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venerdì 26 febbraio 2021

Non essere morte


 
Non essere morte
se vuol dire che mi trascuri
che mi sveglio e si sveglia
con me solo la spina acuminata
dell’assenza. Voglio che tu sia
carezza, sospensione prima
di un abbraccio, corrente.
Trascinami verso di te
come facevi con le parole
sobria brillandole una a una:
sono ‑
proprio ‑
contenta -
che -
tu -
sia -
qui -
Come dentro le tue mani ospitali
le mie inezie si tramutavano
in doni grandi.
Sei uno sciame di nulla?
Semini luce?
Sei nella direzione dei gerani rossi?
Sei me?
 
Prendimi teneramente
nella memoria scalza
nella tua anima di filo forte
nell’invisibile rete:
anch’io
anch’io
senza significati,
sedia impagliata,
teiera,
rubinetto che sgocciola
anch’io
tutto.
È subito il tempo della vita?
Cosa vuol dire mai?
Mandami in sogno parole lunghe
lunghissime
che manchi il tempo
per pronunciarle.
Mandami parole.
Che bacino le labbra.
 
Pensa, la relazione di ora
questa nuova faccia
dell’amore,
la chiamano lutto.
 
Chandra Livia Candiani
da La bambina pugile ovvero la precisione dell’amore, Einaudi 2014.

giovedì 25 febbraio 2021

Delle somiglianze

Jacopo Zucchi,
Ritratto di Clelia Farnese, ca. 1570.


L'adolescenza è l'età in cui devi trovare una ragione per ogni cosa, dopo o sei malato di hegelite, una sorta di priapismo della ragione, o smetti di farlo.

Da adolescente passavo lunghi minuti davanti allo specchio, non per vanità ma per cercare un senso al mio volto, un significato. Sì, proprio un significato! Perché nella mia fantasia il volto degli altri aveva un chiaro significato, una combinazione di linee e di forme con un preciso senso. Ogni volto era unico e riconoscibile. Il mio volto invece era del tutto privo di significato. Un volto come tanti. Anonimo.

Crescendo ho imparato che l'unicità e la riconoscibilità di un volto non c'entrano nulla con il suo significato e inoltre ho capito che lo stesso concetto di significato di un volto è privo di senso ma l'adolescenza ama perdersi in questi dedali.

"Ecco quel che ci resta sulla faccia passati vent'anni! Un errore! La nostra faccia non è altro che un errore." Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte, 1932.

Concetto spinoso quello di significato, e ambiguo come se già non bastassero le insidie degli apparentemente più maneggevoli concetti di unicità e riconoscibilità. Concetti imparentati con quello di somiglianza. Stabilire se due volti siano somiglianti sembrerebbe cosa semplice ma quante volte scopriamo somiglianze che altri non vedono?

Ci sono casi in cui non ci sono dubbi sulla somiglianza di due volti, così come casi in cui non v'è alcuna incertezza circa l'assoluta assenza di somiglianza tra altri due volti. Ma questi sono estremi di uno spettro abbastanza ampio in cui ci sono somiglianze viste da alcuni che altri giurerebbero inesistenti. Le ragioni di questo potrebbero essere oggetto di studio delle neuroscienze della visione, in particolare la branca che si dedica alla formazione delle immagini e alla loro composizione a livello neocorticale.

La visione non è un atto passivo di mera ricezione delle immagini dal mondo esterno. Noi componiamo nel nostro cervello le immagini che vediamo con gli occhi. Facendolo esaltiamo alcuni dettagli e ne trascuriamo altri. Diamo enfasi ad alcune combinazioni di linee, forme e proporzioni che non sono le stesse cui altri danno enfasi nel loro processo di visione. La visione è un processo attivo di composizione delle forme. Nonostante quello che avrei capito uscendo dal dedalo della mia adolescenza l'enfasi differenziale che, più o meno inconsciamente,  assegniamo agli oggetti della nostra visione non è affatto estranea al concetto di significato perché se diamo enfasi a una combinazione di forme e proporzioni piuttosto che ad altre è perché quelle combinazioni per noi hanno un significato che altre non hanno. Un significato che è difficile definire ma pur sempre un significato. Cosa sia a determinare queste differenze è tema ancora più complesso. Riguarda la biografia più che la scienza e a tal proposito potrebbe bastare per chiudere la questione la massima latina de gustibus non est disputandum.

Clelia Farnese per esempio è il ritratto di una mia cara amica. Jacopo Zucchi l'ha ritratta quasi mezzo millennio prima che nascesse. Non sono il solo a scorgere questa somiglianza ma la mia amica non è d'accordo. Non si riconosce in quel volto. Si direbbe che basti il suo giudizio per decidere che la supposta somiglianza è frutto della mia fantasia, sia pure condivisa con quancun altro? Non ne sono certo. Non perché sia invece certo della somiglianza ma perché la visione è appunto un processo attivo di composizione delle forme che lascia molto spazio a fattori soggettivi che possiamo eventualmente condividere con altri e allora ci troviamo d'accordo sulle somiglianze.

Dopo questa premessa la domanda aperta resta quella della mia adolescenza. Che significato ha il mio volto? Quando qualcuno mi farà notare che ho il naso leggermente storto dirò che non è così e la questione è chiusa o comincerò a gravitare intorno ai miei centomila sosia sparsi per il mondo per finire i miei giorni in un ospizio, finalmente libero di vagare a mio piacere nel dedalo della mia adolescenza?

lunedì 22 febbraio 2021

L'odore dei lividi

Annuso il culo alle stelle randagie, la luce ubriaca di distanze siderali fa a cazzotti con gli occhi che non ne vogliono sapere di pagare l'affitto per tutto questo abuso di splendore.
Ehi Luna quanti clienti hai avuto questa notte? Ti sei fatta pagare bene almeno? Guarda quanti maniaci ti vengono dietro. Ti cercano con la bava alla bocca e poi vanno a fare i santi con un petalo di rosa a buon mercato che si dà per tutta la vita. 
La pagano cara la loro ingenuità, povere bambine. Ammazzate di botte, coperte di lividi che non vanno via neanche se li massaggi per secoli. 
Li spostano i loro lividi come fossero tovaglie di corredo da controllare se le tarme le hanno divorate. Cambiano cassetto ai lividi da un mobile all'altro perché siano sempre freschi. Non gli fanno prendere luce e a volte dimenticano dove li hanno messi e credono di averli persi, contente per una volta della loro pelle bianca, come quando erano bambine. 
La sera mi sembra di sentire l'odore dei lividi, ogni volta che come cani annuso il buco del culo alle stelle.

Incontri

Lei faccia di corteccia e braccia di legno rannicchiata che sembra poco più di un pugno chiede l'elemosina e inveisce al ragazzo di fronte che vende rose agli innamorati. Vai più in là, proprio qui devi metterti. Lui la guarda senza parlare, di fronte ha il ricordo di una vecchia che lo scaccia. Le nuvole in cielo si rincorrono, animali informi cambiano faccia e colore con le strade e le voci di chi al telefono parla ad alta voce sempre con lo stesso studio notarile di faccende da raddrizzare perché il mondo sia meno storto, mentre un ragazzo nato a mille miglia da qui chiede un accendino perché il suo glielo hanno rubato e tu Perseo da quattro soldi passi accanto a Medusa senza riconoscerla e il tuo cuore di pietra ha smesso di battere.

lunedì 15 febbraio 2021

Appuntamenti



Ci ritroviamo qui la domenica mattina
sulle scaglie del pesce terra.
Giona increduli sui viali lunghi centinaia di chilometri,
vento di scirocco cadenza i passi,
nel cielo scorgiamo l'anima
che lanciammo da alte fionde
sui campi dissodati per accogliere i dannati della terra.
Le campane chiamano alla tavola i discepoli della vora,
maestra sotterranea
che insegna come si vuota l'amaro calice.


***

Voi che abitate al centro del mondo
non invidiate le nostre primavere anzitempo
le scambiammo con gli imperatori che governano la terra,
le scrivemmo sui rami degli alberi in cambio delle pagine di storia.
Non invidiate le nostre primavere precipitose se accusate di indolenza la provincia.
Per strano che vi sembri è fretta di vivere la nostra, che ci consuma.
È ansia di scoprire cosa trova un petalo di ciliegio al termine del suo viaggio.
È il mandorlo che si toglie il pensiero di fiorire per primo per un altro anno ancora.