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venerdì 22 novembre 2019

Le sardine fanno bene alla salute

Faccio miei un paio di documenti diffusi dagli organizzatori delle "Sardine". Una lettera-manifesto e una carta dei valori. Li condivido pienamente e ringrazio gli organizzatori e quanti vedono in questo movimento non solo la legittima protesta verso l'imbarbarimento di una politica fatta di slogan, di toni di dileggio quando non aggressivi nei confronti degli avversari, una politica che alimenta l'odio sociale, che calpesta il diritto nazionale e internazionale e che si alimenta di proclami più che di proposte, una protesta contro la politica che mira solo al consenso. La protesta è legittima, ogni movimento nasce da un disagio, per contrastare qualcosa che non va bene ma in ogni movimento di massa con la componente "contro" è implicita anche la componente "per". Non è solo protesta, non è solo "contro", è anche "per". Per tutti quei valori che vengono quotidianamente calpestati dall'imbarbarimento contro cui si protesta. Per la gentilezza, per il dovere di dire la verità, di dare conto delle proprie affermazioni. Per la politica come servizio per gli altri, per il rispetto dei fatti e dell'altro, per l'argomentazione anche accesa e appassionata ma che si sottopone al vaglio della verifica, per tutti quei valori riconosciuti e sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana.
Grazie a Mattia Santori, a Roberto Morotti, a Giulia Trappoloni, a Andrea Garreffa e a quanti insieme a loro hanno dato fatto suonare questa sveglia necessaria.

PS -  Mi è capitato di leggere e ascoltare valutazioni di sufficienza per il movimento delle sardine, non a caso da ambienti di sinistra. Per chi trova quello che segue puerile, semplicistico e quant'altro ispira un gusto politico più raffinato del mio suggerisco che è possibile continuare a farsi del male in molti modi, non c'è solo quello di considerare con sufficienza i movimenti che nascono dalla piazza.
 
***

Cari populisti, lo avete capito. La festa è finita.
Per troppo tempo avete tirato la corda dei nostri sentimenti. L’avete tesa troppo, e si è spezzata. Per anni avete rovesciato bugie e odio su noi e i nostri concittadini: avete unito verità e menzogne, rappresentando il loro mondo nel modo che più vi faceva comodo. Avete approfittato della nostra buona fede, delle nostre paure e difficoltà per rapire la nostra attenzione. Avete scelto di affogare i vostri contenuti politici sotto un oceano di comunicazione vuota. Di quei contenuti non è rimasto più nulla.
Per troppo tempo vi abbiamo lasciato fare.
Per troppo tempo avete ridicolizzato argomenti serissimi per proteggervi buttando tutto in caciara.
Per troppo tempo avete spinto i vostri più fedeli seguaci a insultare e distruggere la vita delle persone sulla rete.
Per troppo tempo vi abbiamo lasciato campo libero, perché eravamo stupiti, storditi, inorriditi da quanto in basso poteste arrivare.
Adesso ci avete risvegliato. E siete gli unici a dover avere paura. Siamo scesi in una piazza, ci siamo guardati negli occhi, ci siamo contati. E’ stata energia pura. Lo sapete cosa abbiamo capito? Che basta guardarsi attorno per scoprire che siamo tanti, e molto più forti di voi.
Siamo un popolo di persone normali, di tutte le età: amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero. Mettiamo passione nell’aiutare gli altri, quando e come possiamo. Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza (verbale e fisica), la creatività, l’ascolto.
Crediamo ancora nella politica e nei politici con la P maiuscola. In quelli che pur sbagliando ci provano, che pensano al proprio interesse personale solo dopo aver pensato a quello di tutti gli altri. Sono rimasti in pochi, ma ci sono. E torneremo a dargli coraggio, dicendogli grazie.
Non c’è niente da cui ci dovete liberare, siamo noi che dobbiamo liberarci della vostra onnipresenza opprimente, a partire dalla rete. E lo stiamo già facendo. Perché grazie ai nostri padri e nonni avete il diritto di parola, ma non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare.
Siamo già centinaia di migliaia, e siamo pronti a dirvi basta. Lo faremo nelle nostre case, nelle nostre piazze, e sui social network. Condivideremo questo messaggio fino a farvi venire il mal di mare. Perché siamo le persone che si sacrificheranno per convincere i nostri vicini, i parenti, gli amici, i conoscenti che per troppo tempo gli avete mentito. E state certi che li convinceremo.
Vi siete spinti troppo lontani dalle vostre acque torbide e dal vostro porto sicuro. Noi siamo le sardine, e adesso ci troverete ovunque. Benvenuti in mare aperto.
“E’ chiaro che il pensiero da fastidio, anche se chi pensa è muto come un pesce. Anzi, è un pesce. E come pesce è difficile da bloccare, perché lo protegge il mare. Com’è profondo il mare”.

LA CARTA DEI VALORI DELLE SARDINE

1. I numeri valgono più della propaganda e delle fake news, per questo dobbiamo essere in tanti e far sapere alle persone che la pensano come noi che esiste questo gruppo;
2. E' possibile cambiare l'inerzia di una retorica populista. Come? Utilizzando arte, bellezza, non violenza, creatività e ascolto;
3. La testa viene prima della pancia, o meglio, le emozioni vanno allineate al pensiero critico;
4. Le persone vengono prima degli account social. Perché? Perché sappiamo di essere persone reali, con facoltà di pensiero e azione. La piazza è parte del mondo reale ed è lì che vogliamo tornare;
5. Protagonista è la piazza, non gli organizzatori. Crediamo nella partecipazione;
6. Nessuna bandiera, nessun insulto, nessuna violenza. Siamo inclusivi;
7. Non siamo soli ma parte di relazioni umane. Mettiamoci in rete;
8. Siamo vulnerabili e accettiamo la commozione nello spettro delle emozioni possibili, nonché necessarie. Siamo empatici;
9. Le azioni mosse da interessi sono rispettabili, quelle fondate su gratuità e generosità degne di ammirazione. Riconoscere negli occhi degli altri, in una piazza, i propri valori, è un fatto intimo ma Rivoluzionario;
10. Se cambio io, non per questo cambia il mondo, ma qualcosa comincia a cambiare. Occorrono speranza e coraggio.

venerdì 15 novembre 2019

Addendum al precedente post

Sollecitato da un commento al precedente post aggiungo alcune considerazioni che spero contribuiscano a dare un quadro della situazione nazionale un po' più articolato di quello che va in scena nella miserabile arena del dibattito politico.
Come per il precedente post tutti i dati sono di fonte Eurostat. Oltre ai 28 Stati membri dell’UE28 ci sono anche Norvegia, Islanda e Svizzera quando sono disponibili i dati. Cliccate sui grafici per ingrandirli.

giovedì 7 novembre 2019

Dati certificati e chiacchiere sulle tasse

Siccome mi sono sontuosamente rotto ...i cabasisi, direbbe Montalbano, di ascoltare ciarlatani di ogni gender parlare dell'Italia come del paese con la tassazione più alta in Europa ho deciso di fare una di quelle cose che faccio quando ho tempo. Verificare i dati. L'ho fatto per i dati del 2018 utilizzando il database Eurostat che pubblica i dati comunicati da Istat. Per le varie voci di imposte e altri contributi potete leggere il significato in questo glossario di cui ho ripreso in basso le voci più rilevanti. Le imposte sulla produzione e sulle importazioni sono state considerate al netto dei contributi sugli investimenti che di fatto sono agevolazioni fiscali.

Ebbene, sorpresa sorpresa, come si vede dal primo grafico l'Italia non è il paese con la tassazione più elevata in Europa. Nel 2018 rappresenta il 42% del PIL nazionale. Prima di noi ci sono in ordine via via più alto: Finlandia, Austria, Svezia, Danimarca, Belgio e Francia che raggiunge il 48,4% del suo PIL. Subito dopo di noi c'è la Germania con il 41,5% e salvo fare confronti con i paesi in fondo alla scala direi che siamo in buona compagnia.

Ancora più interessante è notare che nel totale della tassazione che spesso viene citato e che io stesso ho considerato sono compresi i contributi sociali, ovvero i versamenti per la pensione che a dirla tutta non sarebbero delle vere e proprie tasse anche se questa bufala piace raccontarsela un po' tutti quanti. Senza i contributi sociali, come si vede nel secondo grafico, la tassazione del 2018 in Italia è del 28,7% rispetto al PIL e prima di noi ci sono, con valori crescenti: Norvegia, Finlandia, Francia, Belgio, Islanda, Svezia e Danimarca con il 45% di imposte dirette e indirette. In Danimarca e in Svezia i contributi sociali sono molto ridotti proprio perché hanno una tassazione elevata.


Anche senza considerare i contributi sociali mi pare si possa dire che l'Italia non è il paese europeo con la tassazione più elevata. Nessuna persona seria può dirlo con i dati alla mano. Possono continuare a farlo solo i chiacchieroni arruffapopoli senza alcuna paura di essere smentiti.


PS - A proposito di evasione fiscale si veda la nota al DEF a pagina 91. Secondo i dati 2013-2015 sono circa 109 miliardi di euro evasi all'anno, quanto basterebbe per abbassare la pressione fiscale di qualche punto percentuale facendoci guadagnare molte posizioni nella classifica e molte risorse per i servizi di cui usufruiscono a ufo anche i parassiti che evadono le tasse, come sanità, ricerca, istruzione, giustizia, infrastrutture, ecc.


Glossario minimo

Imposte correnti sul reddito, sul patrimonio e altre imposte correnti (imposte dirette): comprendono i prelievi unilaterali obbligatori operati correntemente sul reddito e sul patrimonio delle unità istituzionali, nonché talune imposte periodiche che non sono basate né sul reddito né sul patrimonio.

Imposte sulla produzione e sulle importazioni (imposte indirette): comprendono i prelievi obbligatori a carico delle unità produttive effettuati dalle Amministrazioni pubbliche e dalle istituzioni comunitarie europee sulla produzione e sulle importazioni di beni e servizi.

Imposte in conto capitale: le imposte in conto capitale sono imposte percepite ad intervalli irregolari, e solo saltuariamente, sul valore delle attività o del patrimonio netto posseduti dalle unità istituzionali, ovvero sul valore dei beni trasferiti tra le unità istituzionali per effetto di lasciti, donazioni o altri trasferimenti. Rappresentano un tipico esempio di imposte in conto capitale le imposte di successione e i prelievi di carattere straordinario, come quelli relativi ai condoni.

Contributi agli investimenti: trasferimenti in conto capitale, in denaro o in natura, effettuati dalle Amministrazioni pubbliche o dal resto del mondo ad altre unità istituzionali, residenti o non residenti, allo scopo di finanziare in tutto o in parte i costi per l’acquisizione di capitale fisso. Costituiscono un sostegno all’ampliamento della capacità produttiva.

Contributi sociali: si distinguono in contributi sociali effettivi e figurativi. I contributi sociali effettivi corrispondono ai versamenti effettuati dai datori di lavoro a favore dei propri dipendenti, nonché dai lavoratori dipendenti e dai lavoratori autonomi agli enti di previdenza e di assistenza sociale destinati a garantire future prestazioni sociali ai lavoratori. I contributi sociali figurativi rappresentano la contropartita delle prestazioni sociali erogate direttamente dai datori di lavoro ai propri dipendenti o ex-dipendenti o aventi diritto.

lunedì 4 novembre 2019

Il dritto, il rovescio e il merito

La camera di Vincent ad Arles
Vincent Van Gogh, 1888
Un signore amava parlare dei suoi successi professionali e della sua sagacia. Non perdeva occasione per parlare della sua bravura a individuare le occasioni favorevoli che lo facessero avanzare nella carriera e nella stima dei suoi colleghi. Un giorno, al bar, mentre parlava con il solito circolo di amici, che lo ascoltavano con ammirazione, di un investimento andato a buon fine per i suoi innegabili meriti si avvicinò uno sconosciuto che poco distante aveva ascoltato quell'appassionato resoconto.
- Mi scusi se mi permetto. Lei non ha mai cambiato le lenzuola al suo letto, vero?
- No, confesso di non averlo mai fatto.
- E quando sua madre lo faceva non l'ha mai aiutata, non ha neanche guardato come faceva?
- No, facevo altro. Ero impegnato a studiare.
- Male, molto male. Avesse imparato a fare il letto saprebbe che per mettere bene la piega del lenzuolo, con i bordi ricamati sulla coperta, bisogna mettere il lenzuolo alla rovescia, con la parte ricamata sotto. All'inizio, mentre dispone il lenzuolo è necessario nascondere il ricamo e solo alla fine, ripiegando il lenzuolo sulla coperta, si vedranno i ricami.
- Sta forse dicendo che per fare bene le cose devo farle alla rovescia?
- No. Sto dicendo che è importante imparare a fare il letto, perché finora altri lo hanno fatto per lei e lei non ha mai neanche visto come si fa. Può servire.