedere nelle panchine sotto gli alberi del viale, altre facevano capannello portandosi la sedia pieghevole da casa, chi mangiava qualcosa, chi beveva, chi prendeva il gelato e chiacchieravano, scherzavano e ridevano e, anche se era uno sconosciuto e sono relativamente timido o riservato, sono riusciti a tirarmi dentro ai loro discorsi, tanto che ho passato molte serate li con loro.<br />Bastava davvero poco per fare amicizia, con una bambina di sette anni mi è bastato ad esempio aprire il cancello che dava all’esterno e lasciarla passare con un: “Prego” e un sorriso”; evidentemente ne è rimasta lusingata, ha apprezzato il gesto e mi faceva lunghi sorrisi ogni volta che mi vedeva … poi, verso gli ultimi giorni di permanenza, mi ha ricambiato il piacere, aprendo a sua volta il cancello e cedendomi il passo con cortesia.<br />Mi piacevano gli extracomunitari la mattina con le loro bancarelle che parlavano in romanesco (a Venezia non succede che parlino in veneto), era talmente contagioso che anch’io rispondevo nella stessa lingua, e l’odore della pizza romana che usciva dal forno di primo mattino: una volta l’ho comprata conquistato dall’odore, pensando di mangiarla a pranzo, ma ho fatto un errore, quando ho provato ad addentarla era dura e gommosa, oltre che fredda, evidentemente va mangiata appena calda.<br />Nonostante questo preambolo, il tuo scritto, le mie esperienze e le informazioni che mi giungono dai media mi hanno suscitato qualche riflessione.<br />(segue)Garbohttps://www.blogger.com/profile/01837468363807790150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-71489658396555136782015-08-22T22:01:27.091+02:002015-08-22T22:01:27.091+02:00Grazie per la pazienza di aver letto queste rifles...Grazie per la pazienza di aver letto queste riflessioni su questa città-provincia in cui ogni ritratto è vecchio prima di essere terminato. Mette alla prova questa città, mette alla prova i nervi di chi la vive e in questi giorni suscita sdegno e schifo tra bande funerarie da macchietta per mafiosi e caporioni e un carosello di amministratori che gareggiano per incompetenza. Nulla di nuovo, si potrebbe dire, pensando alla storia passata tra le mura leonine, ma francamente sarebbe ora di farla finita con questa farsa-tragedia da popolino di borgata sempre in attesa di una benedizione urbi et orbi e cominciare a fare i cittadini. Mi farebbe piacere sapere come la vedete questa città, lasciate perdere il mio post, ditemi quali sono le vostre impressioni. Saluti.Antoniohttps://www.blogger.com/profile/17716336436436778993noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-5653265728331221302015-08-07T18:13:54.135+02:002015-08-07T18:13:54.135+02:00Post eccezionale, veramente bello, nonostante sia ...Post eccezionale, veramente bello, nonostante sia intriso di quella sorta di tristezza che segue il disincanto, e si respirino i vapori della visione magnifica e terribile che hai di questa città, ho goduto nel leggerlo, parola per parola … se questo è il risultato, se ti basta prendere a pretesto lo sguardo disincantato ed estraneo di un tuo amico sulla città in cui vivi, non ci resta che fare una colletta perché i tuoi amici tornino a trovarti più spesso.<br />Molte idee sono fantastiche e suggestive, e i vari livelli di analisi (culturale, sociale, politica, religiosa, psicologica, storica …) sono concentrici; ed aprono spazi inediti di pensiero le escursioni, le similitudini, le differenze e i paragoni con altre situazioni; ma, soprattutto ho apprezzato l’innegabile passione che hai impresso nel tuo scritto.<br />Conosco molto poco, tutto sommato e nonostante io sia venuto svariate volte, la città di Roma, per cui mi limito a vederla con i tuoi occhi e col fuoco della tua passione per questa città, qui e la mi è sorta qualche impressione personale su Roma, su Marino, sul Vaticano, sull’Europa, sul rigore versus investimenti, crescita, occupazione, ecc., ma spero avremo altre occasioni per parlarne in altre occasioni, perché trovo che il post sia completo così.<br />Ciao, ben ritrovato.<br />Garbohttps://www.blogger.com/profile/01837468363807790150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7562717026686702551.post-83988710684898671472015-08-06T08:17:15.187+02:002015-08-06T08:17:15.187+02:00un racconto bellissimoun racconto bellissimofranzhttp://www.stanlec.blogspot.comnoreply@blogger.com