Il contesto: un "sindacato", per fortuna frequentato da pochi sventurati, che invia all'amministrazione di un istituto di ricerca, ripeto, un istituto di ricerca questo messaggio (testo allineato a sinistra). Il testo con rientro in corsivo sono le mie osservazioni rese pubbliche nel contesto dell'istituto in questione. Non ho mai avuto risposta da parte del "sindacato". L'Istituto in questione ha continuato ad adottare misure responsabili per contenere il contagio e non ha dato seguito a nessun delirio della cosiddetta "federazione".
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Osservazioni al comunicato della Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali del giorno 12 luglio 2022
C.a. D.G. dr.ssa xxx
E p.c. Il Personale xxx
Il giorno 6 luglio 2022 si è tenuto un incontro con l’Amministrazione avente ad oggetto “Misure per il contrasto alla diffusione del coronavirus in Istituto”.
L’Amministrazione, ispirandosi alla logica della precauzione, e pur non persistendo alcun obbligo in merito, ha reso noto che le misure adottate in Istituto per il contenimento del contagio consistono nell’uso del dispositivo mascherina FFP2 e nella riattivazione dei termo-rilevatori all’ingresso per la misurazione della temperatura corporea.
Richiamarsi alla logica della precauzione, sebbene, a mio avviso, sarebbe più corretto utilizzare principio di precauzione, rivela un vizio del discorso, probabilmente inosservato. Il concetto di precauzione richiama un “criterio di gestione del rischio in condizioni di incertezza scientifica circa possibili effetti dannosi ipoteticamente collegati a determinate attività, installazioni, impianti, prodotti, sostanze”.[1] In relazione alla diffusione del contagio in discussione siamo di fronte “Alla più “sperimentata” logica della prevenzione (teleologicamente orientata all’eliminazione o alla riduzione dei rischi nomologicamente noti, quindi dagli effetti prevenibili in quanto prevedibili)”[2] . Il rischio di contagio in assenza di misure preventive è un rischio noto e misurabile, confermato dalla corretta lettura dei dati disponibili. Parlare di precauzione è fuorviante e richiamandosi alla logica classica si potrebbe dire ex falso sequitur quodlibet e chiuderla qui.
Tuttavia la logica della precauzione trova i suoi limiti nella applicazione del buon senso (proprio quello richiamato al tavolo) oltre i quali la precauzione si trasforma in persecuzione, ovviamente inaccettabile. Il panorama di contagio 2022 risulta peggiore di quello del 2021 già, a sua volta, peggiore di quello del 2020.
Le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti in Palombella rossa, ma qualcosina avevano già scritto al riguardo anche Heidegger, Wittgenstein e altra gente abituata a pensare. Noi abitiamo il nostro linguaggio e il linguaggio è fatto di parole, usarle in maniera impropria significa distruggere le mura che abitiamo con il rischio di trovarci senza tetto quando verrà a piovere. Secondo la Treccani persecuzione è il “Complesso di sistematiche azioni di forza volte allo scopo di stroncare un movimento politico o religioso, di ridurre o addirittura eliminare una minoranza etnica, sociale e simili.” Breve definizione ma sufficiente a delineare gli elementi essenziali e necessari perché si parli di persecuzione: sistematiche azioni di forza, movimento politico o religioso, minoranza etnica, sociale e simili. Elementi necessari alla luce della Storia ma oggi quella luce splende poco.
La situazione è paradossalmente peggiorata dopo l’avvento dei “vaccini” (dicembre 2020) e di tutti i provvedimenti di “buona pratica sanitaria” ispirati al principio di precauzione.
Che la situazione sia peggiorata con “l’avvento dei vaccini” è affermazione da dimostrare confutando i numerosi studi che provano il contrario. Ultimi i rapporti dell’Istituto Superiore di Sanità[3]. La confutazione dovrà avvenire nello stesso terreno metodologico condiviso dalla comunità scientifica, almeno a partire da Cartesio! In assenza di tale confutazione quanto affermato è una menzogna.
Se per peggioramento si intende l’aumento del numero di contagi allora valga l’analogia con gli incidenti stradali. Se il numero di incidenti stradali aumentasse ma le conseguenze gravi diminuissero per l’introduzione delle cinture di sicurezza e della patente a punti diremmo che la situazione “è paradossalmente peggiorata dopo l’avvento” delle suddette misure?
Visto, infine, che il Governo (DL n.52 del 22/04/2021 e smi) ritiene che non vi sia pericolo per la cittadinanza nel frequentare teatri, cinema, sale da ballo, competizioni sportive, etc, si chiede all’Amministrazione se un luogo di lavoro come xxx (caratterizzato da condizioni ben diverse) possa possedere un rischio intrinseco maggiore dei suddetti contesti.
Altra fallacia argomentativa, nonché autentica menzogna. È falso che il Governo ritenga “che non vi sia pericolo per la cittadinanza nel frequentare teatri, cinema, sale da ballo, competizioni sportive, etc”. Oltre ad essere una affermazione logicamente impropria, nessuno può escludere un pericolo di qualsivoglia natura, è smentita dal fatto che il Governo, pur eliminando l’obbligo di mascherina ne raccomanda fortemente l’uso in casi di affollamento e in cui non sia possibile mantenere la distanza.
Chiediamo infine all’Amministrazione di renderci note le evidenze scientifiche riguardanti la efficacia delle mascherine e dei termo-rilevatori, anche in relazione alle specificità lavorative di xxx,
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7951820/
https://www.pnas.org/doi/abs/10.1073/pnas.2014564118
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0269749120334862
https://link.springer.com/chapter/10.1007/978-3-030-78468-3_17
Buona lettura!
nonché chiediamo di escludere l’esistenza di [altri] studi che, invece, evidenzino la nocività di un uso prolungato dei dispositivi di protezione individuali.
Questo è un capolavoro di fallacia logica. Di solito si dimostra l’esistenza di qualcosa, non l’inesistenza! Tuttavia, non posso escludere che secoli di riflessione epistemologica si siano fatti sfuggire questo fatto di così rilevante importanza.
Battute a parte, onestà intellettuale vuole che l’onere della prova dell’esistenza di studi che dimostrino “la nocività di un uso prolungato dei dispositivi di protezione individuali” sia a carico del richiedente. Buona ricerca!
Cordiali saluti
Antonio Caputo