Al primo sole, fresco come formaggio primo sale, Roma sbadiglia. Il Tevere si ferma sopra pensiero. Le piazze sono tele metafisiche ammantate di silenzio rubato per pochi minuti, il tempo di una boccata d'aria prima di tornare sott'acqua.
I palazzi si preparano al duello. Incrociano lame di luce e sciabolate lente tagliano le facciate.
Il sole si incunea tra medioevo e rinascimento a Campo de' fiori, già fitta di bancarelle di spezie all'ombra di una eresia irredenta.
Qui, come al mercato di Piazza Vittorio, l'umanità non ha sacro da confinare, non ha agnelli da sacrificare. Campo de' fiori è l'unica piazza di Roma senza chiese perché è chiesa, come il mercato di Piazza Vittorio.
Campo de' Fiori è una banda di musicisti che non si conoscono e che vengono dai posti più disparati: da Roma imperiale, dal medioevo, dal rinascimento, dal secolo dei lumi. Si ritrovano tutti qui a suonare insieme e sorprende quell'armonia, sorprende quel concerto di perfetta e inattesa corrispondenza. Campo de' fiori è la piazza delle dissonanze della musica popolare. Piazza Navona invece è una partitura sinfonica, scritta dal principio, prima che i compositori venissero al mondo. Qui si suona la cosiddetta musica colta che non ha nulla da insegnare alla musica popolare che si suona pochi metri lontano.
Palazzo Fioravanti. Sul cornicione dell'angolo che si affaccia a piazza Farnese c'è un'edicola con due putti che reggono l'immagine di Maria, segno di profonda misericordia. Il portone sul lato di via dei Farnesi ha sul primo gradino una grata con spuntoni di ferro, per impedire a mendicanti e altri viandanti di sedersi, segno di profonda miseria.
Controllare l'etimo di misericordia e miseria.
Il campanile di Santa Brigida è un prospero rosso di zolfo che il primo sole infiamma e finisce di ardere al tramonto.
"Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo." José Saramago
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lunedì 29 settembre 2014
domenica 21 settembre 2014
Direttamente-Onlus
Questo post è un invito rivolto a chi segue questo blog e a chi è solo di passaggio. E' un invito diretto per richiamare la vostra attenzione su Direttamente-Onlus.
La Onlus è nata il 26 marzo 2014 per iniziativa di tre amici, per sostenere Hands of Love Development Centre di Nairobi, la scuola fondata dal loro amico Terry Little. Uno dei tre amici sono io.
Io, Maura e Elena non possiamo certamente cambiare il mondo ma possiamo contribuire a cambiare la vita dei bambini nella scuola fondata dal nostro amico Terry Little, con l'aiuto di quanti vorranno sostenere questa iniziativa.
Per saperne di più basta cliccare sull'immagine in alto a destra di questo blog, dove puoi vedere il logo della Onlus.
La Onlus è nata il 26 marzo 2014 per iniziativa di tre amici, per sostenere Hands of Love Development Centre di Nairobi, la scuola fondata dal loro amico Terry Little. Uno dei tre amici sono io.
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martedì 9 settembre 2014
Selfie
Fino a poco tempo fa passeggiando per la città poteva capitare che qualcuno ti fermasse per chiedere la cortesia di scattare una foto. A volte la richiesta avveniva in una lingua ignota ma era sufficiente una mimica molto semplice per capire. Al tuo assenso, magari accompagnato da un sorriso, lo sconosciuto ti porgeva la macchina fotografica, si allontanava di pochi passi e si metteva in posa insieme alla sua fidanzata o al suo fidanzato con lo sfondo di un monumento. Tu scattavi la foto e restituendo la macchina fotografica ci si salutava rapidamente, restando sconosciuti, ma con un sorriso che conteneva l'augurio che la mano fosse stata abbastanza ferma per una buona foto. Per vedere se la foto era stata fatta bene bisognava aspettare lo sviluppo e se la foto veniva mossa non c'era modo di rimediare. Poi sono venute le macchine che fanno le foto digitali e subito dopo lo scatto si controllava insieme allo sconosciuto che la foto fosse venuta bene, altrimenti si rifaceva.
Da tempo non capita più che per strada qualcuno ti chieda di fare una foto con la sua macchina fotografica, è comunque più raro che capiti. Adesso non c'è più bisogno di chiedere a qualche sconosciuto di fare una foto, adesso ci sono i cellulari che fanno le foto e con i cellulari si fanno i selfie e se c'è bisogno di fare una foto con una inquadratura più ampia ci sono i bastoni che sorreggono i cellulari per fare un selfie di gruppo.
Trovo tristi i selfie, li trovo tristi perché eliminano quell'imbarazzo di dover chiedere un favore ad uno sconosciuto, non prevedono alcun sorriso, nessun "grazie" detto in chissà quale lingua in cambio della cortesia. I selfie sono uno dei tanti esiti di una organizzazione sociale in cui la solitudine da condizione ontologica o sociale è diventata prescrizione etica.
Peccato! I selfie hanno portato via le occasioni di scambiare un sorriso con gli sconosciuti e hanno amplificato la monomaniacale esaltazione del sé. Considerando che non tutti i patiti del selfie hanno un'espressione intelligente come questa
è evidente che i selfie possono essere causa di figure imbarazzanti se da intima esigenza onanistica diventano irrefrenabile pulsione di orgasmare sui social network.
Da tempo non capita più che per strada qualcuno ti chieda di fare una foto con la sua macchina fotografica, è comunque più raro che capiti. Adesso non c'è più bisogno di chiedere a qualche sconosciuto di fare una foto, adesso ci sono i cellulari che fanno le foto e con i cellulari si fanno i selfie e se c'è bisogno di fare una foto con una inquadratura più ampia ci sono i bastoni che sorreggono i cellulari per fare un selfie di gruppo.
Trovo tristi i selfie, li trovo tristi perché eliminano quell'imbarazzo di dover chiedere un favore ad uno sconosciuto, non prevedono alcun sorriso, nessun "grazie" detto in chissà quale lingua in cambio della cortesia. I selfie sono uno dei tanti esiti di una organizzazione sociale in cui la solitudine da condizione ontologica o sociale è diventata prescrizione etica.
Peccato! I selfie hanno portato via le occasioni di scambiare un sorriso con gli sconosciuti e hanno amplificato la monomaniacale esaltazione del sé. Considerando che non tutti i patiti del selfie hanno un'espressione intelligente come questa
è evidente che i selfie possono essere causa di figure imbarazzanti se da intima esigenza onanistica diventano irrefrenabile pulsione di orgasmare sui social network.