C'è un'invarianza nelle leggi dell'universo che va dalle masse stellari al dolore delle creature che conoscono la morte. Come i buchi neri il dolore attrae qualunque cosa nelle sue vicinanze e la distrugge, la porta al di là di un orizzonte degli eventi che non ci è dato conoscere. Le congetture si moltiplicano. Così nascono le religioni e le teorie scientifiche più ardue.
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
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venerdì 15 settembre 2023
Invarianze
martedì 12 settembre 2023
Tutti a teatro, tutti a teatro
Danzano sul sipario di un filo, danzano davanti agli occhi indossando la nostra maschera. Che fantastiche attrici sono, con quale leggerezza assumono la nostra stessa forma e noi cediamo loro un po' della nostra disgrazia pensandole animate solo dal vento in un teatro affacciato sul cielo, aggrappati a un filo che a malapena teniamo stretto tra le dita consumate dal sole e dagli anni.
Se c'è una cosa che rappresenta, come in un teatro una commedia, la forma della vicenda umana, sono le mollette di legno del bucato. Le mollette ormai invecchiate di legno gonfio di umidità, deformi nella loro ostinata funzione di tenere fermo un lembo di tessuto con due dita storte aggrappate al filo di ferro. Non hanno più presa, il ferro arrugginito non ce la fa a tenere allineati i legni, per le imprevedibili fantasie del caso un braccio è più annerito e consumato dell'altro e quasi si accusano a vicenda di non essere più all'altezza del compito che un tempo assolvevano con tanta precisione, eppure sono sempre stati insieme, insieme hanno tenuto lenzuola sventolanti sui terrazzi, bandiere di nessuna terra conquistata, tenute da mollette che nulla potevano sapere del loro tragico mestiere. 🌾🌹
lunedì 4 settembre 2023
Itinerario salentino et al
Qui si comincia dalla pietra!
Il sublime ha strade insospettabili.
A due passi dall'abisso.
I chiodi nei muri sono come i fusi del tombolo. Chi ricorda questa antica tecnica del ricamo? Le ricordo le donne sedute d'estate sulla soglia di casa a prendere il fresco intrecciando fili tra le dita che si passavano i fusi con il virtuosismo di Aracne e la responsabilità di Lachesi. Così i chiodi hanno fili invisibili e mani ignare del disegno li tolgono, li infiggono, intreccio da muro a muro, lento, con la pazienza di chi non sa cosa sia il tempo e lo lascia andare come si lascia andare un passante sconosciuto che si incrocia per strada. Non sappiamo chi sia ma dopo averlo incrociato non possiamo più toglierci dalla testa il chiodo fisso che lui ci conosca.
Ci sono chiodi cui è appesa una vita, anche quando la dicono finita.
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Vengono da lontano,
svegli di buon mattino,
salutano l'alba e la tramontana
che ancora dorme,
negli occhi hanno il mare,
in una mano smeraldi
da sciogliere nell'acqua
nell'altra polvere d'oro
da spargere nei campi.
Che il mare sia cristallo
e il grano zaffiro,
cuori di rubino
battono le ore
al ritmo dell'inganno
che continua a essere vero.
"Guardala, stasera è tra Ugento e Felline, non è tanto lontana. Una di queste sere dobbiamo andarci, non ci metteremo tanto."
Si prevedono geometrie euclidee e temporali sparsi.
Nel mio paese la controra dura a lungo, il tempo è sospeso su una fune e le strade sono vuote, così sembrano a occhi distratti. Lo diresti disabitato non fosse per pochi anziani seduti al bar. Qualcuno si sofferma sugli annunci per informarsi degli ultimi saluti. Si gira per le strade pensando al povero diavolo che ci sta sognando, un po' temendo il suo risveglio.
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Il primo mojito di (e con) papà... non ha prezzo! 💞
Due tipologie di persone che non sopportano Barbie: quelli che sanno che una mela selvatica con un bruco è una mela buona da mangiare (evitando il bruco) e quelli che hanno dimenticato l'esistenza delle mele selvatiche e fanno finta di ricordarle.
Il resto quando vedrò il film, se lo vedrò. 😊
Due tipologie di persone a cui piace Barbie: quelli che hanno capito quali sono le tipologie di persone che non la sopportano (vedi post precedente) e quelli che non riescono proprio a capirlo.
Il resto quando vedrò il film, se lo vedrò. 🤗
tra le zolle di terra rossa
e gli spicchi di limone.
Siamo rimasti pochi a gustare
il sapore acido dei limoni,
memoria aspra che corrode i denti.
Tutti vi ricordo,
ognuno con una teca tra le mani,
gemme nella brace di San Lorenzo
perché il martirio sia vero.
A tavola dividiamo parole di pane
e di parti prematuri
dopo anni di gestazione.
Un filo di fumo, cresima contadina
di doverosi matrimoni e lividi negati,
unge il viso di lacrime non piante.
Salgono voci da sorgenti sepolte
nella terra che si fa succo di limone.
“Una delle stragi (nazifasciste) più sanguinose della Seconda guerra mondiale (i cui responsabili, va ricordato, non furono solo nazisti, furono anche quei connazionali che per vent'anni avevano instaurato e servito la dittatura fascista al seguito di Benito Mussolini). Una pagina vergognosa della nostra storia (, tragico e prevedibile epilogo di una scellerata alleanza tra regimi liberticidi e violenti,) che tutti gli italiani ricordano con lo stesso dolore e la stessa esecrazione. Onorare la memoria di quei bambini, di quelle donne e di quegli uomini (, riconoscere la connivenza fascista e antipatriottica di quella tragedia) è un nostro dovere affinché tali tragedie non si ripetano in futuro”. Il presidente del Senato della Repubblica, Ignazio Benito La Russa, in occasione del 79° anniversario dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema. (Tra parentesi integrazioni mie.)
I titoli di questa estate apriranno un nuovo filone del porno!
Il bello delle mie passeggiate campestri è che torno sempre con le gambe gri(a)ffate e un Magritte buttato lì per caso lo trovo sempre. #salentonocostaltre foto |
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#salento di pomodori ad asciugare al sole, tappeto rosso sulla battigia multicolore.
Quest'anno in Salento non c'era un posto dove starsene in pace!
Seguitemi per altri consigli.
Non sono a Dover 🤗 #salento (Falesia di Sant'Andrea, Melendugno)
Si vede che ha lo sguardo sveglio dell'intellettuale di destra. 🥴
Qui è così, si va come pendoli spinti da scirocco e tramontana, si oscilla tra ionio e adriatico negandoci perdono e sosta perché il cuore non si fermi a metà strada, tra un'alba e un tramonto. Grazie a #RenataFonte perché per lei questo gioiello è area protetta, la mafia locale l'avrebbe edificato, l'hanno uccisa ma il suo porto è rimasto selvaggio. È doloroso non vedere qui tra i tanti cartelli lungo i viali della pineta qualcuno con il suo volto, la sua storia. Questo è un sacrario ma non tutti lo sanno.
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- Sentinella, cosa fai lassù?
- Sono di vedetta per scorgere l'arrivo degli invasori.
- Non ci sono più invasori.
- Sbagli figliolo. Da secoli non arrivano più dal mare. Nascono qui, parlano la mia e la tua lingua ma non mi vedono, non sanno più dirmi nulla.
- Cosa fai quando li vedi arrivare?
- Nulla possono più le mie armi. A nulla servirebbe il mio grido di allarme. Non ci sono più soldati che risponderebbero alla chiamata.
- Ma allora come sarà possibile fermare l'invasione?
- La loro stessa invasione basterebbe a fermarli. Le buste di rifiuti lungo le strade, gli oggetti gettati nelle campagne, la plastica ovunque. Tutto questo potrebbe bastare a sconfiggere l'orda.
- Sentinella, si fermeranno?
- Ho conosciuto i saraceni, li ho combattuti, sapevo prevedere quanto sarebbe durata una battaglia, quale sarebbe stato l'esito perché noi e i saraceni conoscevamo la differenza tra la vittoria e la sconfitta. I nuovi saraceni ignorano la differenza. Per loro c'è solo una vittoria ottusa per cui non sapranno riconoscere la sconfitta neanche se la vedranno.
- Tu da qui la vedi?
- Questo luogo è rifugio di serpi e fichidindia. Ai tuoi passi volano via i colombi che qui hanno il nido. Il nostro incontro non è che un alito di vento che soffia dal mare. Da qui si vede tutto.
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Poi ci sono loro, i santi sbiaditi in una diruta chiesa di una masseria in rovina che non sono testimoni del passato ma tristi profeti senza voce. Intorno hanno quello che resta degli antichi dèi che qui regnavano.
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Il miracolo di oggi è la signora dei pasticciotti. Prenotati ieri sera, ritirati stamattina. Sul biglietto aveva scritto: 3 pasticciotti x Rosalba 🌹
A palazzo Risolo di Specchia è in corso una personale di Annalisa Scarcia. Diverse le forme espressive, non tutte entusiasmanti. A mio avviso tra le più riuscite la fotografia, tra queste un fedele ritratto del Salento.
Doveva essere il palo a reggere il filo, invece... perdersi nella foresta di simboli è un gioco mortale.
Eppure mi tocca invidiare chi non vede la lebbra che consuma questa pietra, una lebbra che si porta dentro da quando era in mare, polvere intorno ai vermi che anche da morti avrebbero morso quel pane giallo di millenni (Cattedrale di Otranto).
Ci sono luoghi la cui potenza metaforica non consente parole di presentazione. A Patù cripta basiliana di Sant'Elia (XII-XIII secolo) all'ombra di uno stabilimento industriale ormai dismesso.
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Me ne andavo Soleto Soleto per le viuzze...
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La libertà è una cosa bellissima. Uno è persino libero di non capire un cazzo di agricoltura, alimentazione e spesa alimentare senza neanche essere ministro dell'agricoltura! #intelligenzaQIzero
E il cielo si riversò nel mare perché era stanco di starsene solo lassù, le acque lo chiamavano con voce di sirena e scintille di luce liquida. Vieni, diceva il mare, il tempo di un abbraccio, poi il sole, geloso amante di entrambi, ci dividerà.
A Carpignano salentino si passa in pochi metri da una cripta bizantina del X secolo (cripta di Santa Cristina) a una cripta della civiltà dell'olio. Nella prima cripta ci sono affreschi datati fino al 959 e con testimonianze precedenti, alcuni esempi rari e unici nel bacino mediterraneo. Niente foto, imparate a godere con gli occhi, non tutto si può fotografare. Nella seconda cripta un trappitu, ovvero un frantoio ipogeo, dove una guida d'eccezione fa rivivere le fasi di lavorazione dell'olio che dal Salento partiva, tra le altre destinazioni, per alimentare le lucerne d'Europa e con un pensiero neanche troppo azzardato è facile pensare che alcune delle pagine immortali dell'illuminismo siano state scritte sotto la luce figlia dell'olio spremuto dalle bestemmie contadine della mia terra.
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A Serrano il custode del tempo se ne prende cura, il meccanismo è sempre quello dal 1881. Un grazie enorme a Lucia Russo per una giornata particolare di visite e momenti davvero speciali.
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Chi mangia le nostre resta soddisfatto e ne vorrebbe ancora, chi si sta ingozzando di quelle di Georgy & Salvy le vomiterà con gli interessi, salvo i morti di fame zeppi di soldi e quelli contenti di farsi raggirare.
Lo sa il cielo, meglio sarebbe lo sapessimo noi, quanta strada abbiamo da fare in Salento ma certamente il nostro modello non è quello di chi costruisce un divertimentificio attrezzato sulle coste per distrarre lo sguardo dei turisti dal mare.
E poi c'è lei, la perla barocca, dove il barocco si chiama così per provincialismo, per imitare quello che sta avvenendo o è già avvenuto a Roma. Non fosse per questa provinciale imitazione qui si sarebbe coniato un altro nome per quello stile nato dall'horror vacui, come scrisse Vittorio Bodini. Qui come in Sicilia orientale l'architettura barocca non è movimento, scenografia, spettacolo. Non solo. Qui è anche e soprattutto una invocazione, quasi una bestemmia: ehi tu, guarda cosa facciamo per te e tu cosa fai lassù?
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Farsi prestare le parole dal mare non è gioco da ragazzi, tocca avere vene robuste per tenere insieme tutto quel vento che soffia dagli occhi.
È davvero un peccato che la Terra sia piatta! Non fosse per il vento che spinge l'acqua a riva cadrebbe tutta dall'altra parte e il mare si svuoterebbe. 🥴
E non si pensi che si tratta di un miracolato. No, è uno che formando una famiglia tradizionale in relazione extraconiugale con il presidente del consiglio è "incorso in determinate problematiche" come quella di ritrovarsi opinionista senza gli strumenti per formulare opinioni. Del resto se eviti di ubriacarti di popolarità di riflesso eviti anche di considerarti un giornalista.
Dulcis in fundo. E dopo questo che altro fare se non portarsi tutto negli occhi? Nella prima foto, sullo sfondo torre Ospina a Racale, poca distanza da dove sono nato e cresciuto, in primo piano un dolmen. Tra i tre lastroni laterali un menhir adagiato. Non posso escludere che i nonni dei miei nonni dei miei nonni... dei miei nonni... dei miei nonni abbiano toccato queste pietre. Farlo dà i brividi, si scende in un abisso di tempo e risalire non è facile. E poi non sono nemmeno così sicuro che prima ci sia una discesa e dopo una risalita, forse è il rovescio. Alle spalle del dolmen c'è il lastrone superiore, chissà quando è stato rimosso, chissà da chi e chissà perché è su quella lastra di ferro. Spero prima o poi non sparisca da qui per andare in qualche villa di campagna!
Qualche suggerimento per Giambruni in fiore:
1. Se eviti di uscire di casa eviti anche che i ladri te la svaligino.
2. Se eviti di dare retta ai truffatori eviti anche di essere truffato.
3. Se eviti di votare sparaballe eviti anche che al governo ci vadano bugiardi incalliti.
4. Se eviti di guidare eviti anche di fare incidenti.
5. Se eviti di immergerti in mare eviti anche di annegare.
6. Se eviti di bere acqua eviti anche di pisciare.
6. Se eviti di .... eviti anche ...
Dai anche tu un suggerimento al Giambruno senza idee.
Tra le divinità più antiche della mitologia romana ci sono Abeona e Adeona, dee protettrici della partenza e del ritorno. Dei figli in particolare, da e verso la casa dei genitori. Da tempo le dee non ricevono più invocazioni. Solo il mare, con le sue onde, continua a rivolgere loro insistenti, costanti preghiere d'acqua. I figli del mare ascoltano a malincuore il canto, per non morire fanno finta che siano solo onde e vento.