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giovedì 16 maggio 2019

Camminano le donne

Camminano le donne,
con il culo grosso e il seno di malva,
mostrano la strada ai figli di nessuno
e tengono per mano un dolore da crescere.
Camminano le donne
sulle parole che lastricano strade sconosciute
e i sentieri nudi di storie antiche.
Camminano le donne,
con le spalle larghe,
partoriscono il mondo
nella borsa della spesa
e si mordono le labbra al sole
di tavole imbandite di pane e rose.

giovedì 9 maggio 2019

A domanda rispondo

“Quindi, secondo voi, gli elettori della Lega, che sono il 35% degli italiani, sono un misto di stupidi, razzisti, fascisti, evasori fiscali e trogloditi?” Salvini, ieri sera a Otto e mezzo

Andiamo con ordine.
1) Stupidi. Carlo Maria Cipolla sosteneva che gli stupidi sono distribuiti in tutte le categorie sociali, da quelle meno istruite ai premi Nobel. Non si vede ragione per cui gli stupidi non debbano esserci anche nella Lega e soprattutto nulla di quanto ha scritto Carlo Maria Cipolla esclude ipotesi su eventuali fenomeni di concentrazione degli stupidi in un solo partito pur rimanendo equamente ripartiti nelle rispettive categorie sociali. La storia è generosa di casi simili.
2) Razzisti, fascisti. Li metto insieme per comodità, spesso i razzisti sono fascisti e quasi sempre i fascisti sono razzisti. Razzismo e fascismo costituiscono un fondo inconscio e primigenio, quasi un rigurgito dell'evoluzione biologica di quando vivevamo in clan e tribù. Le forme di convivenza civile delle società complesse dovrebbero emancipare da questi retaggi ma è anche vero che la complessità non gestita adeguatamente può far riaffiorare conflitti e antiche soluzioni. Peggio quando la complesstità è gestita da chi trae vantaggio da sentimenti di rabbia e paura alimentandoli per proprio tornaconto con sistematicità chirurgica.
3) Evasori fiscali. In Italia abbiamo il record dell'evasione fiscale. Un esercito di parassiti sociali che vivono sulle spalle dei pochi che pagano le tasse. Preoccupanti stime dicono che a pagare lo stato sociale è un quarto della popolazione, il resto o è sotto soglia e va aiutato oppure è un parassita e va eliminato. Ovvio che in un paese simile una proposta come la flat tax che fa pagare poco gli evasori è vista con favore.
4) Trogloditi. Un po' vale quanto detto al punto 2. Senza la continua coltivazione della buona educazione, della cultura e dei dispositivi di civile convivenza, ovvero della politica non è peregrino pensare che diventi altamente probabile, se non sicura, una regressione allo stato del troglodita. Se qualcuno coltiva uno stato prepolitico di conflitto tribale con un nemico al giorno appellandosi a criteri che nulla hanno a che fare con lo stato di diritto allora la regressione allo stato di troglodita diventa anche un obiettivo scientemente perseguito.

Concludendo la risposta alla domanda di Salvini è sì! Chi vota Lega è "un misto di stupidi, razzisti, fascisti, evasori fiscali e trogloditi", con l'aggravante che la riduzione dell'elettorato a questa condizione è perseguita in maniera mirata solleticando gli istinti più beceri che ognuno di noi porta con sé, quale eredità di un passato che a guardare bene abbiamo davanti.

mercoledì 1 maggio 2019

1° maggio di festa

Propongo alcuni dati per riflettere in questo giorno dedicato al lavoro. I dati sono di fonte Eurostat, l'istituto europeo di statistica, e sono aggiornati al 2016. Eurostat adotta criteri di raccolta ed elaborazione dei dati omogenei per tutti gli Stati membri ed è utile, ai fini di questa nota, il confronto con gli altri Stati Europei. Vedremo dopo i dati INAIL che fornisce informazioni più aggiornate e più preoccupanti.
Nei grafici ci sono anche Norvegia e Svizzera che non fanno parte dell'Unione Europea. Le barre azzurre rappresentano il numero di incidenti con esito mortale del 2016, il trattino rosso rappresenta i valori del 2010. Nel 2016 l'Italia occupava il secondo posto per numero di incidenti mortali sul lavoro. Prima dell'Italia c'era la Francia, dopo di noi c'erano Germania, Spagna, Regno Unito, Polonia, etc. In Italia il numero di morti è diminuito dal 2010 al 2016, da oltre 700 a meno di 500.

Per la verità non c'è da stupirsi che i Paesi più grandi occupino le prime posizioni in questa triste classifica. Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito e Polonia messe insieme costituiscono più del 70% della popolazione europea. Per una lettura corretta quindi gli incidenti mortali devono essere espressi in rapporto alla popolazione oppure in rapporto a un numero di lavoratori.
Nel grafico seguente gli Stati sono ordinati secondo il numero di incidenti mortali ogni 100.000 lavoratori. La linea tratteggiata rossa rappresenta la media dei 28 Stati Europei nel 2010, quella blu la media nel 2016. L'Italia occupa una posizione intermedia ma quello che conta è che Paesi come Germania e Regno Unito, che già contavano meno morti in assoluto, si allontanano ancora di più dall'Italia perché contano un numero molto inferiore di morti sul lavoro ogni 100.000 lavoratori. Anche Spagna e Polonia ne hanno meno di noi. Solo la Francia continua ad averne più dell'Italia.
Insieme alla Francia siamo, tra i grandi Paesi europei, i soli ad avere più morti sul lavoro della media europea e sebbene le cose siano migliorate dal 2010 restiamo ben al di sopra della media europea. E' interessante notare che la Svizzera, spesso portata a modello nell'ambito del lavoro, abbia un numero di morti sul lavoro di poco inferiore a quello dell'Italia.

I dati più recenti pubblicati da INAIL non fanno ben sperare che la situazione sia migliorata. Al contrario, le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale nel 2018 sono state 1133 (+10,1% rispetto al 2017). Per quanto riguarda il primo trimestre del 2019 le morti sul lavoro sono state 212, dato invariato rispetto al primo trimestre dell’anno scorso.

In sintesi, considerando i dati dal 2013, abbiamo la non invidiabile media di più 1100 morti all'anno, più di 3 morti al giorno sul lavoro. Ogni santo giorno più di tre morti sul lavoro. Tre persone escono di casa per andare al lavoro e non torneranno più. Non è una novità, purtroppo. Chiunque governi deve riflettere su questi dati, compresi quelli che giocano al piccolo statista e tagliano i fondi antinfortuni di INAIL pensando di rilanciare così l'economia.


Buona festa del lavoro e dei lavoratori!



Buona festa del lavoro.