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venerdì 31 dicembre 2010

Dell'amore universale

In una atmosfera natalizia chiudo quest'anno con una citazione di Vito Mancuso, un teologo che apprezzo molto, salvo applicare una rigorosa sospensione del giudizio quando Mancuso si occupa di evoluzionismo biologico.
Io, che grazie a Dio sono ateo, diceva Buñuel, non ho mai considerato realmente possibile prescindere da una dimensione sacrale - non da un punto di vista strettamente antropologico - e siccome alcuni paesaggi si vedono meglio da lontano, la "ateicità" potrebbe essere paradossalmente la prospettiva migliore per vedere certe cose.
Del resto solo un Dio può assumersi la responsabilità dell'abisso e per questo l'accertamento della sua esistenza diventa un fatto irrilevante. «Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo» Esodo, 33, 20. Il volto di Dio uccide, come quello della Gorgone. Non si può guardare l'abisso impunemente.

***

"In quanto maestro, Gesù sintetizza il suo insegnamento col dire «ama Dio e ama il prossimo». Ne viene che la via migliore perché la mia libertà si leghi alla dimensione dell'eternità è vivere all'insegna della giustizia.
Perché dico amore e giustizia? Perché amore è una parola generica, che significa molte cose. Nel suo senso più alto è qualcosa di estremamente raro, che si può dare a pochissime persone nella vita. Gli amici più vicini, una donna o poche altre, i figli, i genitori e i parenti più stretti: sono queste le persone che si possono davvero amare nell'arco di un'esistenza. La traduzione più elementare dell'amore universale è invece la giustizia. Essere giusti è il modo che abbiamo per amare il prossimo. Quei cristiani che tentano di far vedere, con il loro continuo sorriso, che amano tutti nel senso sentimentale del termine, sono un po' patetici, e alla fine anche falsi." Vito Mancuso. In: Che cosa vuol dire morire, a cura di Daniela Monti. Einaudi, 2010, p. 118.

mercoledì 22 dicembre 2010

Ordine sulla scrivania

Periodicamente mi capita di mettere ordine sulla mia scrivania, in realtà ci provo armato di tutte le buone intenzioni ma poi finisco per spostare le cose da un posto all'altro lasciando tutto in un rassicurante e nuovissimo disordine. Il mio problema è che mi lascio distrarre, mi faccio prendere dalla lettura, il tempo passa, e siccome mi spiace buttare via le cose va a finire che il mio tentativo si risolve, quale modesto contributo all'entropia universale, in un mero rimescolamento delle carte, "e il naufragar m'è dolce in questo mare" penso, ricorrendo sfacciatamente al mio amato Leopardi.
Fortunatamente però dalle carte emerge a volte qualcosa che a suo tempo avevi apprezzato e poi dimenticato, è il caso di questo articolo di Franco Cordero che vi propongo, uscito su Repubblica on line il 19 giugno 2008. L'avevo stampato proprio per gustarmelo con la necessaria lentezza che la carta consente, a differenza del video.
Il linguaggio forbito, la ricchezza di riferimenti e l'elegante acume di Cordero spero possano farmi perdonare per aver pubblicato un'immagine oscena nel precedente post, licenza imperdonabile da parte mia, sia pure debolmente mitigata dal ricorso alla citazione storica.

martedì 21 dicembre 2010

L'antifascismo oggi!

Le luci nella stanza del Duce a Palazzo Venezia erano sempre accese, anche di notte, perché di lui si dicesse che non dorme mai ed è sempre al lavoro!

lunedì 20 dicembre 2010

Sediziose voci

Ieri sono stato in un pericolosissimo centro sociale. Per evitare arresti preventivi non rivelerò il nome del centro neanche sotto tortura ma è inevitabile riconoscere che questi luoghi sono temibili focolai di opinioni e libertà. La serata è trascorsa mangiando gustosamente e chiacchierando del più e del meno incorrendo più volte nel peccato originale della manifestazione del pensiero, alcuni hanno persino osato esprimere il proprio dissenso per il penoso panorama politico italiano, più di qualcuno si è addirittura detto indignato per l'incapacità dei rappresentanti della politica di comprendere le domande che vengono dal paese. Sono volate parole grosse, corruzione, connivenza, collusione, addirittura conflitto d'interessi, un autentico arcaismo, da quanto tempo non si sentiva più?! Siccome tutti i presenti al centro erano ragionevolmente di sinistra la maggior parte delle critiche erano rivolte ovviamente ai politici di sinistra. Ad un certo punto Justin ha addirittura letto una sua poesia, è stato troppo! A quel punto ho dovuto chiedere di abbassare la voce perché una attività così eversiva non poteva essere certamente tollerata.

domenica 19 dicembre 2010

Il pensiero preventivo

Basterà il pensiero preventivo per evitare le minchiate di chi pensa senza movente?

Il gesto verbale

"Art. 53.
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività." Costituzione della Repubblica Italiana, 1° gennaio 1948.

“Dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima, è un modo civilissimo di contribuire insieme al pagamento di beni indispensabili come la sicurezza, come la tutela dell'ambiente, l'insegnamento, la salute, le stesse pensioni in parte." Tommaso Padoa-Schioppa, 7 ottobre 2007.

Se non sei completamente d'accordo con quanto hai letto, smetti pure di leggere questo blog.

sabato 18 dicembre 2010

Vintage 2009

Nonostante molti invochino il "diritto all'oblio", una delle proprietà della rete è la rapidità con cui le cose svaniscono dall'orizzonte degli eventi. Tutto scorre, è sempre stato così, ma l'impeto del fiume della rete è tale che il povero Eraclito avrebbe dovuto formulare il suo celebre detto in questi termini: "nessuno può essere travolto più di due volte dalle acque di un fiume", il che, peraltro, avrebbe fatto svanire l'importanza della frase, perché una volta travolti da qualcosa rimane poco altro da fare per una seconda volta.
Nella rete si trova di tutto, si trova il passato e si intravede il futuro, a cercar bene si trova anche la data della propria morte, tutto è disponibile ma l'attenzione è rivolta solo al presente. Solo il presente ha su di sé le luci della ribalta.
Oggi voglio dedicare questo presente ad un passato di breve corso, ai post che ho scritto nel 2009; all'inizio, quando non sapevo cosa farci di questo blog, e alla fine quando avevo deciso di non scrivere più nulla, poi naturalmente mi sono tradito!

venerdì 17 dicembre 2010

Pensiero

Lasciò andare il suo pensiero nel deserto e si mise in cammino in cerca di qualcuno che gli somigliasse. Nelle desolate terre del Nord vide un uomo, voleva abbracciarlo ma sapeva che era fatto della stessa materia dei suoi sogni e un abbraccio l'avrebbe fatto svanire. Quell'uomo gli somigliava così tanto che poteva vederne i pensieri. Ne vide uno chiaramente quando il buio calò e il sonno li avvolse entrambi. Quell'uomo stava sognando di immaginare di essere immaginato nel sogno dell'altro.

***

Solo un Dio che provava una solitudine abissale poteva pensare il suo pensiero e cadere nel proprio inganno che quello fosse il creato. Quale disperazione albergava in quel Dio per dover credere a quell'inganno? Eppure un Dio doveva cadere in quell'inganno, per forza.

***

Cartesio ha insegnato agli uomini quell'inganno, 'penso dunque sono'. Eppure per gli uomini un'altra strada era possibile, loro potevano riconoscersi nello specchio dell'altro, potevano dire 'mi pensi dunque sono'.

giovedì 16 dicembre 2010

Visti dagli altri

Steve Bell on Silvio Berlusconi
Italy riots, as Berlusconi lives to fight another day - just

Steve BellSteve Bell, The Guardian,


A conferma della rinnovata immagine dell'Italia, così vedono la nostra situazione politica dal The Guardian. Grazie a Elena per la segnalazione.
Particolarmente rilevanti i commenti. Impagabile quello di 'evolute' in risposta a 'balfarg'.

mercoledì 15 dicembre 2010

Col resto di due!

Quelli in fila per 6 sono i miei anni!
Erano quarantaquattro i gatti
ne mancano due a caccia di ratti,
buio di notte o giorno assolato
vagano cauti nel mondo incantato.

Racconti di fate, prodigi di liocorno
in attesa impaziente del loro ritorno,
campane assordanti battono rintocchi
fanno rumore di neve i fiocchi.

Passano i gatti, lenti e guardinghi
lesti di gesti, furtivi e solinghi,
magiche arti dell'oscura musa
tornano indietro a fare le fusa.

Sussurrano di soli, di stelle e di lune
sornioni briganti, streghe importune,
portano conto di un anno pazzo
con questa filastrocca del ....!

martedì 14 dicembre 2010

Altre domande?

«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interni. [...] Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. [...] Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. [...] Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì.» Intervista a Francesco Cossiga, 23 ottobre 2008, Il Giorno / Il Resto del Carlino / La Nazione.

Non è detto che sia andata così ma sarebbe auspicabile poterlo escludere.

lunedì 13 dicembre 2010

Il grande comunicatore

Ci pensavo mentre tornavo dal lavoro in motorino, dev'essere il freddo. Di Berlusconi (con decenza parlando) s'è sempre detto che è un grande comunicatore, e in effetti lo penso anch'io, ha una capacità demoniaca di comunicare. Pensandoci bene però questo soggetto non si è mai misurato in un dibattito con qualcuno e quando l'ha fatto ha fatto la figura di un ragazzino impreparato che non sa cosa dire. Se la comunicazione è uno scambio c'è qualcosa che non mi torna. Sarà una legge della storia che tutti i cosiddetti grandi comunicatori sono quasi sempre dei maghi del pessimo monologo?

domenica 12 dicembre 2010

Strategie museali

Bella mostra quella organizzata in questi giorni al Palazzo delle Esposizioni di Roma, dedicata alla civiltà mesoamericana rinvenuta a Teotihuacan. Civiltà precolombiana che affonda le sue origini nella cultura olmeca e che ha inizio nel I secolo a.C. per raggiungere il suo massimo splendore e la sua fine nel VI secolo d.C.
Società molto lontane quelle mesoamericane, con  tradizioni religiose  difficilmente comprensibili se le guardiamo alla luce della nostra civiltà. A Teotihuacan, come in altre regioni centro-americane si praticavano i sacrifici umani quali offerte di consacrazione agli dei e atto di scambio con la terra dove il sangue diventa pegno e promessa di fertilità. Pratiche che turbano profondamente e spesso non bastano le indimenticabili pagine dedicate da Roberto Calasso al significato del sacrificio o tutta l'antropologia di René Girard  per allontanare una reazione emotiva che ci impedisce di comprendere quelle culture così lontane.
Ma gli organizzatori della esposizione sono stati geniali per far entrare i visitatori nello spirito di quei popoli. Pensate che hanno messo nella sala centrale, intorno alla quale sono disposte le sale espositive, quattro schermi da cui Roberto Giacobbo parla della civiltà di Teotihuacan.
Vi posso assicurare che questo espediente è sufficiente non solo per capire il sacrificio umano ma addirittura per sentirsi pronti a praticarne uno.


PS - Oltre alla mostra, ieri sono stato anche alla manifestazione di Piazza San Giovanni ma eravamo in pochi, niente da dire!

venerdì 10 dicembre 2010

Del senso ultimo

Potenza dell’artificio concettuale: “Ma pure quando consideriamo la storia come un simile mattatoio, in cui sono state condotte al sacrificio la fortuna dei popoli, la sapienza degli stati e la virtù degli individui, il pensiero giunge di necessità anche a chiedersi in vantaggio di chi, e di quale finalità ultima, siano stati compiuti così enormi sacrifici.” (G.W.F. Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia. La Nuova Italia, Firenze, 1966. p. 57.)
Hegel ravvisa la progressiva manifestazione dello spirito nello stridore del mattatoio della storia. Nel processo dialettico hegeliano e nella sua filosofia della storia c’è, oltre ad una buona dose di provincialismo umano, la grandiosa ricucitura delle contraddizioni del vivere cui l’uomo, animale incompiuto lo chiamava Nietzsche, è sottoposto, come pegno dello scarto tra quello che gli è dato vivere e quello che desidera, lacerazione vissuta sulle carni tra il già stato e il non ancora.
Di tanta storia non può non esserci motivo e, più ancora, di tanto chiedere non può non esserci risposta e per averne una occorre fare ordine tra gli eventi, disporli con attenzione, proporli con metodo, porli con giudizio e infine imporli con la logica e la razionalità del tutto. Così la storia, spogliata dell’accidentale, si dipana come un tappeto rosso sul quale, noi, accidenti d’oggi, possiamo finalmente camminare verso il domani. La storia non è degli individui ma dello spirito, dice Hegel, ma per quanto mi sforzi il mio occhio concettuale non è in grado di vedere il manifestarsi dello spirito e il mio orecchio concettuale è assordato dalle urla di dolore frammiste alle grida di gioia, spettacolo indecente eppure meraviglioso di una umanità che non può fare a meno di esistersi.
Il tappeto della storia, lastricato di corpi di chi non ha mai avuto modo e privilegio di pensare al senso ultimo, somiglia ai lastroni delle stradine di Pompei, dove il tempo si è arrestato e da duemila anni è lì per dirci solo che ci siamo ancora e che abbiamo il dovere di farlo al meglio.

martedì 7 dicembre 2010

L'avvisata di Machiavelli

Hanno arrestato Julian Assange, più precisamente Assange si è consegnato alla polizia londinese, dire che è stato arrestato fa più effetto. L'accusa è di stupro, più precisamente si tratta di rapporti consensuali senza profilattico che per la legge svedese si configurano come stupro, dire che è uno stupratore lo rende più odioso. Non sta a me giudicare la legge svedese ma se le cose stanno così suggerirei ad Assange di chiedere asilo politico in Vaticano, lì il suo reato sarebbe molto apprezzato!

giovedì 2 dicembre 2010

Dagli atenei

Giorgio de Chirico, Minerva, 1961
Ho scritto tante lettere, alcune le ho pubblicate in questo blog, molte le ho perse, ma non ho mai pensato di scrivere al Presidente del Consiglio, a quello attualmente in carica, e di cose da dirgli ne avrei tante. Forse non l'ho mai ritenuto meritevole del mio tempo, forse semplicemente non sarei in grado di scrivergli nulla. Oggi sono davvero contento di riprendere da questo blog la bellissima lettera che Elisa Albanesi ha inviato a Silvio Berlusconi, lettera che condivido, parola per parola.

mercoledì 1 dicembre 2010

Dacci oggi il nostro orrore quotidiano

Io non ho parole, mi limito ad un copia-incolla e qualche link. Dico soltanto che trovo orribile concepire una giornata dello stato vegetativo e mi chiedo quanto possa essere aberrante una società che concepisce quell'orrore. Altri hanno espresso quell'orrore prima e meglio di me.

L'appello che segue è stato lanciato il 28 novembre da UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) e raccolto da MicroMega.
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